Un dono al Patronato…
Sabato 25 settembre 2021 si inaugura nel grande cortile della casa centrale del Patronato San Vincenzo, la scultura detta “El Dante” che comprende non solo la statua del più grande poeta italiano, ma anche il pannello che riassume nella figura di Beatrice la sua opera nota in tutto il mondo: la Divina Commedia.
Questo monumento è stato voluto e ideato da uno dei massimi studiosi di Dante, il saggista e pedagogista Franco Nembrini che ne ha affidato la realizzazione allo scultore toscano Adelfo Galli. Copia dell’opera è stata acquistata dall’imprenditore PierDamiano Airoldi fondatore di Magnetic Media Network a condizione che fosse destinata a un’istituzione bergamasca significativa: il nostro Vescovo Francesco Beschi ha individuato tale istituzione nel Patronato San Vincenzo che con gratitudine ha accolto il dono e si è premurato di collocarlo nell’ampio spazio del cortile della casa dove don Bepo nel 1927 ha iniziato la sua straordinaria vicenda di fede e carità.
La ditta Eriwal ha fornito la struttura che sostiene il gruppo scultoreo e la ditta Nicoli ha eseguito i lavori edili relativi al basamento, con la collaborazione di alunni e insegnanti della Scuola Professionale AFP del Patronato, mentre gli ospiti italiani e stranieri hanno provveduto alla pulizia e alla sistemazione dello spazio circostante.
A loro va il nostro più sincero ringraziamento per un’opera d’arte che dà lustro alla casa e riconoscimento al lavoro quasi secolare della nostra istituzione.
…fatto non per caso…
Come spesso è capitato e continua a capitare nella storia del Patronato, accettando il dono ci si è accorti che nulla avviene per caso: l’artista autore dell’opera infatti si chiama Adelfo perché accolto e cresciuto a Nomadelfia la comunità fondata da don Zeno Saltini che in un momento di crisi grave affidò molti dei suoi orfani proprio a don Bepo, il quale li accolse al Patronato.
Non solo: fra “Comunione e liberazione” di cui Franco Nembrini (fondatore della scuola “La Traccia” di Calcinate) è esponente di spicco e il Patronato esiste da anni un rapporto di intesa e collaborazione. Quando C.L. muoveva i primi passi, fu infatti proprio don Bepo a chiedere al direttore della Casa del Giovane don Minelli di ospitarli “perché –disse- questa gente avrà un futuro nella chiesa”.
Due sorelle Nembrini inoltre furono insegnanti al P.S.V. di Sorisole anche di un ragazzo che sarebbe diventato uno dei sacerdoti più significativi nella storia della istituzione: don Fausto Resmini.
E infine il nostro Vescovo fin dall’inizio del suo ministero episcopale a Bergamo non ha mai fatto mancare al Patronato il suo sostegno, e questa decisione di donare l’opera al Patronato ne è la prova.
…che completa
simbolicamente
un percorso.
Anno 1929: nel centro dell’ampio terreno della ex-refrattaria che ha acquistato per realizzarvi la prima e la più grande delle tante case di accoglienza dei suoi ragazzi, don Bepo fa innalzare il monumento alla Madonnina che da allora veglia a protezione degli ospiti ed è insieme il polo della preghiera di tutti.
Anno 1976: 47 anni dopo don Bepo, morto il 5/02/1975 e sepolto provvisoriamente al Cimitero di Bergamo, fa ritorno al Patronato nella cappella appositamente realizzata a fianco della chiesa grande per ospitare la tomba che custodisce i suoi resti mortali.
Anno 2021: E 45 anni dopo (una coincidenza?) sull’asse che unisce la statua della Madonnina con la tomba di don Bepo, è inserito il monumento a Dante a completare simbolicamente un percorso educativo. In che senso?
1. La Madonnina oltre a significare la protezione materna di Maria SS. sulla casa e i suoi ospiti, è la chiara testimonianza che il Patronato si è originato e si sviluppa solo grazie alla Provvidenza di Dio nei confronti dei suoi figli più piccoli e bisognosi. Insomma essa ci ricorda che la carità è il frutto di un albero la cui radice è la fede e i cui rami sono la speranza, come sosteneva don Bepo affermando che “La carità è l’apologia della fede”.
2. La tomba di don Bepo non è solo il luogo della memoria e dell’intercessione, ma ha anche la funzione di indicare il carisma del Patronato cioè di ricordare a tutti la sua identità, i suoi principi ispiratori, il suo stile peculiare nel vivere ed esercitare la carità, l’impegno a realizzare la sua mission (i giovani, i poveri, gli stranieri) con quell’atteggiamento vigile e creativo che sa cogliere le nuove emergenze e sa dare risposte efficaci e innovative.
3. La Divina Commedia che è il grande poema della vita di ogni uomo e della storia di tutti e che ci ricorda che la vita è un percorso che tende sì all’alto e ha come meta finale il Paradiso, ma comprende pure il passaggio inevitabile, ma provvisorio attraverso l’inferno del male e della prova, e temporaneamente attraverso il purgatorio della colpa e del riscatto.
L’asse simbolico Madonnina-don Bepo-Dante è così il manifesto del messaggio che propone il Patronato, è una proposta di riflessione sui fondamenti della propria vita e infine è un invito a compiere scelte alte e coraggiose, le sole che nobilitano l’animo umano e forgiano le grandi personalità.
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