4.a settimana di Pasqua
Avvenne il 15 maggio…
1648 – Firma della Pace di Vestfalia che pone fine della guerra dei trent’anni
1756 – L’Inghilterra dichiara guerra alla Francia: ha inizio la guerra dei sette anni.
1797 – Le truppe francesi entrano a Venezia ponendo fine alla millenaria Repubblica di Venezia
1891 – Papa Leone XIII pubblica l’enciclica Rerum Novarum sulla dottrina sociale della Chiesa
1940 – Le truppe della Germania nazista occupano Amsterdam e invadono la Francia settentrionale.
1988 – Dopo 8 anni di guerra sovietico-afghana, l’Armata Rossa inizia il ritiro dall’Afghanistan
Aforisma dal Vangelo
“In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.”
Santo del giorno

Nacque a Madrid intorno al 1070/1080 e lasciò giovanissimo la casa paterna per essere impiegato come contadino. Grazie al suo impegno i campi, che fino allora rendevano poco, diedero molto frutto. Nonostante lavorasse duramente la terra, partecipava ogni giorno all’Eucaristia e dedicava molto spazio alla preghiera, tanto che alcuni colleghi invidiosi lo accusarono, peraltro ingiustamente, di togliere ore al lavoro.
Quando Madrid fu conquistata dagli Almoravidi si rifugiò a Torrelaguna dove sposò la giovane Maria. Un matrimonio che fu sempre contraddistinto dalla grande attenzione verso i più poveri, con cui condividevano il poco che possedevano.
Nessuno si allontanava da Isidoro senza aver ricevuto qualcosa. Morì il 15 maggio 1130. Venne canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa madrilena di Sant’Andrea.
Preghiera Colletta
O Dio, che innalzi la natura umana al di sopra della dignità delle origini, guarda all’ineffabile mistero del tuo amore, perché in coloro che hai rinnovato nel sacramento del Battesimo siano custoditi i doni della tua grazia e della tua benedizione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio Giovanni 13,16-20
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».».
Riflessione Commento al Vangelo
Quando moltissimi santi uomini partirono l’uno dopo l’altro per il deserto per vivere come eremiti, san Gregorio fu costernato: “Se partite tutti per il deserto – chiese loro -, a chi laverete i piedi?”. Una domanda pertinente, che evoca un’azione di Cristo entrata nel cuore di ogni cristiano.
Essa ricorda, infatti, la notte in cui il Signore si mise al posto del servo e raccomandò a tutti gli uomini di fare questa inversione di ruoli, non come un gesto effimero, ma come risposta alla ricerca – eterna per la società umana – della felicità. “Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”. Lavare i piedi ai poveri è una metafora cristiana che va contro tutte le regole del buon senso.
Per il mondo invece, che disprezza i deboli, i vulnerabili, gli esclusi, il potere risiede nella dominazione e la felicità nella triade empia del potere, del prestigio e del possesso. È un’idolatria seducente. Forse anche Giuda fu attirato da questa dottrina quando decise di vendere il proprio Signore per denaro, negando così la sua formula per raggiungere la felicità.
Questo è il peccato, il peccato più brutale. Esso avrebbe spaventato i discepoli! Per questo Cristo l’aveva predetto, per mitigare lo choc e, insieme, per dare prova di essere colui che era stato mandato. Perché questa è la sua prima preoccupazione.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per Papa Leone XIV perché non gli manchi mai la preghiera e il sostegno dei fedeli e per i fedeli perché non manchi mai loro la sapienza e autorevolezza del Papa.
Don’t forget! STORIA DEI MARTIRI CRISTIANI
2.a PARTE: STORIA DEL PARAGUAY


La regione oggi chiamata Paraguay, in gran parte boscosa e fertile, fu abitata in epoca pre-colombiana da tribù guerriere seminomadi suddivise in 5 “famiglie” separate e 17 gruppi etnico-linguistici distinti, che permangono ancora oggi, soprattutto i guaranì. L’esploratore portoghese Aleixo García lo visitò per la prima volta intorno al 1524. Tra il 1526 e il 1530 il navigatore italiano Sebastiano Caboto, al servizio di Carlo V di Spagna, risalì i fiumi Paraná e Paraguay, addentrandosi nel territorio.
Nel 1537 gli spagnoli crearono un insediamento sul Rio Paraguay e lo chiamarono Nuestra Señora de Asunción, diventato, nel 1551, la capitale della colonia con il nome di Asunción. Gli spagnoli sottomisero i guaraní creando la provincia del Paraguay, che in un primo tempo fu il fulcro dei possedimenti spagnoli meridionali. Già dall’inizio della colonizzazione spagnola in America entrò in vigore il sistema delle riduzioni: il Re di Spagna nel 1503 aveva infatti ordinato che gli indiani nomadi fossero raccolti in villaggi per ridurli così alla civiltà, a un sistema di vita stabile e al cristianesimo.
Ovunque gli spagnoli incontrarono tribù nomadi non unite in una sede fissa (gli Aztechi in Messico, gli Incas in Peru’, i Muiscas in Colombia). Perciò i missionari tentarono di raccoglierle in villaggi, e abituarli a un sistema di vita stabile. Nella regione de la Plata e del Paraguay i Francescani erano stati i primi a predicare il Vangelo con successo, come S. Francesco Solano e Luis Bolaños: quest’ultimo aveva fondato riduzioni di indiani Guaranì. Il territorio fu governato insieme a quello argentino fino al 1620, quando entrambi diventarono dipendenze distinte del vicereame del Perú.

Mappa antica del Paraguay

Aleixo Garcìa

Giovanni Caboto
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