10.a settimana del tempo ordinario
Avvenne il 12 giugno…
1812 – Napoleone Bonaparte inizia l’invasione della Russia.
1918 – 1.a guerra mondiale: 1° bombardamento aereo americano sul fronte occidentale in Francia.
1964 – Il Sudafrica condanna Nelson Mandela all’ergastolo.
1935 – La guerra del Chaco, combattuta fra Bolivia e Paraguay dal 1932, finisce con una tregua
1987 – Il presidente USA Ronald Reagan invita Michail Gorbačëv ad abbattere il Muro di Berlino.
2023 – Muore Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ex premier e presidente di Mediaset
Aforisma da 2.a lettera di S. Paolo ai Corinzi
“Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà.”
Preghiera Salmo 84
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace. La sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.
Santo del giorno

Nato a Verona il 9-10-1777, a 18 anni sente la chiamata al sacerdozio, ma mentre inizia la teologia la sua città è invasa dagli stranieri. Il giovane chierico si distingue per l’assistenza a malati e feriti, entrando a far parte dell’«Evangelica Fratellanza degli Spedalieri».
Ordinato sacerdote il 20 settembre 1800, gli viene affidata la cura spirituale della gioventù. Nel maggio 1808 viene chiamato a dirigere spiritualmente la nascente Congregazione delle Figlie della Carità, fondate da santa Maddalena di Canossa; guida anche la serva di Dio Leopoldina Naudet, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia.
Con alcuni compagni formati nei suoi Oratori, nel 1816 dà inizio ” presso la Chiesa delle Stimmate di San Francesco ” all’istituto religioso dei «Missionari apostolici in aiuto dei vescovi», detto poi delle «Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo». Provato da continue malattie, muore a Verona il 12 giugno 1853. Giovanni Paolo II lo proclama santo il 1° novembre 1989.
Parola di dio del giorno Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio.
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Riflessione dal blog di Costanza Miriano
Articolo della BBC: “La mortalità infantile cresce negli stati americani dove l’aborto è stato proibito, dice uno studio”. A quanto pare qualche genio ha notato che, se si lascia nascere un bambino con gravi problemi di salute, è possibile che muoia. 478 decessi in 14 stati che non sarebbero avvenuti se, udite, udite, fossero stati abortiti prima.
Perché, capite, ammazzare un bambino mentre è ancora nella pancia della mamma non conta come morte. È qualcosa di diverso, non lo si vede e si può buttare direttamente nella spazzatura. Naturalmente, l’articolista della BBC si dimentica di segnalare quanti bambini che avrebbero potuto essere abortiti siano invece rimasti vivi. Perché curati, assistiti, o forse perché la diagnosi era sbagliata.
Oppure, semplicemente, perché ucciderli era una decisione che non nasceva da una patologia. Visto che il problema è la cifra della mortalità infantile, suggerisco una maniera radicale di risolvere la faccenda: fare abortire ogni donna incinta farebbe crollare quella percentuale a zero. La stessa soluzione può essere adottata con qualsiasi malattia: l’eutanasia su tutti i pazienti, effettuata prima del ricovero, azzererebbe le morti ospedaliere, annullerebbe i decessi per certi tipi di malattia, rimuoverebbe i costi medici per la collettività.
Si tornerebbe a quelle felici civiltà pagane prive di quegli hospitali pagani dove bambini e malati si eliminavano senza pensarci due volte; poi, purtroppo, è arrivato il cristianesimo a parlare di vita e persona. Che disgrazia! L’Inghilterra della BBC è già però molto avanti sulla strada verso quel tipo di civiltà. Se ne discute, si votano leggi per eliminare la sofferenza rimuovendo il sofferente. Sono sicuro che a tanti quest’idea piace. Almeno finché non si ammalano loro stessi.
Intenzione di preghiera
Per quei governi e le loro opinioni pubbliche che hanno fatto dell’aborto e dell’eutanasia un diritto “costituzionale”, perché si accorgano della enormità dell’errore fatto e cambino rotta.
Don’t Forget! Dante Alighieri
DIVINA COMMEDIA INFERNO 4° CANTO


Attraversato l’Acheronte, Dante e Virgilio entrano nel 1° cerchio dell’Inferno: il LIMBO (vedi immagine). Il nome Limbo significa «lembo» e indica l’orlo estremo della voragine infernale. Nel Limbo secondo la mentalità del suo tempo Dante relega le anime di coloro che vissero virtuosamente, ma o non furono battezzati (come i bambini morti in tenera età) oppure vissero prima di Cristo (come i pagani, fra cui Virgilio stesso).
Questi spiriti non sono dannati, ma la loro pena consiste nel desiderio eternamente inappagato di vedere Dio. In tempi recenti la Chiesa ha detto che il Limbo (mai affermato come verità dogmatica) è un’ipotesi che va abbandonata: questa strana sospensione a mezza via infatti non convince più nessuno e si capisce il perché…infatti o la vita umana raggiunge la meta per cui è stata creata oppure la nega.
Il poeta tornerà a più riprese su questo argomento che suscitava tanti dubbi in lui e in tanti altri pensatori cristiani nel Medioevo. Eppure questa immagine che tanti domande ha suscitato e continua a suscitare, qualcosa di vero ha: l’espressione «senza speme vivemo in disio» che esprime il nocciolo dell’esistenza nel limbo, non va interpretata in riferimento alla vita nell’aldilà, ma a quella terrena.
Non è forse caratteristico di tempi come i nostri quel «desiderio senza speranza» che restringe gli orizzonti, abbassa le prospettive, non aiuta ad alzare lo sguardo e fa pensare all’ultimo uomo di F. Nietzsche: «La terra sarà divenuta piccola, e su di lei andrà saltellando l’ultimo uomo, che rimpicciolisce tutto quello che tocca». Per tanta gente d’oggi nessuna grande gioia e nessuno grande dolore è il massimo a cui si possa aspirare…se non è Limbo questo!
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