Domenica 20 febbraio 2022

     

    7.a settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno

    L’uomo che ha creduto a quello che Dio ha fatto in Gesù, prima o poi dovrà chiedersi: E ora che cosa devo fare? Come devo vivere?

     

    Preghiera del giorno

    Padre clementissimo, che nel tuo unico Figlio ci riveli l’amore gratuito e universale, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci di amare anche i nostri nemici e di benedire chi ci ha fatto del male.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    La parola di Dio del giorno

    1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23; Salmo 102; 1 Corinti 15,45-49 – Luca 6,27-38

    Gesù disse ai discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.

    A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.

    E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 

    Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

     

    Riflessione del giorno della comunità di bose

    Com’è possibile amare il nemico? Anzitutto, ricordando che il nemico è sempre un essere umano, dunque un fratello. “Un uomo, qualunque cosa ti faccia, è un fratello” (Giovanni Crisostomo); il nemico che mi fa del male è un fratello che il male ha allontanato da me e ha allontanato anche dalla sua umanità.

    Del resto, chi è il nemico? Il nemico è l’amico, il vicino, colui che mi è accanto. Gesù ha trovato in Giuda, uno dei Dodici, chi si è fatto suo nemico personale, e in Pietro, da lui stabilito primo tra i Dodici, chi l’ha tradito.

    È possibile amare il nemico ricordando che noi siamo i nemici amati da Dio proprio nel nostro essere nemici (“mentre eravamo nemici”: cfr. Romani 5,6-10). Ed è perciò possibile amare il nemico fondandosi sulla fede in Cristo che sulla croce ha abbattuto la logica dell’inimicizia (cfr. Efesini 2,14), ha risposto agli oltraggi e alle violenze invocando il perdono sui suoi aguzzini (1Pt 2,23; Lc 23,34).

    È possibile amare il nemico compiendo un lavoro su di sé che comporta anzitutto la rinuncia alla vendetta, al rendere male per male (cfr. Romani 12,14-21). Quindi occorre riconoscere che si sta soffrendo la situazione di inimicizia e riconoscere la collera che ci abita e che si manifesta in discorsi e pensieri interiori contro colui che si è fatto nostro nemico.

    La collera è anche rivelazione di noi, non solo denuncia dell’altro. Infine è possibile amare il nemico solo riconoscendo che l’amore che l’amore al nemico è grazia, è dono di Dio, è amore di Dio in lui e non stancandoci di chieder questa grazia nella preghiera.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo perché impariamo a perdonare i nostri nemici cominciando a chiedere perdono a Dio del fatto che siamo stati suoi nemici.

     

    Don’t forget! Santo del giorno

    S. Giacinta Marto

    Nata 11-3-1910 ad Aljustrel (Fatima) in Portogallo, Giacinta Marto era 11.a e ultima figlia di Emanuele e Olimpia de Jesus. Con il fratello Francesco e la cugina Lucia, fu una dei veggenti delle apparizioni di Fatima, tra il maggio e l’ottobre 1917.

    D’indole vivace, imparò ad accettare le sofferenze, anche compiendo piccoli sacrifici per amore di Dio e della Madonna. Ammalatasi di influenza “spagnola” nel 1918, morì il 20 febbraio 1920 a Lisbona, a 9 anni e 11 mesi. Suo fratello Francesco l’aveva preceduta il 4-4-1919.

    Entrambi sono stati beatificati da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000 e canonizzati da papa Francesco 17 anni dopo. I resti mortali di Giacinta Marto sono venerati nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima.

     

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