nell’immagine un dipinto di Rembrandt – la cena in Emmaus (1628). Musée Jacquemart André – Parigi
Ottava di Pasqua
Proverbio del giorno – Proverbio cinese
«Che tu sia re o primo ministro, che tu sia falco predatore o timido passero, che tu sia libero di amore mistico o pio eremita, finché non avrai conosciuto te stesso sarai solo un presuntuoso»
Iniziamo la Giornata Pregando (orazione colletta)
O Padre, che da ogni parte della terra hai riunito i popoli per lodare il tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, nati a nuova vita nelle acque del Battesimo e animati dall’unica fede, esprimano nelle opere l’unico amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo che vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen
BERNARDETTA SOUBIROUS VERGINE
Quando, l’11-02-1858, la Vergine apparve la prima volta a Bernadette, lei aveva appena compiuto 14 anni. Nell’apparizione del 25-03-1858, rivela «Io sono l’Immacolata Concezione»: 4 anni prima, Pio IX aveva dichiarato il dogma dell’Immacolata, ma questo Bernadette non poteva saperlo. Nel 1866, Bernadette decide di rifugiarsi a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers. Ci rimarrà 13 anni. Costretta a letto da asma, tubercolosi, tumore osseo, all’età di 35 anni, Bernadette si spegne il 16 aprile 1879.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 24,35-48)
I due discepoli che erano ritornati da Emmaus narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Riflessione del giorno – Guido Dotti Comunità di Bose
No, noi non siamo in guerra. Da quando la narrazione della situazione italiana e mondiale di fronte alla pandemia ha assunto la terminologia della guerra, cerco una metafora diversa che renda giustizia di quanto stiamo vivendo e soffrendo e offra elementi di speranza e sentieri di senso per i giorni che ci attendono. Se non siamo in guerra, dove siamo? Siamo in cura! Non solo i malati, ma il nostro pianeta, tutti noi non siamo in guerra ma siamo in cura. Ora, sia la guerra che la cura hanno entrambe bisogno di alcune doti: forza (non la violenza), perspicacia, coraggio, risolutezza, tenacia anche…Poi però si nutrono di alimenti diversi. La guerra necessita di nemici, frontiere e trincee, armi e munizioni, spie, inganni e menzogne, spietatezza e denaro. La cura invece si nutre d’altro: prossimità, solidarietà, compassione, umiltà, dignità, delicatezza, tatto, ascolto, autenticità, pazienza, perseveranza…Per questo tutti possiamo essere artefici essenziali di questo aver cura dell’altro, del pianeta e di noi con loro. Tutti, uomini e donne di ogni o nessun credo, ciascuno per le sue capacità, competenze, principi ispiratori, forze fisiche e d’animo. Per questo la consapevolezza di essere in cura -non in guerra – è condizione fondamentale anche per il “dopo”: il futuro sarà segnato da quanto saremo stati capaci di vivere in questi giorni difficili, sarà determinato dalla nostra capacità di prevenzione e di cura, a cominciare dalla cura dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione. Se sapremo essere custodi della terra, la terra stessa si prenderà cura di noi e custodirà le condizioni indispensabili per la nostra vita. Le guerre finiscono – anche se poi riprendono non appena si ritrovano le risorse necessarie – la cura invece non finisce mai. Se infatti esistono malattie (per ora) inguaribili, non esistono persone incurabili. Non siamo in guerra, siamo in cura! Curiamoci insieme.
Intenzione del giorno
Preghiamo per il papa emerito Benedetto XVI e per il suo nascosto e silenzioso ministero
Don’t Forget
16/04/1927: nasce Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI.
16/04/1978: muore don Giovanni Bonetti, sacerdote del PSV
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.