giovedì 15 luglio ’21

15^a Settimana del tempo ordinario

Proverbio del giorno

A che scopo cuocere se la pentola è sporca? A che servono le pratiche religiose se il cuore non è pulito?

Preghiera del giorno (dei padri della chiesa)

Non ricordare più i miei peccati; se ho mancato, per la debolezza della mia natura, in parole, opere e pensieri, tu perdonami, tu che hai il potere di rimettere i peccati.

Deponendo l’abito del corpo, la mia anima sia trovata senza colpa. Più ancora: degnati, o mio Dio, di ricevere nelle tue mani l’anima mia senza colpa e senza macchia quale gradita offerta. Amen.

Santo del giorno

SAN BONAVENTURA VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA.

Giovanni Fidanza nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino fu guarito da S. Francesco, che avrebbe esclamato: «Oh bona ventura». Gli rimase per nome e lo fu davvero per la Chiesa.

Studiò a Parigi e durante il suo soggiorno in Francia, entrò nell’Ordine dei Frati Minori. Insegnò teologia all’università di Parigi e formò intorno a sé una scuola.

Nel 1257 venne eletto generale dell’Ordine francescano, carica che mantenne per 17 anni con impegno al punto da essere definito secondo fondatore dell’Ordine.

Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico e importante fu la «Legenda maior», biografia di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo pittorico di Assisi.

Fu nominato vescovo di Albano e cardinale. Partecipò al II Concilio di Lione che segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274.

La Parola di Dio del giorno – Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Riflessione del giorno (da Avvenire)

Titolo di un quotidiano nazionale qualche mese fa: «Anche i nostri nonni sono stati emigranti. Ma nella legalità, che oggi invece viene calpestata».

E’ ovvio il richiamo agli anni dell’emigrazione italiana tra il XIX e XX secolo soprattutto in America, singolare però il riferimento a quella «legalità».

Domanda al giornalista autore dell’articolo: non ha mai sentito parlare di Francesca Cabrini, oggi Santa, missionaria capace di contestare proprio quelle leggi disumane della società nordamericana, che si oppose a certe «legalità» in nome di Dio e dell’uomo? O non ha mai pensato alla vicenda di Sacco e Vanzetti, due innocenti vittime di quelle stesse «legalità»?

Immaginiamo che non abbia mai ovviamente sentito parlare di don Luigi Di Liegro che raccontava i drammi di lacrime e miseria subiti da tanti, e tra essi da suo padre emigrato per sfamare la famiglia, e per ben sette volte respinto allo sbarco nei porti americani!

Evidentemente per il nostro basta che nel nostro paese siano decretate le leggi perché tutto diventi giusto? E che diciamo allora delle vergognose “leggi razziali” del 1938? Forse certe sicurezze andrebbero vagliate…

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo per le migliaia di vittime delle migrazioni e perché cessi l’indifferenza e il cinismo di troppi nei loro confronti

Don’t Forget! Santi della Carità

S. FRANCESCO SOLANO 1549-1610

Nacque in Andalusia (Spagna) nel marzo 1549. Educato cristianamente dai genitori, crebbe puro e buono ed entrò nel collegio dei Gesuiti per intraprendere gli studi.

A 20 anni si fece francescano e alle austerità della regola aggiunse altre penitenze: digiuno quasi continuo e flagellazioni; portava il cilicio e dormiva per terra con un pezzo di legno per guanciale.

Fatta la professione, studiò filosofia e teologia; per la sua santità e sapienza non comune, fu eletto maestro dei novizi e superiore del convento, ma Francesco rinunziò, per dedicarsi tutto ai poveri e al popolo più umile.

Raccoglieva attorno a sé i bimbi per istruirli e in una pestilenza assistette gli infermi fino ad essere affetto lui stesso dal morbo dal quale guarì però.

Innumerevoli le guarigioni operate dalla sua fede, ma proprio la stima delle folle lo spinse a chiedere ai superiori la missione per l’Africa: fu mandato invece nell’America del sud. Partì dalla Spagna nel 1589 a 40 anni e sbarcò sulle coste del Perù.

Di qui si portò verso il Rio della Plata dove nel suo paziente apostolato riuscì a convertire alla fede quelle popolazioni indigene.

Imparava con facilità le loro lingue tanto che nel giorno di Pentecoste genti diverse venute da varie parti del paese, intesero i suoi discorsi ognuno nel suo idioma.

Affrontò pericoli e fatiche per arrivare a tutti e a queste aggiungeva la penitenza volontaria.

Le folle accorrevano a lui, e la parola di questo frate aveva più efficacia di quella dalle autorità e dei magistrati.

Innumerevoli i prodigi che hanno segnato la sua vita: un giovedì santo, mentre celebrava i santi riti, attorniato da una folla innumerevole, sopraggiunsero numerosi selvaggi minacciosi che egli affrontò solo e riuscì ad ammansire predicando la parola della pace e della concordia e fu compreso da tutti: in 9 mila si convertirono, si battezzarono e si confusero coi fedeli.

In un’altra occasione la gente lamentava la siccità: il Santo fece scavare un pozzo dal quale zampillò una sorgente di acqua fresca che ancor oggi è chiamata “la fontana di S. Francesco Solano”.

Fece pure numerose profezie, una delle quali scosse talmente gli abitanti di Trujillo che tutti fecero penitenza, come i Niniviti alla predicazione di Giona. Morì il 14 luglio 1610. E’ stato canonizzato nel 1726.