15.a settimana tempo ordinario
Aforisma di S. Paolo Apostolo
“Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili”.
Preghiera Colletta
Padre misericordioso, che nel comandamento dell’amore hai posto il compendio e l’anima di tutta la legge, donaci un cuore attento e generoso verso le sofferenze e le miserie dei fratelli per essere simili a Cristo, buon samaritano del mondo che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio della 15.a domenica del tempo ordinario
30, 10-14; Salmo 18; Colossesi 1,15-20; Luca 10, 25-37
Parabola del buon Samaritano
Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Riflessione Commento al Vangelo
Uomini imperfetti e turbati dal peccato, da una parte, non siamo certi di ciò che è bene e giusto e, dall’altra, ci capita spesso di non essere pronti a fare il bene. È il motivo per cui Dio ci ha dato i comandamenti: essi ci indicano ciò che è giusto e fanno sentire a ognuno ciò che deve fare. È per questo che gli Ebrei dell’antica Alleanza avevano stabilito un sistema di più di cinquecento comandamenti e divieti, che doveva permettere loro di compiere in tutto la volontà di Dio, perché non avevano più una visione chiara di che cosa fosse assolutamente essenziale agli occhi di Dio e si perdevano nei dettagli.
Per i dottori della legge, discutere di gerarchie e di comandamenti era spesso ben più importante delle istituzioni destinate a compiere veramente la volontà di Dio. È ciò che dimostra l’esempio del dottore della legge che cerca di rendere Gesù ridicolo: ponendogli una domanda in apparenza sincera, egli vuole provare che è un teologo dilettante. Ma Gesù non sta al gioco. Costringe il dottore della legge a dare da sé la risposta giusta e gli mostra allora qual è il prossimo che ciascuno deve amare come sé stesso: è quello che si trova in miseria ed è bisognoso del nostro aiuto.
Si risparmia così ogni discussione saccente attorno al problema di sapere se qualcuno che non è ebreo, oppure è un ebreo peccatore, ha il diritto di aspettarsi il nostro aiuto. Egli va anche più lontano, mostrando che un Samaritano da disprezzare (agli occhi dei dottori della legge) è capace di fare del bene in modo naturale seguendo la voce del suo cuore, mentre due pii Ebrei si disinteressano in modo disdicevole. Non dimentichiamo che Gesù sottolinea ben due volte al dottore della legge: “Agisci seguendo il comandamento principale e meriterai la vita eterna!”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché ci ricordiamo sempre che molti degli atti più grandi nell’amore sono stati compiuti dai piccoli e dagli ultimi.
Avvenne il 13 luglio…
1814 – Viene fondata, con il nome di Carabinieri Reali dell’Armata Sarda, l’Arma dei Carabinieri.
1900 – Ribellione dei Boxer: Tientsin viene strappata dagli alleati europei ai boxer in rivolta.
1908 – Le donne competono per la prima volta nei giochi olimpici moderni.
1914 – A Camerata Cornello (BG), Simone Pianetti uccide nel giro di poche ore 7 persone fuggendo poi fra i monti; riuscito a sfuggire alla cattura della polizia, non verrà mai ritrovato
1920 – I fascisti danno alle fiamme il Narodni dom di Trieste, importante sede delle organizzazioni degli sloveni triestini.
Santo del giorno

Gli Atti degli Apostoli lo citano più volte, come pure viene menzionato nelle varie lettere apostoliche sia di Paolo che di Pietro. I due apostoli lo chiamano Silvano, mentre gli ‘Atti’ lo chiamano Sila comunque è assodato che si tratta della stessa persona, e che probabilmente uno sia il diminutivo dell’altro.
Gli Atti degli Apostoli lo presentano come uno degli “uomini eminenti”, pur non specificando di quale autorità fosse rivestito nella Chiesa di Gerusalemme. Per questo viene inviato insieme a Giuda Barsabba ad Antiochia per accompagnare l’apostolo Paolo e il discepolo Barnaba, ad illustrare e raccomandare l’osservanza del decreto emesso dal Concilio di Gerusalemme e ricompare verso il 63 o il 66 con Pietro a Roma e lo aiuta a scrivere la sua lettera Enciclica a varie Chiese dell’Asia. Secondo gli Atti Silvano era cittadino romano come Paolo. Muore, forse da martire, in Macedonia.
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