Chi possiede la pace non fa le guerre, le vince

     

    Sembra che siano in corso 56 conflitti armati con 92 Paesi coinvolti e 233mila vittime nel solo 2024: si capisce perché la parola «pace» sia sulla bocca di tutti. Ma come mai la pace così tanto auspicata, è così poco praticata? Non sarà che ciò che tutti a parole vogliono, nei fatti non sanno cosa sia? Il dubbio è venuto leggendo Giovanni 14,26: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi».

    Il che fa intuire come quella di cui il mondo parla, non sia la vera pace. In secondo luogo il compito di far convivere tante persone di culture e religioni diverse al Patronato, evitando che gli screzi quotidiani degenerino in pericolosi conflitti, fa capire che sebbene ciò non sia ancora la pace, rimarrebbe comunque un risultato apprezzabile.

    Solo quando si è tornato a parlare di padre Paolo Dall’Oglio. i cui resti sarebbero stati ritrovati in una fossa comune, ho compreso che quelli come lui sanno cos’è la pace. Come un Vescovo di nome Viktor prigioniero delle isole Solovki: rifiutatosi di obbedire all’ordine di radersi, fu tosato a forza di barba e capelli e con la tonaca ridotta in cenci uscì sullo spiazzo del gulag lieto e sorridente come sempre.

    Un altro detto «consolatore» perché confortava tutti, dopo aver celebrato in segreto nella baracca la liturgia di Pasqua, fu ritrovato al mattino dopo morto. Se ne era andato da solo, ma lui la via la sapeva. Gente così non parla di pace: la possiede, avendola accolta dentro di sé come il dono di Gesù. E gente così, le guerre non le fa, le vince.

     

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