Domenica 11 giugno 2023

     

    X settimana Tempo Ordinario

    Corpus domini

     

    Aforisma dal Vangelo

    Gesù disse: “In verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”.

     

    Preghiera colletta

    Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te, fonte inesauribile di ogni bene: fa’ che, sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita, fino ad entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Solennità del corpus domini

    Deuteronomio 8,2-3.14-16; Salmo 147; 1 Corinti 10,16-17; Giovanni 6,51-58

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

    Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.

    Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». 

     

    Riflessione commento al Vangelo di Ermes Ronchi

    Il Vangelo oggi ha solo 8 versetti e Gesù ripete per 8 volte: Chi mangia la mia carne vivrà in eterno. Quasi un ritmo incantatorio nello stile di Giovanni, che avanza per cerchi concentrici e ascendenti, come una spirale. È il discorso più dirompente di Gesù: mangiate la mia carne e bevete il mio sangue. Un invito che sconcerta amici e avversari e lui che ne ribadisce, per otto volte, la motivazione, sempre più chiara e diretta: per vivere, vivere davvero.

    Altro è vivere, altro è lasciarsi vivere. È l’incalzante convinzione di Gesù di possedere qualcosa che cambia la direzione e la qualità della vita. È il dono di Dio è Dio che si dona: si dona e si perde dentro le sue creature come lievito nel pane, come pane dentro il corpo. «Carne, sangue, pane di cielo» indicano la totalità della sua vicenda umana e divina, le sue mani di carpentiere, le sue lacrime, le sue passioni, la polvere delle strade, la casa che si riempie di profumo, la pietra che rotola via. E Dio in ogni fibra. Un pezzo di Dio in me perché io salvi un pezzetto di Dio nel mondo.

    Il suo invito pressante significa: mangia e bevi ogni goccia e ogni fibra di me. Vivi di me. Prendi la mia vita come misura alta del vivere, come lievito del tuo pane, seme del tuo campo, sangue delle tue vene, allora conoscerai cosa sia vivere davvero. Mangiare e bere Cristo è più che «fare la comunione» eucaristica, è «farmi comunione con Lui». Il Verbo si è fatto carne perché la carne si faccia Spirito. L’Eterno cerca la nostra briciola di cielo; per poi ridarcela, luminosa e serena.

     

    Intenzione di preghiera

    Perché la solennità di oggi ci aiuti a riscoprire l’importanza della partecipazione convinta e fedele all’eucaristia domenicale.

     

    Don’t Forget! Santo del giorno

    S. Barnaba

    S. Barnaba nacque da Giudei rifugiatisi a Cipro quando Pompeo invase la Palestina. A 12 anni andò a Gerusalemme: frequentò la scuola di Gamaliele e strinse amicizia con Stefano e Saulo. Dopo la Pentecoste Barnaba fu mandato ad Antiochia e pensò a Saulo, che dopo la conversione si era ritirato a Tarso e lo portò con sé.

    Dopo avere dimorato più di un anno in questa città, lo Spirito Santo fece segregare Barnaba e Saulo per la missione alla quale li aveva assunti e ricevettero l’episcopato, dopo di che portarono con sé Giovanni Marco e si recarono a Cipro, poi a Salamina e a Pafo ove Saulo mutò il nome in Paolo. Partiti poi da Pafo andarono a Perge in Panfilia: cacciati di là, raggiunsero Iconio.

    Dopo il Concilio di Gerusalemme, Paolo si separò da essi, mentre Barnaba e Marco fecero vela per Cipro, dove Barnaba si stabilì a Salamina e convertì molti isolani. Ma i Giudei, dopo averlo fatto molto soffrire lo lapidarono (nel 60 ca.).

     

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