Giovedì 16 febbraio 2023

     

    6a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma di Georg Lichtenberg 1742-1799

    “Dio creò l’uomo a sua immagine, dice la Bibbia. I filosofi fanno esattamente il contrario: creano Dio a loro immagine.”.

     

    Preghiera del giorno

    Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell’ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all’unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen.

     

    Santo del giorno

    Ebbe S. Giovanni Bosco come insegnante e S Giuseppe Cafasso per zio. Ordinato prete a Torino a 22 anni – era nato nel 1851 a Castelnuovo d’Asti – fu rettore del santuario più caro ai torinesi, la Consolata. Come il Cafasso, è un eccezionale formatore di caratteri, maestro di dottrina e di vita.

    Vede uscire dai seminari molti preti entusiasti di farsi missionari, ma ostacolati dalle diocesi, che danno volentieri alle missioni l’offerta, ma non gli uomini. E decide: i missionari se li farà lui. Così fondò un istituto dedicato all’annuncio missionario «ad gentes».

    Nacquero così nel 1901 i Missionari della Consolata e nel 1909 le suore. Prima prova: il Kenya. Denunciò a Pio X l’insensibilità di fedeli e pastori sulla missione e chiese l’istituzione di una Giornata missionaria mondiale. Lo fece Pio XI nel 1927, un anno dopo la sua morte. E’ beato dal 1990.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 8,27-33

    Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti».

    Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente.

    Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

     

    Riflessione del giorno di Mons. Ravasi “Mattutino”

    L’amore è l’attesa di una gioia che, quando arriva, annoia. Di sé diceva di essere «un conservatore in un Paese come l’Italia in cui non c’è niente da conservare», un Paese abitato da «un popolo buono a niente e quindi capace di tutto».

    Si tratta di Leo Longanesi, giornalista, disegnatore e scrittore, morto nel 1957, autore di battute fulminanti che nascevano da un’acidità congenita («sono un carciofino sott’odio», confessava di sé stesso). Di questi aforismi proponiamo oggi una scheggia sull’amore. Pur nella tonalità ironica, essa conserva una verità: la debolezza umana riesce a ridurre il fuoco dell’amore a una brace che lentamente si estingue.

    Il grande nemico dell’amore non è il tradimento, ferita che può essere sanata, ma la noia. Per illustrare questo concetto, vorrei affidarmi a un passo del romanzo A ogni uomo un soldo dello scrittore cattolico scozzese Bruce Marshall, morto nel 1979. Il protagonista, padre Gaston, sta viaggiando in treno e «di faccia aveva un uomo e una donna di mezza età: erano così indifferenti l’uno all’altra da far pensare che fossero sposati».

    Certo, non si può conservare per sempre la freschezza dell’innamoramento; ma il tarlo della indifferenza riduce il matrimonio a mera convivenza sotto lo stesso tetto. Tutto questo avviene insensibilmente, senza liti o inganni, ma solo lasciando che giorno dopo giorno cada un granello di noia, di distacco, di apatia. I granelli si trasformano in una coltre e alla fine si è di fronte al deserto dell’anima e dell’amore. Non è la quiete della serena abitudine alla quotidianità, è ormai la quiete della morte dei sentimenti.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la pace eterna delle vittime del terremoto in Turchia e Siria e per i sopravvissuti perché siano soccorsi e aiutati a riprendere la speranza.

     

    Don’t Forget! Santi e beati della carità

    Beata Piedad de la Cruz (Tommasina) Ortiz Real 1843 – 1916

    Che significa essere poveri e in un attimo perdere tutto, anche il poco necessario per sopravvivere? Perdere il lavoro e la misera capanna, fatta di fango e paglia, in affitto; ritrovarsi sulla strada, senza un tetto sopra la testa, né cibo, coperte, medicine? Accade oggi nelle zone più disagiate del mondo. Accade anche nei Paesi occidentali.

    Questa è l’esperienza vissuta da Tommasina Ortiz Real, nata in Spagna a Bocairente (Valencia) nel 1842. La sua famiglia è numerosa e Tommasina cresce allegra e serena. Studia e dimostra talento nella musica e nella recitazione. A dieci anni fa la Prima Comunione nella quale Tommasina sente che Gesù la chiama alla vita religiosa.

    Convinta che la sua strada sia quella della clausura, entra nel Convento carmelitano di Valencia, ma si ammala e prega il Signore di indicarle la strada da intraprendere. Gesù le fa capire di fondare una congregazione per aiutare gli ultimi, i più poveri, gli emarginati. Tommasina capisce qual è la sua missione, ma non sa ancora come e dove fondare la congregazione.

    Nel 1884 una spaventosa alluvione si abbatte sulla Spagna. Il fiume Segura straripa distruggendo campi, raccolti, stalle e case della Murcia: la popolazione si ritrova sulla strada e sul lastrico. Madre “Piedad de la cruz” (“Pietà della croce”), questo è il suo nuovo nome, si reca a Puebla de Soto, nei territori alluvionati, e, in un piccolo ospedale che chiama “La Provvidenza”, comincia a raccogliere malati, vecchi, bambini orfani.

    Assiste tutti senza risparmiarsi anche quando, dopo l’inondazione, arriva un altro flagello, il colera. Madre “Pietà” fonda così, ad Alcantarilla, nella Murcia, la Congregazione delle Suore Salesiane del S. Cuore di Gesù che si diffonde rapidamente. La beata vive come coloro che assiste e, come aveva predetto, si spegne nel 1916, ad Alcantarilla. 

    (Mariella Lentini)

     

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