domenica 23 ottobre ’16

    XXX Settimana tempo Ordinario

     

    Giacomo Puccini – Madama Butterfly: Un bel dì vedremo – Maria Callas 1954

     

    Iniziamo la giornata Pregando (colletta della Messa)

    O Dio, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi; guarda anche a noi come al pubblicano pentito, e fa’ che ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia per essere giustificati nel tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen”.

     

    90.ma GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE: “Chiesa missionaria, testimone di misericordia”

    In questa giornata missionaria, ricordiamo che la nostra diocesi di Bergamo oltre agli 800 preti che formano il presbiterio diocesano, ha 880 missionari sparsi in 5 continenti e può contare su 40 preti fidei donum che lavorano all’estero (le missioni diocesane di Bergamo sono in Cuba, Bolivia, Costa d’Avorio, ma preti fidei donum ci sono anche in varie altre nazioni europee e del mondo), per portare il vangelo, l’aiuto e la solidarietà della nostra Chiesa locale.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno Lc 18, 9-14

    cattura

    In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 

     

    La Riflessione del giorno (Commento al Vangelo)

    La parabola presenta due modi diversi e contrapposti di concepire l’uomo e il suo rapporto con Dio. La preghiera del fariseo è un rendimento di grazie a Dio. Solo apparente però. In realtà è un pretesto per lodare se stesso e non Dio, compiacersi di sé per la mancanza di ogni peccato e per il merito delle buone opere, in forza delle quali si ritiene giustificato ed «esige» da Dio la ricompensa. La preghiera del fariseo non è preghiera, ma il suo opposto. Il pubblicano invece è «nella verità»: è consapevole della sua colpa e di non avere meriti davanti a Dio. Chiede grazia. La sua è vera preghiera. Perciò dietro i due personaggi della parabola si può scorgere l’opposizione tra due tipi di giustizia: quella dell’uomo che ritiene di poterla realizzare col compimento perfetto della legge e quella che Dio concede al peccatore che si riconosce tale e che si converte. Il tema paolino della giustificazione mediante la fede si trova già delineato in questa parabola.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i missionari, sacerdoti, religiosi e religiose e laici bergamaschi nel mondo.

     

    Giovanni da Capestrano

    Nato nel 1386 da barone tedesco e madre abruzzese, studia a Perugia e diventa ottimo giurista, tanto che viene eletto governatore della città. Fatto prigioniero, decide di diventare francescano; conosce S. Bernardino e diventa suo amico. Il Papa lo invia come legato in Austria, Baviera e Polonia dove dilaga l’eresia Hussita; il Terra Santa promuove l’unione degli Armeni con Roma. Nel 1456 si trova a Belgrado dove infuria la battaglia contro i Turchi e per 11 giorni e notti non abbandona il campo. Muore tre mesi dopo in Slavonia oggi Croazia.

    gingol

     

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