giovedì 20 aprile ’17

    Ottava di Pasqua

    nella fotografia un quadro di Marc Chagall 

     

    Proverbio del Giorno

    E’ più facile deviare il corso di un fiume che cambiare il comportamento di un cattivo soggetto.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (don Tonino Bello)

    Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare. Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto. Nel silenzio maturano le grandi cose della vita: la conversione, l’amore, il sacrificio. Quando il sole si eclissa pure per noi, e il Cielo non risponde al nostro grido, e la terra rimbomba cava sotto i passi, e la paura dell’abbandono rischia di farci disperare, rimanici accanto. In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci parole d’amore! E sentiremo i brividi della Pasqua.

     

    ANICETO, PAPA

    Di origine sira, durante il suo pontificato accolse a Roma il vescovo di Smirne, Policarpo, per discutere la data di Pasqua, celebrata in Occidente sempre di domenica e in Oriente il 14 di Nisan, in qualunque giorno cadesse. La questione restò aperta.

     

    Ascoltiamo La Parola di Dio (Lc 24,35-48)

    Di ritorno da Emmaus, i due discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?  Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.  Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. 

     

    Riflessione Per Il Giorno (don Tonino Bello)

    Cari amici, come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, uno sguardo profondo, un sorriso senza parole! Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”! La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla. Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi. Coraggio, disoccupati. Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati. Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto. Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito. Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione. Vostro, don Tonino, vescovo

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i sacerdoti e i Vescovi testimonino con coraggio e generosità la loro fede.

     

    Don’t forget!

    20-04-1993: muore MONS. TONINO BELLO, di cui è stata avviata la causa di beatificazione. Sulla tomba è scritto: «Don Tonino Bello, terziario francescano, vescovo…». E poi le date: nato ad «Alessano,18 marzo 1935», in Salento, il più povero sud Pugliese; morto a «Molfetta, 20 aprile 1993», dov’è stato vescovo per quasi 13 anni e dove al funerale 60 mila persone invasero l’intero porto. Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L’unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità è la porta del servizio. Conta più un gesto di servizio che tutte le prediche e le omelie!”

     

     

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