XXIV Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno
Stabat Mater dolorosa, iuxta crucem , lacrimosa, dum pendebat Filius.
Preghiera del giorno
O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della sua risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Beata Vergine Maria addolorata
Il culto della Beata Vergine Maria Addolorata nasce alla fine del XI secolo con la celebrazione popolare dei suoi cinque gaudi e dei cinque dolori simboleggiati da altrettante spade che anticiperanno l’istituzione successiva della celebrazione liturgica.
Nell’XI secolo il culto crebbe e in seguito alle apparizioni della Madonna, Jacopone da Todi compose lo STABAT MATER. È in Spagna che si è maggiormente sviluppato il culto de la Virgen de los Dolores e nel paese iberico non si contano le confraternite, i riti, le immagini e le processioni che si realizzano per onorare la Madonna e la sua partecipazione al dolore del Figlio crocifisso.
Oggi questa memoria si concentra su lei e sul sacrificio di Cristo, E il modo in cui la ritrae l’arte raffigurandola nella «Pietà», che esprime il «martirio» intimo della Madre del Crocifisso.
Parola di Dio del giorno dal Vangelo di Giovanni
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». Da allora il discepolo l’accolse con sé.
Riflessione del giorno di Papa Francesco
Dal rischio di lasciarsi abbindolare da una «pace tranquilla, artificiale e anestetizzata» — con tanto di cartello «non disturbare» — tipica del mondo e che ognuno può fabbricarsi da sé, Papa Francesco ha messo in guardia in una delle S. Messe celebrate a Santa Marta. «Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia» ha rilanciato il Papa, cioè il mondo «ci anestetizza per non vedere un’altra realtà della vita: il dolore, la sofferenza o in una sola parola la croce».
Continua il Papa: «La pace che ci offre il mondo è una pace senza tribolazioni: il mondo ci offre una pace artificiale, una pace che più che pace è tranquillità». Come a dire: «Per favore, non disturbarmi: io voglio essere tranquillo». Il Papa invece ha riproposto la vera essenza della pace che ci dona Gesù: si tratta di «una pace reale» perché radicata nella croce, capace di passare attraverso le molte tribolazioni quotidiane della vita, tra sofferenze e malattie.
Ma senza cadere nello stoicismo o facendo “i fachiri”. E a questo proposito, Francesco ha voluto riproporre l’efficace pensiero di S. Agostino: «La vita del cristiano è un cammino fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» (De Civitate Dei XVIII, 51).
Intenzione di Preghiera per il giorno
Perché l’esperienza del dolore, della fatica, della prova non ci spaventi allontanandoci da Dio, ma ci unisca più intimamente a Gesù crocifisso e alla sua Madre addolorata.
Don’t Forget! P. LOUIS KOROMA DALLA SIERRA LEONE
“Sono don Louis Koroma, prete diocesano della Sierra Leone. Mio padre aveva 4 mogli da cui ha avuto 9 figli (sei maschi e tre femmine), io sono il più giovane. Mia madre è cristiana protestante, mio papà era musulmano ed è morto quando avevo 5 anni.
Dei miei fratelli, due sono musulmani mentre in 7 siamo cattolici. Sono stato ordinato sacerdote il 10 aprile 1994 a 23 anni, ora ne ho 54. Prima di venire a Bergamo ero professore nel Seminario di Freetown e parroco di ben 45 comunità cristiane. Grazie alla collaborazione col vescovo Francesco Beschi, il mio vescovo Natale Paganelli (bergamasco) mi ha chiesto di andare a Bergamo per seguire i Migranti anglofoni”.
Così parlava di sé P. Louis in un’intervista di qualche tempo fa. P. Louis ha abitato al Conventino e ha collaborato per anni con noi celebrando ogni domenica la S. Messa in inglese delle ore 8,30 per la comunità africana cattolica del Patronato.
Da due anni è tornato in Sierra Leone e il suo Vescovo l’ha nominato direttore del Seminario minore di Freetown, che versava in condizioni pietose a causa della guerra civile che ha devastato il paese. Ci ha chiesto un aiuto e gli abbiamo mandato quanto richiesto. Lui ci ha risposto così: “Grazie mille per il tuo sostegno al nostro seminario ora e in futuro.
Crescono infatti le vocazioni in questa parte del mondo e per questo ringraziamo il Signore che chiama e manda operai nella sua vigna. Abbiamo un totale di 40 seminaristi nel seminario minore di cui mi occupo come rettore. Il numero aumenterà perché abbiamo numerosi candidati che hanno i requisiti per entrare in seminario. Come mi hai fatto notare, a Bergamo avete tutte le infrastrutture del seminario, ma non i seminaristi, mentre noi abbiamo i seminaristi, ma non il seminario.
Davvero non vorrei sembrarti esigente, don Davide, ma ci sono molte inadeguatezze di cui occuparsi. Mancano anche le cose di base per lo sport come palloni, giubbotti, ecc. La ristrutturazione è in corso come si può vedere dalle foto della cappella e del resto dell’edificio. Le sfide sono tante e ho suggerito al mio vescovo se posso cercare benefattori per il progetto di adozione dei seminaristi. Per favore, continua a tenerci nelle tue preghiere come facciamo per te. P. Louis”
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