La quiete del cortile viene spezzata da una discussione che, partita in sordina, si accende di colpo: i due litiganti ormai non controllano più né toni né contenuti e si lanciano irriferibili insulti vicendevoli.
L’intervento degli educatori impedisce che i due vengano alle mani e il conflitto si spegne con la stessa rapidità con cui era iniziato.
Una signora che ha assistito alla scena, si lascia andare a giudizi molto severi nei confronti dei litiganti e si intuisce che non è la paura a suggerirglieli, ma il disgusto che non fa nulla per nascondere.
Mi scuso con lei per l’accaduto e cerco di farle capire che non è facile per giovani che non hanno più il passato e che non intravedono il futuro, in attesa di un permesso di soggiorno che forse non arriverà e di un lavoro che pare un miraggio, di rimanere calmi, soprattutto quando il digiuno di ramadan ne mette a prova la resistenza.
Ma lei non demorde e rimpiange i bei tempi in cui il cortile era popolato di bambini che pensavano solo a giocare e a studiare.
Finché appare una piccola breccia in quel suo muro di certezze: “Devo ammettere che anche a me capita di pensare ogni tanto di essere forse un po’ cattiva…”.
Non resisto e con finta amabilità rispondo: “Cara la mia signora, vede, in realtà lei è sempre cattiva. Ogni tanto se ne rende conto”
– don Davide –
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