giovedì 21 aprile ’16

    IV Settimana del Tempo Pasquale

     

    nella fotografia Mur des Mots (Francia)

     

     

    Preghiera del giorno (S. Anselmo d’Aosta)

    “O Dio, insegnami a cercarti e mostrati a me che ti cerco. Io non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se tu non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti, che ti desideri cercandoti, che ti trovi amandoti, e che ti ami trovandoti. Io ti riconosco, Signore, e ti ringrazio di aver creato in me questa tua immagine affinché di te sia memore, ti pensi e ti ami; ma essa è così consunta dal logorio dei vizi, così offuscata dal cumulo dei peccati, che non può fare quello per cui fu fatta, se tu non la rinnovi e non la ricostituisci. Non tento, o Signore, di penetrare la tua altezza perché non paragono affatto ad essa il mio intelletto, ma desidero in qualche modo di intendere la tua volontà, che il mio cuore crede e ama. Né cerco di intendere per credere; ma credo per intendere. E anche per questo credo: che se prima non crederò, non potrò intendere. Amen”

     

    Anselmo d’Aosta Vescovo e dottore della Chiesa

    Nasce nel 1033 ad Aosta da genitori nobili. A 15 anni vuol farsi monaco: contrastato dai suoi genitori, decide di andarsene: dopo tre anni, va all’abbazia del Bec dove il priore Lanfranco ne cura il percorso di studio. Diventato priore, avvia l’attività di ricerca teologica che lo porterà ad essere annoverato tra i maggiori teologi d’Occidente. Nel 1093 diventa arcivescovo di Canterbury. Per dissapori col potere politico è costretto all’esilio a Roma per due volte. Muore a Canterbury nel 1109

     

    La Parola di Dio del giorno (Giovanni 13,16-20)

    Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.  Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

     

    Riflessione per il giorno

    “Non ricambiate al mondo i sorrisi che vi rivolge”. E’ una frase del Santo di oggi Anselmo d’Aosta, frase che a gente come noi non può non risultare troppo segnata da sospetto. Per associazione viene però in mente quello che un contemporaneo e cristiano (sia pure sui generis) come il colombiano Nicolàs Gomez Dàvila scrive della chiesa attuale la quale “volendo aprire le sue porte a quelli che stavano fuori, ha ottenuto il risultato di far scappare coloro che stavano dentro”. Se Gesù ha messo in guardia i suoi contro il mondo (“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” Gv 15) un motivo ci sarà! Del resto senza una fede solida e fondata, non sarà la Chiesa a cambiare il mondo, ma quest’ultimo a mondanizzare la Chiesa …e il sospetto che proprio questo sia avvenuto è tutt’altro che infondato.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché ogni Chiesa particolare si impegni ad essere presente dove maggiormente mancano luce e la vita del Risorto

     

    Don’t forget! …Ricorda!

    Secondo la leggenda, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. Oggi la città di Roma compie 2.769 anni di vita

     

    Il quadro della settimana – 122° quadro della serie i 1000 quadri più belli del mondo

    Cattura

    GIORGIONE: I TRE FILOSOFI – 1506 – Olio su tela – 123,5×144,5 cm – Kunsthistorisches Museum, Vienna

     

    La tela, eseguita per il nobile veneziano Taddeo Contarini, ha una composizione è semplice, con tre personaggi, due in piedi e uno seduto, raggruppati nella metà destra del dipinto, mentre a sinistra prevale un’oscura rupe, di tono leonardesco. Al centro, tra la quinta rocciosa e quella vegetale dietro ai “filosofi”, si apre il paesaggio, col villaggio immerso nel verde, dove il sole è appena tramontato tra i colli che si perdono in lontananza, dai toni azzurrini per la foschia. Il contrasto tra zone di luci e d’ombra amplifica la profondità spaziale e facilita la lettura tramite l’individuazione di linee di forza che attraversano la composizione. Difficile dire chi siano, ma è chiaro che rappresentano 3 età dell’uomo (giovinezza, maturità e vecchiaia), hanno vesti dai colori differenti (bianco/verde per il giovane seduto, viola/rosso per quello col turbante e giallo/marrone per il vecchio) e sono effigiati in tre pose diverse: di profilo, frontale e di tre quarti. L’anziano mostra il foglio pieno di calcoli astronomici, sovrastati dalla scritta celus e ha nella sinistra un compasso. Il giovane invece regge un foglio, il compasso nella destra e la squadra nella sinistra, per il calcolo geometrico…Ciò fa pensare che siano antichi sapienti riuniti insieme nella figura del committente che si dilettava di ricerche astronomiche e alchemiche.

    Altre ipotesi vi vedono i tre stadi del pensiero umano: l’umanesimo rinascimentale (giovane), la filosofia araba (uomo col turbante) e il pensiero medievale (vecchio). Per lo storico della filosofia Faggin i tre rappresentano gli scienziati Claudio Tolomeo (il vecchio), Niccolò Copernico (il giovane) e l’astronomo arabo Muhammad ibn Jābir al-Harrānī al-Battānī. Per lo storico dell’arte Salvatore Settis infine rappresenterebbero i Re Magi che starebbero studiando la luce della stella confrontando i dati fisici con quelli dei propri calcoli. Comunque sia, il quadro così suggestivo con la luce dorata del tramonto ad avvolgere tutto, è reso ancor più intrigante dal mistero dei tre e dalla infinite interpretazioni che esso permette.

    gingol

     

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