XVIII settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Lorenzo martire (poesia di Giovanni Pascoli)
«San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla…».
Preghiera Salmo 111
Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. / Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto. Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria.
Santo del giorno
S. Lorenzo
Lorenzo nacque a Huesca, Spagna, nella prima metà del III secolo. Giunto a Roma si distinse a tal punto per la pietà, la carità verso i poveri e l’integrità di costumi, da essere nominato Arcidiacono della Chiesa, con il compito di sovrintendere all’amministrazione dei beni ecclesiastici, accettare le offerte e custodirle, provvedere ai bisognosi, agli orfani e alle vedove.
Catturato dai soldati dell’Imperatore Valeriano, fu risparmiato fino al 10 agosto affinché consegnasse i tesori della Chiesa: Lorenzo rispose alle richieste indicando i poveri come i veri tesori nei quali la chiesa onorava il suo Signore, nato, vissuto e morto povero in croce. Secondo la tradizione Lorenzo sarebbe stato bruciato sopra una graticola, ma è probabile che sia stato semplicemente decapitato. È uno dei santi più popolari della chiesa e il suo culto si è diffuso in tutto il mondo.
Parola di Dio del giorno Giovanni 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Riflessione del giorno – detti e fatti dei Padri del nuovo deserto
Le due sorelle Invidia e Gelosia camminavano tenendosi a braccetto e riuscirono a varcare i confini del nuovo deserto fin alle celle dei monaci. Abba Pasquale incontrò abba Ignazio e, con un po’ di stizza, gli fece una confidenza: “Non capisco come mai tutti vadano a chiedere consigli da abba Marco, e nessuno venga da me; sono anch’io un monaco anziano, anch’io vivo da molti anni nel deserto, anch’io prego e digiuno e merito fiducia”.
Abba Ignazio si accorse subito dell’arrivo delle due sorelle Invidia e Gelosia a braccetto. Pregò dentro di sé e chiese: “Signore Gesù Cristo, ispirami una Parola”. Poi rispose: “Abba Pasquale, io so che abba Marco non desidera incontrare nessuno, perché ama il Signore Gesù così tanto, che vorrebbe essere occupato sempre e solo con lui senza altre distrazioni. Tuttavia molti lo cercano per avere una buona parola.
Tu invece vorresti essere cercato dalla gente, ma nessuno si ferma da te. Non hai capito perché? Le persone che soffrono hanno un fiuto istintivo: si accorgono se un monaco ama Gesù, perché allora è avvolto dallo Spirito Santo. Se un abba ama sé stesso può avere solo un po’ di intelligenza, può tutt’al più un buon psicologo.
Le persone sofferenti hanno bisogno non di un uomo, ma di Gesù che ha detto: «Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Io sono contento se qualcuno cerca abba Marco. Sii contento anche tu”. Abba Pasquale rientrò nella sua cella e chiese al Signore di essere liberato dal malefico influsso delle due sorelle.
Intenzione di Preghiera
Perché la chiesa consideri il Vangelo annunciato ai poveri e il servizio della carità nei loro confronti la sua missione più alta e nobile.
Don’t Forget! Santi e beati della carità
Beato Edmondo Bojanowski
LAICO, FONDATORE 1814- 1871
Edmund Bojanowski nacque da nobile famiglia il 14 -11-1814 a Grabonóg nel granducato di Poznan. Studiò filosofia nell’Università di Breslavia nel 1835 e poi a Berlino. Verso la metà del secolo XIX la Polonia era divisa e soggetta alle tre Nazioni vicine, Russia, Prussia e Austria, e fino al 1918 quando divenne indipendente, vi furono fiere rivolte e ribellioni creando imprevisti mutamenti di carattere politico-sociale ed industriale; di fronte a questi sconvolgimenti che creavano vaste fasce di povertà, Edmund decise di dedicarsi ai più bisognosi, nell’ambito dell’insegnamento e dell’evangelizzazione delle popolazioni contadine.
Cominciò con l’aprire asili per i bambini, divenendo così un pioniere nell’assistenza per l’infanzia nelle campagne. Per dare stabilità e futuro alle sue istituzioni, fondò nel 1850, la Congregazione delle “Ancelle dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio”. Le suore in buona parte provenivano dalle zone rurali e dopo opportuna preparazione, lavoravano negli asili; egli stesso le preparava sia intellettualmente che moralmente. Le suore ebbero anche il compito di interessarsi delle ragazze e delle madri, mediante le cosiddette “serate”, per prepararle ai doveri della famiglia cattolica. Organizzò sale di lettura con buoni libri, con le suore impegnate ad aiutare i poveri e assistere i malati, sofferenti per la solitudine delle campagne.
Nel 1849 un’epidemia di colera lo vide in prima fila, chiamò in aiuto da Poznan le Figlie della Carità. Ebbe riconoscimenti prestigiosi e nel 1869 a 55 anni, entrò in Seminario a Gnienzo, ma nel 1871 dovette uscirne per il rapido declino della sua salute, con grande dispiacere, perché desiderava consacrarsi completamente a Dio; ma la sua santificazione doveva avvenire nello stato laicale, del resto da laico indicò le vie della vita spirituale e scrisse le regole per le sue suore. Morì a Górka Duchowna (Poznan) il 7-8-1871; alla sua morte esistevano due noviziati, 197 suore e 40 Case.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.