giovedì 18 febbraio ’16

    I.a Domenica di Quaresima

     

    nella fotografia un quadro di Franz Marc

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Uscendo di chiesa)

    Parto da te, Gesù parto da questo altare: vieni Gesù con me, solo non mi lasciare. Aiutami a perdonare sol per amor di te. Solo non mi lasciare, resta Gesù con me. Parto, o mio Dio, ma ti lascio il cuore mio per adorarti e ringraziarti fino a quando verrò di nuovo a trovarti.

     

    GELTRUDE COMENSOLI FONDATRICE

    Nata a Bienno (BS), nel 1847 vive un’infanzia serena e frequenta le elementari del paese. Svela fin da bimba la sua sensibilità eucaristica: a 6 anni, un mattino, entra nella chiesa dove si celebra la Messa prima e riceve la Comunione “segreta”. Nel 1866 entra nella Compagnia di S. Angela Merici e a Bergamo con don Francesco Spinelli, nel 1882 fonda l’Istituto delle “Suore Sacramentine di Bergamo”. Muore il 18 febbraio 1903.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Mt 6,7-15)

    Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.”.

     

    Riflessione del giorno (D. Bonhoeffer)

    Nessuno sia sicuro, neppure per un attimo, di essere risparmiato dalla tentazione: non c’è tentazione che non possa assalirmi ancora in questo momento. Infatti in 1 Pt 5,8 sta scritto: “il diavolo si aggira come un leone ruggente cercando chi possa divorare”. In questa vita non siamo sicuri nemmeno un attimo da tentazioni e cadute. Perciò non insuperbire se vedi altri inciampare e cadere. Una tale sicurezza diverrebbe un laccio per te. Perciò “non ti insuperbire, ma temi” (Romani 11,20). Anzi, sii pronto in ogni momento, affinché il tentatore non abbia presa su di te. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Matteo 26,41). Vegliare contro gli attacchi dell’astuto avversario, pregare perché Dio ci tenga fermi nella sua parola e grazia, ecco l’atteggiamento del cristiano di fronte alla tentazione. Ma il cristiano non deve neppure temere la tentazione. Se lo assale, nonostante veglia e preghiera, deve sapere che può vincere ogni tentazione. Non esiste tentazione sulla quale non possa prevalere. Dio conosce le nostre forze e non permette che la tentazione le superi.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché viviamo questo tempo di quaresima come tempo di grazia e di conversione.

     

    113° quadro della serie: i “1.000 quadri più belli del mondo”

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    Hieronymus Bosch: “Il giardino delle delizie” 1480-90 – olio su tavola – cm 220×389 – Museo del Prado – Madrid

     

    Hieronymus Bosch, nome d’arte di Jeroen Anthoniszoon van Aken (‘s-Hertogenbosch, 1453–1516) fu un pittore olandese. La ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni, ha chiamato in causa dottrine diverse, tra cui la psicoanalisi, ma in realtà trae la sua ispirazione dalle dottrine religiose e intellettuali dell’Europa centro-settentrionale che, al contrario dell’Umanesimo italiano, negano la supremazia dell’intelletto, ponendo l’accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali. Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell’uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa con la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale si deve far riferimento alle vite dei santi e alla Passione di Cristo. Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Il re Filippo II di Spagna fu un appassionato collezionista dei suoi lavori; come risultato la Spagna è il paese che possiede il maggior numero di opere del pittore, soprattutto al Prado e all’Escorial di Madrid. Di datazione incerta, il trittico delle delizie è ritenuto il capolavoro e l’opera più ambiziosa di Bosch che in nessun altro lavoro raggiunse tali livelli di complessità, per i significati simbolici che per la vivida immaginazione espositiva. L’opera rappresenta numerose scene bibliche e ha probabilmente lo scopo di descrivere la storia dell’umanità attraverso la dottrina cristiana medievale.

    Il trittico è formato da un pannello centrale quadrato al quale sono accostate due ali rettangolari richiudibili su di esso; una volta piegate, mostrano la Terra durante la Creazione. Le tre scene del trittico aperto sono forse da analizzare in ordine cronologico da sinistra a destra. Il pannello di sinistra rappresenta Dio, perno dell’incontro tra Adamo ed Eva; quello centrale è una vasta veduta fantastica di figure nude, animali immaginari, frutti di grandi dimensioni e formazioni rocciose; quello di destra è invece una visione dell’Inferno e rappresenta i tormenti della dannazione.

    Ma vediamo le varie parti del trittico

     Cattura

    1.      Parte IL TRITTICO CHIUSO

    Con le ali laterali del trittico chiuse, si fa visibile il disegno sui pannelli esterni. Si tratta di una rappresentazione del mondo sferico, resa con la tecnica della grisaglia, cioè con sfumature a monocromo di bianco e grigio. La Terra è vista a volo d’uccello, come disco che galleggia sopra una massa d’acqua, entro una sfera trasparente, i cui riflessi di luce si notano nel pannello di sinistra, sotto lo sguardo di Dio, raffigurato nell’angolo in alto a sinistra, in trono e con una tiara papale sul capo. La sfera è quindi immersa nell’oscurità del cosmo, in cui si evidenzia la sola presenza divina. Sopra la figurazione si legge una citazione biblica, Sal 32, “IPSE DIXIT ET FACTA SUNT. IPSE MANDAVIT ET CREATA SUNT”, “Egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste

     

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    2 – Parte: trittico aperto: PANNELLO DI SINISTRA

    Il pannello di sinistra (220×97 cm) è conosciuto come rappresentazione del Giardino dell’Eden o dell’Unione di Adamo ed Eva. I colori sono brillanti e smaltati, accordati sulle tonalità di verde e ocra: spiccano per contrasto il candore dei corpi, il blu del laghetto e del cielo e il rosa del manto di Dio e della stravagante costruzione centrale. La scena è ambientata nel Paradiso terrestre nell’attimo in cui Dio presenta Eva al cospetto di Adamo. Wilhelm Fränger così legge la scena: «…il contatto fisico tra il Creatore e Eva è collegato al contatto dei piedi di Adamo con quelli del Signore. Adamo sembra infatti intento a tirare il corpo in tutta la sua lunghezza per poter toccare il Creatore. E il rigonfiamento del mantello attorno al cuore di Dio, dal quale cade la veste in pieghe fino ai piedi di Adamo, sembra indicare che da lì fluisce potere divino, così che questo gruppo di tre forma un circuito di energia magica». Sopra il Creatore, al centro del lago c’è una complessa costruzione rosa, identificata da alcuni come la “Fontana della vita”. Tutto attorno un mondo fantastico di animali veri e inventati, di piante esotiche e frutti di ogni tipo. Curiosa la roccia -a destra al di sopra di Eva- che disegna il profilo di un volto umano: essa è popolata da animali tutt’altro che pacifici, come il serpente che si attorciglia al tronco, allusione alla tentazione presente anche nel luogo paradisiaco. La rappresentazione di animali come l’elefante, la giraffa e il leone che divora la preda, si mischia con quella di fantastici come l’unicorno: è evidente l’intenzione del pittore di provocare lo stupore di quanti ammiravano il quadro. Insomma un pannello chiaro e luminoso, dove la pace e la serenità dominano, ma non mancano elementi di inquietudine e turbamento

    3. Parte: trittico aperto: PANNELLO CENTRALE

    Cattura

    Il pannello centrale rappresenta il giardino “delle delizie” da cui il trittico prende nome: abbondano figure maschili e femminili nude, circondate da enormi varietà di animali, piante e fiori; non è il giardino dell’Eden, ma neppure un ambiente di vita normale. Creature fantastiche si confondono con elementi reali, frutti comuni sono rappresentati in forme sproporzionate, con forti significati simbolici. Le persone sono impegnate in sfrenati giochi amorosi e varie altre attività, in coppie o in gruppi più vasti; si esprimono e agiscono apertamente e senza vergogna, mostrando secondo alcuni critici una curiosità carnale tipicamente adolescenziale. Il pannello è disposto su tre fasce: quella in basso presenta un’infinità di nudi in vari atteggiamenti. In quella centrale è presentata la cavalcata in tondo della libidine attorno alla fontana della giovinezza. In quella superiore si mostra il “labirinto della voluttà, con lo stagno in cui galleggia il globo azzurro della ‘fontana dell’adulterio”. Insomma è il piacere dei sensi, l’erotismo sfrenato (la lussuria, ma anche gli altri peccati capitali) a dominare la scena, dominio che genera al momento godimento e piacere, ma i cui effetti definitivi si possono vedere nell’ultimo dei tre pannelli.

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         4 .Parte. Trittico aperto – L’INFERNO MUSICALE

    Il terzo pannello mostra un mondo in cui l’umanità è definitivamente sconfitta dalle tentazioni del male e sconta di conseguenza una dannazione eterna. Il tono di quest’ultima sezione del dipinto si scontra con le atmosfere dei pannelli precedenti; la scena è ambientata di notte, in un mondo scuro, dove la beltà dei Giardini è scomparsa per far posto a immagini angoscianti di dolore e tormento. In confronto con le tavole a lato si nota una preponderanza di tinte fredde che creano l’atmosfera di luogo inospitale e sconfortante e inospitale. In alto i roghi suggeriscono l’idea che la punizione divina si manifesti sotto ogni forma (freddo e caldo, ma estremi) e che non si possa sfuggire: «Lodate il Signore dalla terra, mostri marini, abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera» (Sal 148). Dalla città in fiamme, alle complesse figure della parte centrale (le gigantesche orecchie trafitte da una lama, l’uomo-uovo forse immagine dell’ anticristo, le figure composite di uomini e bestie e il lago tenebroso) in basso si termina coi dannati appesi o trafitti da strumenti musicali di ogni genere e con un mostruoso capo diavolo che ingoia ed espelle uomini… l’autore lascia briglia sciolta alla sua fervida fantasia per narrare le pene riservate ai vizi capitali in un mondo dominato dalle tenebre, dall’assurdo e dal contrappasso della pena. Forse il trittico vuole dimostrare «come il peccato sia entrato a far parte del mondo con la creazione di Adamo ed Eva, come in seguito a ciò i piaceri carnali si siano diffusi per tutta la terra, favorendo tutti i peccati mortali e come ciò porti dritti all’Inferno» secondo il giudizio dello storico dell’arte Ludwig von Baldass nel 1960.

     

    gingol

     

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