26.a settimana tempo ordinario
Avvenne il 2 ottobre
1187 – Assedio di Gerusalemme: Saladino cattura Gerusalemme dopo 88 anni di regno crociato.
1870 – Plebiscito per l’annessione di Roma al Regno d’Italia, dopo la Presa di Roma
1889 – A Washington, si apre la prima conferenza degli Stati americani
1928 – Fondazione dell’Opus Dei da parte di Josemaría Escrivá de Balaguer
1937 – Nella Repubblica Dominicana ha inizio il Massacro degli haitiani: 20 / 30.000 morti uccisi
1944 – Olocausto: le truppe naziste pongono fine alla Rivolta di Varsavia
Aforisma dal Vangelo di Matteo cap. 28
“Sono giunta al punto di non soffrire più, perché ogni sofferenza patita per Dio è diventata dolcezza.”
Preghiera Colletta
O Dio, che con ineffabile provvidenza mandi i tuoi santi angeli perché siano nostri custodi, dona a noi, che ti supplichiamo, di essere sempre difesi dalla loro protezione e di godere in eterno della loro compagnia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno

Nella Bibbia, Dio affida agli Angeli il compito di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli. Figure celesti presenti nell’universo religioso e culturale della Bibbia e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l’origine del loro nome nel vocabolo greco anghelos =messaggero.
Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata a svolgere una missione. Ed è con questo significato che la parola ricorre 175 volte nel N. Testamento e 300 nell’A. T. che ne individua la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne solo l’aspetto estetico e formale.
Parola di dio del giorno Matteo 18,1-5.10
I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Riflessione
Lamentazioni su Gaza di Giovanni Amico gli scritti (4.a parte)
Il libro biblico delle Lamentazioni ci aiuta a capire anche quello che sta succedendo a Gaza. Quel libro ricorda la distruzione di Gerusalemme, ma ricorda anche tutto il peccato da cui quell’evento è stato causato. I lamenti esprimono dolore per i colpiti e la desolazione presente, ma non semplificano troppo facilmente quella situazione, quasi ci fosse un solo colpevole e sia sufficiente condannarlo per venirne fuori. L’autore del libro infatti ha piena coscienza che gli eventi hanno radici in un passato molto lungo.
Consapevoli che la storia son si fa né con i “se”, né con i “ma”, questo esercizio serve a far capire quanto sia complessa una situazione che oggi in troppo tendono a semplificare con il risultato di rendere ancor più difficile la soluzione del problema. Chissà che queste “lamentazioni” ci aiutino a riflettere un po’ (le prime 9 “lamentazioni” le abbiamo già pubblicate).
10) Se nel 1967 il mondo arabo non avesse preparato un attacco contro Israele che intuì il pericolo e per primo agì sconfiggendoli e giungendo alla conquista di Gerusalemme e alla occupazione di Gaza, ancora quelle terre sarebbero arabe: come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
11) Se gli israeliani, dopo l’occupazione di Gerusalemme e Gaza avvenute solo nel 1967, avessero trattato la popolazione araba rimasta nei territori occupati alla pari degli israeliani stessi, concedendo loro diritti, passaporti e garanzie, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
12) Se gli arabi non avessero attaccato Israele nel 1973, forse Gaza sarebbe stata restituita agli arabi, come già avvenuto per il Sinai, e la striscia sarebbe stata libera: come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
13) Se l’OLP non si fosse costituito con il fine di distruggere lo Stato d’Israele e se Arafat non avesse aspettato di essere ormai vecchio, ad accettare l’esistenza di Israele, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
14) Se i palestinesi, scoperta nel 1967 la loro identità distinta dagli altri arabi, non avessero iniziato a compiere attentati in qualsiasi parte del mondo, dovunque vi fossero ebrei, anche non israeliani e soprattutto civili, come alle Olimpiadi di Monaco (1972), come in Italia (attentati di Fiumicino del 1973 e 1985), come in altri luoghi della terra, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
15) Se i palestinesi OLP non avessero tramato nel 1973 contro il re di Giordania (Settembre Nero) e non fossero stati espulsi dalla Giordania in Libano, se non avessero portato in quella nazione le loro armi e non avessero distrutto la convivenza democratica in Libano, provocando la crisi che ancora attraversa quel paese, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
16) Se Israele avesse lavorato a una promozione economica e scolastica dei territori palestinesi, dopo i fatti del 1973, se avesse mostrato di volerne lo sviluppo e il loro ritorno progressivo all’autonomia, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti! (continua)
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché la complessità della storia passata e della realtà presente non scoraggino i popoli e gli uomini di buona volontà a mettere in atto tutti gli sforzi possibili per far cessare due guerre crudeli.
Don’t Forget! 6° CANTO 2.A PARTE
INCONTRO DI DANTE E VIRGILIO CON CIACCO
Canto VI vv. 34-57
la greve pioggia, e ponavam le piante
sovra lor vanità che par persona.
37-39 Elle giacean per terra tutte quante,
fuor d’una ch’a seder si levò, ratto
ch’ella ci vide passarsi davante.
40-42 “O tu che se’ per questo ‘nferno tratto”,
mi disse, “riconoscimi, se sai:
tu fosti, prima ch’io disfatto, fatto”.
43-45 E io a lui: “L’angoscia che tu hai
forse ti tira fuor de la mia mente,
sì che non par ch’i’ ti vedessi mai.
46-48 Ma dimmi chi tu se’ che ‘n sì dolente
loco se’ messo e hai sì fatta pena,
che, s’altra è maggio, nulla è sì spiacente”.
49-51 Ed elli a me: “La tua città, ch’è piena
d’invidia sì che già trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena.
52-54 Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
per la dannosa colpa de la gola,
come tu vedi, a la pioggia mi fiacco.
55-57 E io anima trista non son sola,
ché tutte queste a simil pena stanno
per simil colpa”. E più non fé parola
37-39 Esse giacevano per terra tutte quante, tranne una, che si levò a sedere, non appena ci vide passere davanti.
40-42 «O tu che sei condotto per questo inferno» mi disse, «riconoscimi, se puoi: tu nascesti prima che io fossi morto.»
43-45 Ed io a lei: «L’angoscia, che ti àltera i lineamenti, forse ti leva dalla mia memoria, così che mi pare di non averti mai visto.
46-48 Ma dimmi chi sei tu, che sei disteso in un luogo così doloroso e sottoposto ad una tale pena, che è superata da altre, ma che è spiacevole come nessuna».
49-51 Ed egli a me: «La tua città (=Firenze), che è così piena d’invidia da far traboccare il sacco, mi ebbe con sé nella vita serena.
52-54 Voi cittadini mi chiamaste Ciacco e, come tu vedi, ora per la dannosa colpa della gola mi fiacco sotto la pioggia.
55-57 Io non sono però l’unica anima trista, perché tutte queste anime subiscono la stessa pena per la stessa colpa». E tacque.

Ciacco è citato anche da Giovanni Boccaccio in Biondello e Ciacco, novella del Decameron di cui egli, cittadino di Firenze, è molto goloso e ingordo. La sua figura non è stata individuata storicamente, almeno finora…
RIASSUNTO dei VV. 35-57
Dante e Virgilio proseguono e passano letteralmente sopra le anime, che essendo immateriali non oppongono ostacolo. Tutte giacciono al suolo, ma una di esse si leva improvvisamente a sedere e si rivolge a Dante, chiedendogli se lo riconosce, dal momento che il poeta è nato prima che lui morisse. Dante risponde che il suo aspetto è talmente stravolto da renderlo irricono-scibile, quindi gli domanda il suo nome, affermando che la pena sua e degli altri golosi è certo la più spiacevole dell’Inferno, se non addirittura la più grave. Il dannato risponde dichiarando anzitutto di essere stato cittadino di Firenze, la città che è piena di invidia. Il suo nome è Ciacco ed è condannato fra i golosi, che affollano in gran numero il Cerchio. Detto ciò, rimane in silenzio.
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