giovedì 3 marzo ’16

    III.a Settimana di Quaresima

     

     

    nella fotografia un quadro di Armando-Spadini – Il sonaglio

     

     

    Iniziamo la Giornata pregando (Preghiera di S. Tommaso d’Aquino)

    Dal nostro Signore onnipotente e misericordioso invoco gioia e pace, conversione di vita, occasioni di penitenza, grazia e consolazione dello Spirito Santo, perseveranza nel fare le opere. Amen”.

     

    Innocenzo da Berzo

    Giovanni Scalvinoni nacque a Niardo (Bs) nel 1844. Orfano di padre, visse l’infanzia a Berzo e fu ordinato prete nel 1867, l’innata timidezza gli faceva desiderare il nascondimento e la solitudine: per questo si fece cappuccino con il nome di fra Innocenzo. Trascorse la maggior parte del tempo all’eremo dell’Annunziata e veniva chiamato a predicare nei conventi di Lombardia. Malati e afflitti accorrevano per riceverne la benedizione. Morì nel convento di Bergamo il 3-03-1890.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Luca 11,14-23)

    Gesù stava scacciando un demonio muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «E’ in nome di Beelzebùl che egli scaccia i demoni». Altri, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’ altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demoni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

     

    Riflessione del giorno

    Disse P. Antonio a P. Poemen: «Questa è l’opera grande dell’uomo: gettare su di sé il suo peccato davanti a Dio; e attendersi tentazioni fino all’ultimo respiro» Come nel Vangelo è detto di Maria che ha scelto la parte buona, e non la più buona, a significare che è la parte buona per eccellenza, senza possibilità di paragone, così per il monaco non si parla dell’opera più grande, ma dell’opera grande; cioè quella grande per antonomasia. I padri del deserto ripetono che la consapevolezza della propria miseria è il fondamento di tutto. Evagrio Pontico dice: «L’inizio della salvezza è condannare se stessi». S. Teresa di Gesù Bambino dirà: «Sì, basta umiliarsi, sopportare con dolcezza le proprie imperfezioni: ecco la vera santità»

     

    Intenzione del Giorno

    Preghiamo perché i credenti sappiano mettere in atto una seria capacità di resistenza alle tentazioni

     

    Don’t forget! …Ricorda!

     Cattura

    La Bolivia dice “no” al 4° mandato del presidente Evo Morales. Lo scrutinio del 99,49% delle votazioni sul referendum evidenzia il 51,31% dei “no” rispetto al 48,69% dei “si”. Si tratta della prima sconfitta elettorale per Morales alla guida della Bolivia da 10 anni e il cui mandato scadrà nel 2020. Un duro colpo per Morales e per il partito di maggioranza MAS che ora dovrà cominciare una riflessione politica per evitare un crollo di consensi alle prossime elezioni.

     

    Il Quadro della settimana – 115° quadro de: “i mille quadri più belli del mondo”

    Cattura1

    RAFFAELLO SANZO: LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE 1504 Olio su tavola 170X118 cm BRERA MILANO

     

    Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520) fu pittore e architetto italiano, tra i più noti al mondo e tra i più celebri del Rinascimento italiano. L’opera che oggi presentiamo venne commissionata dalla famiglia Albizzini per la chiesa di S. Francesco a Città di Castello. Raffaello in quest’opera si ispirò a un’analoga tavola che in quegli anni Perugino stava dipingendo per il Duomo di Perugia: il confronto dimostra l’acuirsi delle divergenze tra maestro e allievo, all’insegna di una presentazione più coinvolgente e realistica. Nel 1798 il comune di Città di Castello fu obbligato a donare la pala al generale napoleonico Lechi, che poi la vendette a un mercante d’arte il quale la lasciò a sua volta in eredità all’Ospedale Maggiore di Milano. Acquistata dal Beauharnais, fu destinata all’Accademia di Brera dove si trova tuttora. Fulcro della composizione è la figura centrale del sacerdote che sorregge i polsi di Giuseppe -che porge l’anello nuziale- e di Maria. Due gruppi di personaggi affiancano gli sposi, uno maschile e uno femminile: i giovani recano tutti un ramoscello, ma l’unico fiorito è quello di Giuseppe che dimostra così di essere stato prescelto da Dio come sposo per Maria. Si noti il gesto del pretendente in primo piano che rabbiosamente spezza il suo rametto ormai inutile. A sinistra sono raffigurate giovani donne che appaiono pacate, calme, dolci e tranquille. Giuseppe piega il busto e la testa verso destra e ha il piede sinistro leggermente avanzato. Tutti i personaggi sono caratterizzati dall’eleganza degli abiti e dall’armonia delle posizioni. Ma è soprattutto alla solida struttura formale e compositiva che quest’opera straordinaria deve la sua fama. La struttura ha come fulcro il grande tempio circolare con cupola, contornato da un immenso cortile, presentato sullo sfondo a delimitare un ampio e profondo paesaggio.

    Rispetto al Perugino, Raffaello sposta più indietro il tempio accentuando lo spazio con le figure in modo che l’edificio non appaia troppo massiccio e imponente. Questo, a pianta centrale, ha sedici lati e la porta aperta fa intravedere il paesaggio al di là: la prospettiva è sottolineata dalla griglia della pavimentazione della piazza, a strisce rettangolari. L’intento del giovane artista è dare organicità allo schema collegando il primo piano con lo sfondo: egli sottolinea le linee di fuga rappresentate dalle strisce di marmo bianco del pavimento che convergono verso il punto di fuga situato al di là della porta del tempio. Il risultato finale è strepitoso: la composizione è equilibrata, armonica, perfusa di bellezza e di incanto come nessuno mai prima è riuscito e poi riuscirà a fare.

    Cattura3

    Pietro Perugino: sposalizio della Vergine – Consegna delle chiavi a Pietro

    gingol

     

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