Domenica 14 maggio 2023

     

    Va Settimana di Pasqua 

     

    Aforisma dalla Parola di Dio Isaia 48,20

    Con voce di gioia date il grande annunzio, fatelo giungere ai confini del mondo: il Signore ha liberato il suo popolo.

     

    Preghiera colletta

    O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo Figlio messo a morte per i nostri peccati e risuscitato alla vita immortale, confermaci con il tuo Spirito di verità, perché nella gioia che viene da te, siamo pronti a rispondere a chi ci domandi ragione della speranza che è in noi. Per il nostro Signore Gesù Cristo Tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di Dio della 6a domenica di Pasqua

    Atti 8,5-8.14-17; Salmo 65; 1 Pietro 3,15-18; Giovanni 14,15-21

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.

    Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

    Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 

     

    Riflessione commento al Vangelo

    “Se mi ami, osserva i miei comandi”: questa che a prima vista sembra una pretesa, ha piena legittimità per la personalità di chi la pronuncia: infatti Gesù non esige da nessuno qualcosa che egli non abbia già fatto e se chiede ai suoi che compiano la sua volontà, è perché durante tutta la sua vita egli ha sempre agito “come il Padre gli ha ordinato” (Gv 14,31).

    Ne consegue che il modo migliore di fare i nostri interessi più autentici, è quello di sottometterci al volere divino osservando i suoi comandi che Gesù riassume nell’invito ad amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi. Ma qui sta il problema: noi, poveri come siamo, come faremo ad amare davvero? “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” è la risposta di Gesù ai nostri dubbi.

    Ci viene cioè assicurato che il Padre celeste non esige da noi se non ciò che Egli stesso ci ha donato: e il suo dono è lo Spirito Santo il misterioso maestro interiore; è lui la mano di Dio che con noi lavora a sradicare l’orgoglio e ci aiuta ad amare umilmente noi stessi come membra sofferenti di Gesù. È lui il dono del Risorto, che abbatte i muri di divisione; colma i fossati di separazione e rende possibile il sogno della pace e della vita nel vicendevole amore e perdono.

    E lui il Paraclito che prende le nostre difese davanti a Dio. Quella dello Spirito è presenza e azione misteriosa, ma viva, concreta, reale. Così come viva, concreta ed efficace è la sua legge: quella della libertà che Gesù ci ha donato e fa di noi persone nuove nelle quali Dio ha scelto di abitare.                     

     

    Intenzione di preghiera

    Perché nella nostra vita impariamo a ripartire sempre da Dio, nel fedele compimento della sua volontà lasciandoci guidare dallo Spirito maestro interiore e nostro Paraclito.

     

    Don’t Forget! Santo del giorno

    S. Mattia

    Di Mattia si parla nel primo capitolo degli Atti degli apostoli, quando è chiamato a ricomporre il numero di dodici, sostituendo Giuda Iscariota. Viene scelto con un sorteggio, attraverso il quale la preferenza divina cade su di lui e non sull’altro candidato – tra quelli che erano stati discepoli di Cristo sin dal Battesimo sul Giordano – Giuseppe, detto Barsabba.

    Dopo Pentecoste, Mattia inizia a predicare, ma non si hanno più notizie su di lui. La tradizione ha tramandato l’immagine di un uomo anziano con in mano un’alabarda, simbolo del suo martirio. Ma non c’è evidenza storica di morte violenta. Così come non è certo che sia morto a Gerusalemme e le reliquie siano state poi portate da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, a Treviri, dove sono venerate. 

     

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