giovedì 12 ottobre ’17

    XXVII settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di Pepi Merisio

     

    “Apnea” dall’album Mare Nostrum II di Paolo Fresu e Richard Galliano

     

     

    Proverbio del Giorno

    «Il saggio non commette due volte lo stesso errore (Siria)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Padre, in Cristo ci hai perdonato e hai stretto con noi un’alleanza solida che nessuno può spezzare Col sangue versato in croce, Gesù ha operato la riconciliazione. Dacci quanto è necessario a condurre una vita degna di figli tuoi, non solo in cielo, ma già sulla terra. Lo Spirito Santo scenda su di noi e ci purifichi. Amen

     

    S Felice, Cipriano e compagni.

    Con altri 5000 battezzati, furono portati nel deserto dove molti morirono di stenti e altri furono trucidati nella persecuzione vandalica del 482 nel nord Africa.

     

    La Parola di Dio del giorno (Lc 11,5-13)

    Il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.  Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio». Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (E. Fant)

    Ironman = “uomo di ferro” è una disciplina sportiva di cui si sente spesso parlare. È la competizione più dura al mondo: 3,8 km di nuoto nel mare, poi 180 km in bicicletta, infine, 42 km di corsa. Il tutto da portare a termine in meno di 17 ore. Ho chiesto a un amico che le frequenta, il motivo per il quale, dopo il lavoro, indossa cuffia e occhialini, spinge sui pedali e corre. Mi ha risposto che lo fa per spostare avanti l’asticella dei suoi limiti. È strano quando un altro essere umano prova a comunicarci una passione che non condividiamo, lui si accende di entusiasmo, noi, nel nostro intimo, cerchiamo le ragioni per declassare il tutto a fissazione. D’un tratto però ho capito: quella tensione atletica tradiva una parentela con l’attitudine degli uomini conosciuti nei monasteri. Persone che per scelta si alzano quando vorrebbero dormire, tonificano già prima dell’alba l’apparato locomotorio interiore, lottano con la distrazione durante le veglie, compromettono il menisco sull’inginocchiatoio, si allenano a tacere se non servono parole. Anche l’aumento di iscrizioni alle bizzarre competizioni degli aspiranti “uomini di ferro”, confermano che siamo fatti per una gara estrema. L’importante è, prima del traguardo, puntare tutto su quella vera.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti gli ammalati, gli infermi e i sofferenti

     

    Don’t forget! Bergamaschi Famosi: Fratelli Calvi

    Quasi nessuno ricorda i 4 fratelli Calvi e la loro madre: Clelia Pizzigoni Calvi. Natale Calvi, detto Nino, era il maggiore, appassionato di montagna, come il fratello Attilio, più giovane. Nell’aprile 1916 Nino e Attilio comandano i reparti che vanno all’assalto dell’Adamello: si combatte a oltre 3000 metri. Gli alpini conquistano il crinale, ma Attilio è ferito grave e muore a 26 anni. Nino, ossessionato dalla scomparsa del fratello, continua a combattere con gli alpini sino alla fine della guerra ed è mutilato a un piede. Morirà nel 1920, travolto da una valanga, anche lui sull’Adamello. Santino Calvi, il terzo, è volontario a 20 anni: dopo cinque giorni di guerra gli viene assegnata la medaglia d’argento al valor militare: è uscito per tre volte dalla trincea di cima Vezzena per recuperare i compagni feriti. Muore sull’Ortigara il 10 giugno 1917. Giannino, il più piccolo, è anche il più tranquillo: vorrebbe farsi prete. Ma dopo la morte dei fratelli decide di arruolarsi e rifiuta privilegi. Sopravvive alla guerra, MA muore di febbre spagnola sulla via del ritorno a casa. Poco più di un anno dopo, il 15 dicembre 1919, si spegne per il dolore il padre dei fratelli Calvi, Gerolamo, a lungo sindaco di Piazza Brembana. Clelia resta sola ad accogliere, il 30-12-1921, le salme dei figli E riceve ben 25 medaglie al Valore. 

     

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