IV Domenica di Pasqua
Aforisma dal Prefazio
“In Cristo, vincitore del peccato e della morte, l’universo risorge e si rinnova, e l’uomo ritorna alle sorgenti della vita.”.
Preghiera Colletta
O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa’ che nelle vicende del tempo, non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio della 4.a domenica di Pasqua
Atti 13, 14. 43-52; Salmo 99; Apocalisse 7, 9. 14-17; Giovanni 10, 27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Riflessione Commento al Vangelo
Donandoci, per mezzo del battesimo, di far parte della Chiesa, Gesù ci assicura di conoscerci uno per uno. La vocazione battesimale è sempre personale, e richiede una risposta di responsabilità in prima persona. Ci sentiamo sicuri, nella Chiesa, perché Gesù è sempre con noi, e ci chiama e ci guida con la voce esplicita del Papa e con i suggerimenti interiori che ci aiutano a riconoscerla e a corrispondervi.
Se restiamo nella Chiesa, con il Papa, non andremo mai dispersi, perché Gesù ci conosce per nome e ha dato la sua vita per salvarci. Quella vita che si comunica a noi, pegno di eternità, nell’Eucaristia degnamente ricevuta. Non dobbiamo aver paura di nulla. Attraverso Gesù entriamo in comunione con il Padre, partecipiamo alla vita trinitaria.
I pericoli esterni non ci turbano: dobbiamo temere soltanto il peccato che ci seduce a trovare altre vie, lontane dal percorso del gregge guidato da Gesù. La nostra personale fedeltà alla voce del Pastore contribuisce all’itinerario di salvezza che la Chiesa guida nel mondo, e da essa dipende la nostra felicità.
Intenzione di preghiera
Oggi si celebra la giornata delle vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa: preghiamo perché molti giovani rispondano con fiducia e disponibilità alla chiamata di Dio per l’annuncio del Vangelo.
Avvenne l’11 maggio…
330 – Bisanzio viene ribattezzata Nuova Roma.
1858 – Il Minnesota viene ammesso come 32º paese degli Stati Uniti d’America.
1860 – La Spedizione dei Mille sbarca a Marsala.
1927 – California è fondata l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences: nasce il Premio Oscar.
1960 – Il servizio segreto israeliano rintraccia in Argentina il criminale di guerra nazista Eichmann.
Santo del giorno

Ignazio nacque a Laconi, nel cuore della Sardegna, nel 1701. Nel piccolo paese crebbe timorato di Dio e ancora adolescente già praticava digiuni e mortificazioni; non frequentò scuole e non imparò mai a scrivere, ma andava ogni giorno a Messa e faceva il chierichetto. Ventenne, desideroso di mutar vita, scese a Cagliari per chiedere ai cappuccini di S. Benedetto di essere accolto in convento per consacrarsi a Dio.
I cappuccini chiusero un occhio sulla sua malferma salute e nel 1721 gli permisero di pronunziare la professione religiosa come fratello laico. Venne poi trasferito nel convento di Iglesias, destinato ai servizi pii umili nel convento e alla questua nella zona del Sulcis.
Come questuante lo si vedeva ogni giorno, bisaccia in spalla, per le vie della città, al porto, nelle bettole: la gente lo amava e lo stimava, e lui dava in cambio il calore della sua amicizia, di una buona parola, l’esempio evangelico di una vita umile, vissuta a fianco dei poveri, ai quali distribuiva parte di ciò che riceveva. La sua morte nel 1781 venne pianta come la scomparsa di un amico.
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