3a settimana di Avvento
fotografia di Paolo Baraldi
Iniziamo la Giornata pregando
Grida una voce agli uomini, a Dio convertitevi; il Suo regno è in mezzo a noi, dall’alto splende ormai Gesù. Ecco l’Agnello viene a noi, per cancellare il debito, chiediamo con le lacrime, perdono a Dio Altissimo. Il Creator dei secoli, discende in mezzo agli uomini, si incarna per redimere l’umanità colpevole. Celeste grazia riempì Maria, la Purissima,e il seno di una Vergine portò un mistero altissimo. Nel suo cuore umile Iddio volle scendere: Maria resta vergine, diventa madre di Gesù. Onore, lode, gloria al Padre e all’Unigenito, con il Divino Spirito, nei secoli dei secoli. Amen
GIOVANNI DE MATHA SACERDOTE
Provenzale, docente di teologia e prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra. Durante la sua prima messa, nel 1193 in visione aveva infatti compreso che sua missione sarebbe stata liberare gli schiavi cristiani d’Africa. Fondò, presso Parigi l’Ordine della SS. Trinità. Ottenuta l’approvazione papale nel 1198 partì per il Marocco: iniziarono così i riscatti di schiavi. Giovanni morì a Roma, ma nel Seicento il corpo venne portato a Madrid
Ascoltiamo la Parola di Dio (Genesi 49,2.8-10.)
In quei giorni, Giacobbe chiamò i suoi figli e disse loro: «Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre! Giuda, te loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi oserà farlo alzare? Non sarà tolto lo scettro da Giuda nè il bastone del comando tra i suoi piedi, finchè verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli».
La riflessione del Giorno (Lambert Noben)
Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero, perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza. Sono nato in una stalla, dice Dio, perché tu impari a santificare ogni ambiente. Sono nato debole, perché tu non abbia mai paura di me. Sono nato per amore, dice Dio, perché tu non dubiti mai del mio amore. Sono nato di notte, perché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà. Sono nato persona, dice Dio perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato uomo, perché tu possa essere “dio”. Sono nato perseguitato, dice Dio, perché tu sappia accettare le difficoltà. Sono nato nella semplicità, perché tu smetta di essere complicato. Sono nato nella tua vita, dice Dio per portare tutti alla casa del Padre.
106° quadro della serie: “I 1.000 quadri più belli del mondo”
Originario di Leida, Geertgen tot Sint Jans si domiciliò in un convento dell’Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di cui diverrà pittore ufficiale e da cui prenderà il nome (it: Gherardino di S. Giovanni). Il catalogo dei dipinti è modesto – una dozzina in tutto – per le distruzioni dei fanatici iconoclasti nella guerra d’indipendenza dei Paesi Bassi nel XVI sec. La piccola e splendida Natività londinese è un sorprendente notturno, tra i primi della pittura di ogni tempo: nella mangiatoia il Bambino irradia la luce misteriosa sul volto chino e stupito della Madre in preghiera, su quello estatico degli angeli e sui musi di bue e asino anch’essi partecipi dell’evento; Giuseppe, in disparte, in penombra chiaro scurata, copre, di fronte a tanta luce soprannaturale, la fiammella della sua candela. Lontano, sullo sfondo appena accennato, s’accende un falò di pastori nella campagna e in alto, l’angelo illuminato di luce propria annuncia l’evento miracoloso della nascita. La coesistenza e il contrasto fra le due sorgenti di luce, una interna e l’altra esterna, provocano effetti singolari che alterano la prospettiva, esaltano e deformano alcuni particolari, ne annullano altri. Il viso della Maria, emerge con speciale evidenza, mentre angeli bambini si affollano in punta di piedi intorno alla culla: uno di loro, il più
Piccolo, spalanca le braccia in un gesto di ingenua meraviglia. Gli altri se ne stanno assorti e a mani giunte come se fossero pronti a recitare la filastrocca di Natale. La testa del bue emerge dall’ombra come una apparizione surreale. Tutto intorno un grande buio avvolge il destino degli uomini. Per fortuna è nato Gesù ‘luce del mondo’. Geertgen, il piccolo frate del convento di S. Giovanni in Harleem, ce lo fa capire come pochi hanno prima e dopo di lui. L’idea di Gesù Bambino che illumina la scena della Natività viene dagli scritti di S. Brigida (1303 –‘73) che nelle sue visioni descrive come la luce del neonato fosse così brillante che «il sole non era paragonabile ad essa».
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