XX Settimana tempo Ordinario
Iniziamo la giornata Pregando (Madeleine Delbrel)
Signore aiutami ad amare, a essere come il filo di un vestito. Esso tiene insieme i vari pezzi e nessuno lo vede se non il sarto che ce l’ha messo. Tu Signore mio sarto, sarto della comunità, rendimi capace di essere nel mondo servendo con umiltà, perché se il filo si vede tutto è riuscito male. Rendimi amore in questa tua Chiesa, perché è l’amore che tiene insieme i vari pezzi.
Elena
Di famiglia plebea, Elena fu ripudiata dal marito Costanzo Cloro, ma quando il figlio Costantino divenne imperatore, ebbe il titolo di Augusta, il più alto cui una donna potesse aspirare. Fu l’inizio di un’epoca nuova per i cristiani: l’imperatore Costantino concesse loro libertà di culto. Un ruolo fondamentale ebbe Elena: contribuì alla conversione del figlio; compì opere di bene e fece costruire basiliche sui luoghi santi. Ritrovò la tomba e la croce del Signore. Morì intorno al 330
La Parola di Dio del giorno
«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, i servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi e la sala si riempì di commensali. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Riflessione Per Il Giorno (Dal Libro: La Preghiera della Rana)
Due monaci viaggiavano insieme. Uno praticava lo spirito di possesso, l’altro credeva nella rinuncia. A sera giunsero sulla riva di un fiume. Quello che praticava la rinuncia non aveva denaro e disse: “Non possiamo pagare il traghetto, ma perché preoccuparci? Passeremo la notte qui, lodando Dio, domani troveremo qualche anima pia che ci offrirà un passaggio”. L’altro replicò: “Da questa parte del fiume non ci sono villaggi né capanne. Saremo divorati dalle belve o morsi dai serpenti…Sull’altra sponda trascorreremo la notte al sicuro. Io ho con che pagare il traghetto”. Giunti sull’altra riva, disse al compagno: “Hai visto il valore di avere dei soldi? Ho potuto salvare la tua e la mia vita. Che sarebbe stato di noi se anch’io avessi praticato lo spirito di rinuncia come te?” L’altro rispose: “Ma è stata la tua rinuncia che ci ha portati sani e salvi fin qui, dal momento che ti sei privato del tuo denaro per pagare il barcaiolo! Inoltre, poiché io non avevo un soldo in tasca, la tua tasca è diventata mia”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per chi è in vacanza, perché possa ritemprarsi nel corpo e nello spirito
137° QUADRO DELLA SERIE: I 1000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO
Hans Holbein, detto il Giovane per differenziarlo dal padre artista pure lui (1498 – 1543) è pittore e incisore tedesco, che dipinse a Basilea e in Inghilterra alla corte di Enrico VIII. Fra i suoi quadri più famosi c’è questo: i due personaggi a figura piena sul fondo verde di una tenda di broccato, appoggiati al ripiano pieno di oggetti simbolici, tra cui spicca l’oggetto posto di traverso che non si capisce cosa sia, finché guardando il dipinto in scorcio di lato si scopre un teschio, un memento mori alla fugacità delle cose terrene (è l’effetto della deformazione ottica nota come anamorfosi). L’opera fu dipinta per celebrare la visita di Georges de Selve (destra) vescovo accreditato presso la S. Sede e ambasciatore a Venezia, all’amico Jean de Dinteville, (sinistra) ambasciatore francese a Londra e collaboratore del re francese Francesco I. I due uomini sono ritratti nel vigore della giovinezza e nella sontuosità del rango sociale. Jean de Dinteville, 29 anni, è vestito come un re: casacca in seta rosa, che fa intravedere la camicia bianca, abito nero e casacca bordata di pelliccia di volpe bianca. Indossa brache strette al polpaccio, calzature con sbuffo e cappello nero, con al collo un medaglione con S. Michele che vince il demonio. L’atteggiamento con cui poggia il braccio al mobile rivela sicurezza di sé e baldanza.
Il personaggio di destra è Georges de Selve, 24 anni: ha un vestito più sobrio, ma altrettanto sontuoso. La cappa scura è infatti foderata di pelliccia di visone e ha una ricca damascatura. Il tavolino al centro è diviso in 2 ripiani che alludono al mondo celeste (ripiano superiore) e a quello terrestre (inferiore). Sul bel tappeto del ripiano superiore sono posti oggetti legati a scienze ed esplorazioni: quadranti, bussole, astrolabi e un globo blu con la volta celeste e tutte le stelle e costellazioni. Anche il ripiano inferiore è ricco di oggetti: vi si nota un globo, stavolta terrestre con le indicazioni note all’epoca. C’è un libro di aritmetica e uno di inni musicali e infine un liuto con una corda spezzata, simbolo della disarmonia e la limitazione della visione umana, ma anche della separazione della società inglese da Roma che entrambi cercavano di scongiurare. Il pavimento intarsiato ricalca con precisione quello dell’abbazia di Westminster a Londra: non si sa il significato di questa scelta, anche se può far pensare a una riproduzione simbolica del macrocosmo. Insomma l’opera si presenta come quadro-rebus che si presta a diverse interpretazioni, sulla scia dei Vexierbilden (dipinti con segreto) realizzati allora in Germania. Si è detto del teschio che vuole alludere allo scorrere del tempo, alla caducità della vita e alla natura effimera dei beni mondani, un messaggio religioso che viene ribadito dal piccolo crocifisso che si scorge, in alto a sinistra, dietro il tendaggio. Un quadro notissimo, che merita davvero tutta la fama di cui gode, un vero e proprio capolavoro.
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