Giovedì 2 gennaio 2025

     

    Tempo di Natale

     

    Avvenne il 2 gennaio…

    1492 – Granada, ultima roccaforte moresca in Spagna, si arrende ai Re cattolici.

    1547 – Congiura dei Fieschi contro Andrea Doria, che fallisce per un incidente al giovane capo dei Fieschi, Gian Luigi.

    1793 – Russia, Prussia e Austria si spartiscono anche l’ultima parte della Polonia.

    1945 – 2.a guerra mondiale: l’offensiva alleata nelle Ardenne, piega la resistenza tedesca.

    1968 – Christiaan Barnard esegue a Città del Capo il secondo trapianto di cuore.

    1971 – Durante la partita di calcio fra Rangers e Celtic muoiono 66 persone: è il disastro dell’Ibrox.

     

    Aforisma di Albert Einstein

    “Impara da ieri, vivi per oggi, spera nel domani”

     

    Preghiera

    O Dio, che hai illuminato la tua Chiesa con gli esempi e gli insegnamenti dei santi vescovi Basilio e Gregorio, donaci uno spirito umile per conoscere la tua verità e attuarla fedelmente nella carità fraterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    S. BASILIO MAGNO e S. GREGORIO DI NAZIANZO

    Basilio (Cesarea di Cappadocia, attuale Kaysery, Turchia, 330 – 1 gennaio 379), vescovo della sua città natale (370), fu una delle figure più significative della Chiesa nel sec. IV: geniale guida dei suoi fedeli, difensore tenace della fede e della libertà della Chiesa, instauratore di nuove forme di vita comunitaria, creatore di istituzioni caritative, promotore di liturgia (vedi l’anafora che porta il suo nome) e autore fecondo nel campo ascetico (Le Grandi e Piccole Regole), teologico e omiletico. Gregorio (Nazianzo, attuale Nemisi in Turchia, 330 – 25 gennaio 389/390) condivise con l’amico Basilio la formazione culturale e il fervore mistico.

    Fu eletto patriarca di Costantinopoli nel 381. Temperamento di teologo e uomo di governo, rivelò nelle sue opere oratorie e poetiche l’intelligenza e l’esperienza del Cristo vivente e operante nei santi misteri.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 1,19-28

    Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo».

    Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».

    Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».

    Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

     

    Riflessione Il Card. Pizzaballa a Gaza

    “Tutto il mondo è con voi”, così il Patriarca di Gerusalemme cardinale Pierbattista Pizzaballa nella parrocchia della S. Famiglia di Gaza alla piccola comunità cristiana della Striscia, da più di 14 mesi rifugiata nel compound parrocchiale.

    Erano le prime luci dell’alba quando il Patriarca ha lasciato Gerusalemme per entrare a Gaza, scortato dai soldati israeliani, attraverso il valico di Eretz. Una visita attesa con trepidazione dai fedeli che speravano di poter celebrare il Natale con il proprio vescovo, in un clima, almeno per un giorno, sereno e di letizia. È la seconda volta che Pizzaballa riesce ad entrare a Gaza e a visitare la comunità guidata dal parroco padre Gabriel Romanelli.

    Per garantire la massima sicurezza nel percorso è stata data notizia della visita solo dopo l’arrivo nella comunità. Il cardinale ha quindi presieduto la messa e ha anche impartito il sacramento della Cresima ad alcuni giovani. Nell’omelia il Patriarca si è complimentato con la resistenza della comunità cristiana: “Voi siete la luce della nostra Chiesa e il Natale è proprio la festa della Luce”, quella Luce è Gesù, quel “Gesù che, non lo scordate mai, è anche lui qui con voi”.

    “Siamo orgogliosi di voi – ha proseguito il cardinale – non per qualcosa di speciale, ma perché siete rimasti quello che siete: cristiani con Gesù”. E ancora “così come tutte le persone del mondo, non solo cristiane, sono con voi, così anche voi potete dare qualcosa al mondo che vi guarda: portare a tutti, col vostro esempio, la luce di Cristo”.

     

    Intenzione di preghiera per la settimana

    Preghiamo per le piccole comunità cristiane del medio Oriente che dimostrano una capacità di fedeltà e resistenza incredibili e in un ambiente spesso ostile danno la loro testimonianza.

     

    Don’t Forget! Le più belle natività della storia dell’arte

    GERRIT VAN HONTHORST (GHERARDO DELLE NOTTI)

    ADORAZIONE DEI PASTORI

    1619-1620 – olio su tela – 338,5 x 198,5 cm; Firenze, Galleria degli Uffizi

    Il pittore olandese Gerrit van Honthorst, in Italia noto come Gherardo delle Notti (Utrecht, 4-11-1592 – Utrecht, 27-4-1656) all’inizio della sua carriera visitò Roma, dove venne a conoscenza delle opere dei maestri italiani e fu influenzato, specialmente da Caravaggio.

    È proprio da quest’ultimo che trasse ispirazione per i suoi notturni e per la caratteristica illuminazione usata in parte dei suoi dipinti. Ritornato nei Paesi Bassi, divenne uno dei pittori di spicco del suo periodo, dipingendo sia quadri che ritratti. Morì ad Utrecht, dov’era nato, a 65 anni.

    Nell’Adorazione dei pastori, tutti i personaggi hanno un moto di sorpresa nei confronti di Gesù che è l’unica fonte di luce del dipinto, che si irradia su tutto e tutti e provoca in ognuno un moto di gioia, stupore, ammirazione.

    È chiarissimo il messaggio che il pittore comunica con quest’opera: il neonato nella grotta di Betlemme è la luce del mondo, il nuovo ed eterno sole dell’umanità. Con la sua nascita si ripete il comando del Creatore all’origine del mondo: «Dio disse: “Sia la luce! E la luce fu”» (Gn 1,3).

    Dal nulla la creazione muove i primi passi; dalla culla il bambino appena nato illumina la Notte santa. Chi gli sta attorno diventa riconoscibile perché c’è lui, diversamente niente prenderebbe forma e di conseguenza non avrebbe una fisionomia in quel buio cupo. Oggetti e persone non apparirebbero, come se non esistessero.

    Gherardo delle Notti affida alla forza evocativa del colore il compito di mostrare la nuova origine dell’uomo. Il vecchio mondo scompare nelle tenebre della notte per rigenerarsi a partire da quella luce che il bambino irradia col suo corpo. La vita nello scorcio di Betlemme ritorna al momento primordiale del tempo, ma con una nuova corporeità, quella di un bambino che guarda la madre e dà chiarore al piccolo universo che gli sta attorno, lo dà dalla nuda terra quasi fosse fuoco acceso e sole che sorge.

    Il quadro, in controtendenza rispetto alla pittura che imponeva la corrispondenza dell’arte con il vero della natura, inverte la logica della fonte di luce. Gherardo preferisce la via forte del simbolismo. La scena potrà sembrare ingenua e irrealistica, ma il significato non dà luogo a equivoci: Cristo è la luce del mondo. “Nella sua luce, noi vediamo la luce” (salmo 36,9) e non solo possiamo contemplare il volto di Dio, ma anche possiamo riconoscere noi stessi e scoprire così chi siamo davvero.

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com