Giovedì 15 giugno 2023

     

    X settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di Lucio A. Seneca 4 a. C – 65 d. C

    “Vale la pena di sperimentare anche l’ingratitudine, per trovare un uomo riconoscente.”

     

    Preghiera per i figli

    Signore, benedici i figli che ci hai dato. Tu conosci i pericoli che li attendono e le tentazioni che li minacciano. Noi te li affidiamo perché tu li preservi dal male. Insegnaci ad aprire il loro cuore a tutto ciò che è buono, i loro occhi a tutto ciò che è bello, il loro animo a tutto ciò che è vero. Meglio di noi veglia su di loro e proteggili perché sono molto più tuoi che nostri. Amen

     

    Santo del giorno

    S. Luigi Maria Palazzolo

    San Luigi Maria Palazzolo, sacerdote bergamasco, fin dagli inizi del suo ministero si dedicò alla educazione dei ragazzi abbandonati. Col tempo comprese di doversi occupare anche delle ragazze, avviando l’Opera di S. Dorotea nel popoloso e povero quartiere di S. Bernardino e nel 1869, con Teresa Gabrieli, iniziò l’Istituto delle “Suore delle Poverelle”, impegnate a condividere in tutto la vita dei poveri.

    Fondò anche un Istituto maschile, i Fratelli della S. Famiglia, che però si estinsero nel 1928. Don Luigi morì a Bergamo, nella Casa Madre del suo Istituto, il 15-6-1886. È stato beatificato il 19 marzo 1963 da S. Giovanni XXIII e canonizzato nel 2022 da papa Francesco. I resti mortali sono venerati a Bergamo, nella chiesa della Casa Madre in via San Bernardino 56.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 5,20-26

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio.

    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

    Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

     

    Riflessione di don Davide Rota

    Il denaro che perdi, puoi recuperarlo; la salute che perdi, può esserti restituita dai medici; ma il tempo che perdi, è perduto per sempre. Un proverbio bergamasco dice “ŝöche e melù ‘n de la sò stagiù” (zucche e meloni alla loro stagione).

    Queste due massime ci riportano a una saggezza antica che oggi sembra perduta. La prima richiama l’importanza del tempo a proposito del quale ci lamentiamo sempre di averne poco, mentre invece è vero quel che il saggio romano Lucio Seneca afferma: “Non è vero che di tempo ne abbiam poco. Il problema è che ne sprechiamo tanto”.

    Il problema di tanti oggi infatti è che il loro tempo è “intasato” da troppi impegni, occupazioni e preoccupazioni: costoro sono simili agli accumulatori seriali che intasano la casa di oggetti di cui dicono di non poter fare a meno al punto da non aver più spazio per sé. Mancano loro le virtù del discernimento che consente di capire cosa è importante e cosa no; della disciplina che aiuta a fare le scelte giuste, dell’ordine morale che insegna a non sprecare le occasioni.

    Si dice il tempo è denaro ed effettivamente capita col tempo quel che capita coi soldi: chi si lamenta di non averne mai abbastanza è perché ne fa un pessimo uso (del resto, chi vale poco, costa molto!). Ma c’è un altro fenomeno tipico del mondo d’oggi ed è il ritardo nel fare le scelte decisive: si entra nel mondo del lavoro, ci si sposa, si fanno figli sempre più tardi; l’adolescenza dura decenni e si è ragazzi fino ai 60 anni; non esistono più anziani, ma solo “diversamente giovani”.

    Insomma nel nostro mondo ci si avvia alla conclusione senza aver davvero iniziato a vivere o, come dicevano crudamente i vecchi, sembriamo i frutti che marciscono sull’albero prima di maturare. Sotto l’orologio del PSV è scritto: “ogni ora è dono di Dio”. Se facessimo tesoro di questa verità, scopriremmo che il tempo è la realtà più preziosa che ci è concessa perché in fondo è la nostra stessa vita e ce ne guarderemmo bene dallo sprecarlo.             

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché non rimandiamo a domani quel che possiamo fare oggi e viviamo ogni giorno con riconoscenza come se fosse il primo e con responsabilità come se fosse l’ultimo.

     

    Don’t Forget! Santi e beati della carità

    Beata Marianna Biernacka 1888 – 1943

    Marianna Biernacka della diocesi di Lomza in Polonia, nacque nel 1888 a Lipsk, in una famiglia di cristiani ortodossi. A 17 anni nel 1905, insieme ai suoi familiari, passò fra i cattolici di rito latino. A 20 anni si sposò con il rito cattolico con Ludwik Biernacki e dal matrimonio nacquero sei figli.

    Dopo la morte del marito coabitò col figlio Stanislao e la moglie, condividendo la vita con la giovane coppia e dimostrando saggezza cristiana e amore fraterno verso di essi e i loro figli. Tra la gente del suo paese era conosciuta per la sua benevolenza e profonda religiosità.

    Quando Lipsk il 1° luglio 1943, fu colpita da una rappresaglia tedesca e sconvolta da arresti di massa, anche la giovane nuora incinta di un altro figlio fu arrestata; allora si fece avanti Marianna e si propose al posto della nuora per salvare lei e la vita del nascituro. Fu un nobile slancio d’amore di una semplice donna di 55 anni, che offrì la sua vita per altri, come già fece S. Massimiliano Maria Kolbe (1894-1941) frate conventuale, nel campo di Auschwitz.

    Lo scambio fu accettato e gli arrestati furono tradotti in carcere, da lì fu spostata a Naumowicz presso Grodno (attualmente in Bielorussia) e fucilata il 13 luglio 1943. E la Chiesa ha voluto affiancare ai tanti suoi figli consacrati, vittime in Polonia della barbarie nazista, anche questa umile donna, che a pari loro, riconoscendo Gesù nei fratelli, mise in pratica il detto evangelico “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

     

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