XXXII settimana Tempo Ordinario
Aforisma di Gilbert K. Chesterton
“Dovremmo interessarci al lato più nascosto e reale di un uomo, in cui risiedono non i vizi che mostra, ma le virtù che non può mostrare.”
Preghiera
Dio onnipotente e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
S. Serapio martire
Di origine inglese, S. Serapio, nacque nell’anno 1179. Militare nella corte d’Austria, partecipò alla crociata in Terra Santa nel 1217, in seguito fu destinato ad andare in Spagna a combattere i mori.
Ebbe così occasione di conoscere S. Pietro Nolasco e nel 1222 vestì l’abito come cavaliere laico dell’Ordine. Dal fondatore fu nominato maestro dei novizi. Insegnò più con la vita, che con le parole: dalla sua scuola uscirono religiosi illustri, il più importante è S. Raimondo Nonnato.
Realizzò varie redenzioni e sebbene non fosse sacerdote, riuscì a portarne molte anime a Cristo. Nell’ultima redenzione che compì ad Algeri in Africa, restò in pegno per alcuni schiavi in pericolo, ma la somma pattuita per il riscatto non arrivò in tempo e i mori lo inchiodarono ad una croce e lo squartarono. Ricevette la palma del martirio il 14 novembre 1240.
Parola di Dio del giorno
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli.
Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».».
Riflessione dai fioretti di S. Francesco
In un’occasione c’era un lebbroso che si mostrava impaziente e insopportabile proprio in una struttura in cui operava S. Francesco con alcuni frati. Quest’uomo si riteneva che fosse invasato dal demonio. In particolare aggrediva con espressioni molto volgari e violente chiunque provava a fargli assistenza. Non solo: bestemmiava in continuazione Cristo e la Madonna.
I frati erano stremati da quei comportamenti e pensarono di abbandonare quell’ammalato. Ma prima di farlo ne vollero parlare con Francesco. Francesco, informato dal caso, si recò dal lebbroso e lo salutò dicendo: “Iddio ti dia pace, fratello mio carissimo”. Rispose il lebbroso, rimbrottando: “E che pace posso io avere da Dio, che m’ha tolto pace e ogni bene, e mi ha fatto tutto marcio e puzzolente?”. Francesco replicò così: “Abbi pazienza, perché le infermità dei corpi ci sono date da Dio in questo mondo per salute della anima.
Ma questo accade quando tali infermità sono portate in pace”. L’infermo, a quel punto, volle sapere di più. E chiese a Francesco come potesse vivere in pace una malattia così grave e fastidiosa, che lo stava affliggendo giorno e notte. E accusò i frati di non servirlo bene. Il santo di Assisi percepì la presenza demoniaca nelle sue parole e andò via, pregando in modo sommesso Dio. Fatta l’orazione ritornò dall’uomo e gli disse che lo avrebbe servito lui stesso. Qualsiasi cosa aveva bisogna poteva chiederla a Francesco.
A quel punto l’uomo si lasciò toccare dal santo. «E per divino miracolo, dove santo Francesco toccava colle sue sante mani, se ne andava la lebbra e rimaneva la carne del tutto sanata. E come cominciò la carne a sanarsi, così si cominciò a sanare l’anima». Il lebbroso, vedendosi in via di guarigione, cominciò a pentirsi dei suoi comportamenti perversi, dei suoi peccati e piangeva amaramente. Era in corso la purificazione della sua anima. Ripeteva: «Guai a me, che io sono degno dell’inferno per le villanie e ingiurie ch’ho fatte e dette ai frati, e per la impazienza e le bestemmie che io ho avute contro Dio».
Il tutto accompagnato da lunghi pianti: tutto questo durò per quindici giorni, durante i quali il suo corpo guariva sempre più. Francesco lasciò quell’ospedale ma “incontrò” nuovamente quell’uomo. Sanato nel corpo e nella mente, l’ormai ex lebbroso ebbe nuovi problemi di salute e morì nelle settimane successive. La sua anima apparve a S. Francesco, durante un’orazione, che lo riconobbe.
L’uomo, profetico, mentre volava in cielo disse a Francesco: «Io sono il lebbroso il quale Cristo benedetto sanò per i tuoi meriti, e oggi io vado alla vita eterna; di che io rendo grazie a Dio e a te. Benedetta sia l’anima e il corpo tuo e benedette le tue parole e le tue operazioni; poiché grazie a te molte anime si salveranno nel mondo». Dette queste parole l’anima dell’uomo salì verso il cielo e Francesco rimase consolato dall’opera buona che aveva compito.
Intenzione di preghiera per la settimana
Preghiamo perché tutti i genitori che piangono la morte di un figlio o una figlia trovino sostegno nella comunità e ottengano dallo Spirito consolatore la pace del cuore.
Avvenne il 14 novembre…
1851 – Viene pubblicato il romanzo di Herman Melville Moby Dick.
1922 – La BBC inizia le trasmissioni radio nel Regno Unito.
1940 – La città di Coventry viene pesantemente bombardata dalla Luftwaffe.
1969 – La NASA lancia l’Apollo 12, seconda missione con uomini a bordo ad atterrare sulla Luna.
1982 – Lech Wałęsa, capo di Solidarność, viene rilasciato dopo undici mesi di internamento.
2017 – Zimbabwe: colpo di Stato militare contro il presidente Robert Mugabe
2021 – Valentino Rossi si ritira ufficialmente dalla Moto Gp
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