XX Settimana del tempo ordinario
Proverbio del Giorno
«La porta meglio chiusa è quella che si può lasciare aperta (Cina)»
Iniziamo la Giornata Pregando (Salmo 119)
O Dio della vita, che in questo giorno santo ci fai tuoi amici e commensali, guarda la tua Chiesa che canta nel tempo la beata speranza della risurrezione finale, e donaci la certezza di partecipare al festoso banchetto del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Ascoltiamo la Parola di Dio Gv 6,51-58.
Gesù disse: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Riflessione Per Il Giorno
In natura, non ci può essere vita senza nutrimento. Il cibo, di origine vegetale o animale, di cui ci nutriamo, è stato vivente prima di essere consumato per mantenere in vita un altro essere, cioè noi.
Oggi, nel Vangelo, Gesù affronta questo dato di fatto della condizione umana, rovesciandone l’ambito di applicazione: noi dobbiamo nutrirci di lui stesso, della sua carne e del suo sangue, se vogliamo cominciare a conoscere la pienezza della vita. Mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue, noi ci nutriamo come non si potrebbe fare nell’ambito fisico. Noi viviamo così per sempre: il cibo è diverso, così come diversa è la vita che esso ci dà. Questo nuovo tipo di cibo ha, sul credente, un effetto immediato (“ha la vita eterna”) ed è, nello stesso tempo, una promessa per il futuro (“e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”). Quando ci nutriamo del cibo naturale, siamo integrati nel ciclo biologico; per mezzo della trasformazione delle leggi biologiche, invece, riceviamo la vita divina, siamo introdotti nella vita stessa di Dio. Come ciò che mangiamo e beviamo, assimilato, diventa parte di noi, così, ricevendo nel sacramento la carne e il sangue di Cristo, veniamo “incorporati” in lui.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché sorgano nel nostro mondo così confuso coraggiosi testimoni della verità.
Don’t forget
S. Ludovico di Angiò Vescovo Figlio di Carlo d’Angiò, re di Napoli, da ragazzo fu condotto prigioniero presso il re di Aragona dove conobbe i Francescani. Riacquistata la libertà, rinunciò al trono e venne ordinato sacerdote nel 1296, a 22 anni e vescovo della diocesi di Tolosa, dove improntò la vita alle regole della povertà francescana. Predilesse i poveri, i malati, i giudei vittime di persecuzione e i carcerati ai quali si recava a far visita. Ludovico venne elevato agli onori degli altari nel 1318, presenti la madre e il fratello Roberto
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