3a settimana di Avvento
nell’immagine un quadro di Arcabas : Les deux naissances du Christ
6° giorno novena di Natale
“O astro Sorgente, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni ed illumina chi è nelle tenebre e nell’ombra della morte.”.
Iniziamo la Giornata Pregando
Risplendi su di noi con la luce della tua gloria, Signore Gesù Cristo, e la tua venuta vinca le tenebre del male e porti a tutti gli uomini la liberazione dalla schiavitù del peccato. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
PIETRO CANISIO DOTTORE DELLA CHIESA
Nasce a Nimega, Olanda, nel 1521. Figlio del borgomastro, studia diritto canonico a Lovanio e civile a Colonia. La lettura degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio determina la svolta della sua vita. Prende parte al concilio di Trento, come teologo del papa. S. Ignazio lo chiama in Italia, mandandolo in Sicilia, a Bologna e infine in Germania, dove resta per trent’anni, come superiore provinciale. Morì a Friburgo, in Svizzera, nel 1597
Ascoltiamo La Parola di Dio (Lc 1,39-45)
Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».
La riflessione del giorno (don Primo Mazzolari: Natale)
A Natale, per chi viene Gesù? La tenebra che saliva e saliva, mentre la nebbia continuava a scendere, gli tolse a poco a poco la violenta rivolta dalla mente, lasciandogli l’animo sommerso in quella inafferrabile tristezza che dà la giustizia soddisfatta degli uomini ben difesi e ben pasciuti. Non sarebbe entrato dall’Argia, pur passandole sulla porta. Certi dinieghi non si vanno a raccontare a una creatura che resta in vita solo per un’attesa. Ma in chiesa, alla Messa, come avrebbe potuto parlare della bontà del Salvatore, quando una famiglia aveva chiuso fuori il Signore in quel modo? Il primo segno delle campane lo sorprese nel mezzo di un dibattito che minacciava di sommergerlo. I Fraccari avevano fatto saltare l’argine della sua poca fede: e Dio glielo veniva ricomponendo nell’esultanza del suo campanile, che gli restituiva la certezza dell’Avvento. “Se Egli viene, se niente lo ferma, perché io che, in fondo, non sono che una voce che grida nel deserto, non dovrei gridarlo alla mia gente, che il Salvatore, proprio questa notte, viene per Dolfo in galera, per l’Argia la morente, per Braccio di ferro il fariseo, e per un povero prete di poca fede?”.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché questo Natale Gesù trovi ospitalità nei cuori degli uomini di buona volontà
Don’t forget! …Ricorda! GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI 195° QUADRO DELLA SERIE: I 1000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO
La famiglia di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610) era originaria dell’omonimo borgo in provincia di Bergamo: il giovane Michelangelo che si formò tra Milano e Venezia e fu attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, è diventato uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, assurto a fama universale nel XX secolo, dopo un periodo di oblio. Animo particolarmente inquieto, affrontò gravi vicissitudini: data cruciale fu il 28-05-1606: responsabile di un omicidio durante una rissa e condannato a morte, dovette sempre fuggire per scampare alla pena capitale. I suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano, sia fisico, sia emotivo, con uno scenografico uso della luce, hanno avuto forte influenza sulla pittura barocca. Per molto tempo si è ipotizzato che il dipinto fosse stato realizzato durante il soggiorno siciliano del Merisi, ma studi e scoperte più recenti fanno ipotizzare che la Natività sia stata commissionata da Fabio Nuti per l’oratorio di San Lorenzo durante il soggiorno romano e cioè verso il 1600.
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Ma veniamo al dipinto: il gruppo dei personaggi principali, ovvero Gesù Bambino, la Madonna e san Giuseppe, appare spostato a destra. Fulcro del racconto è il piccolo Gesù, che poggiato nudo su un misero pagliericcio, non brilla di luce propria, ma è colpito dalla fonte luminosa a sinistra che illumina il volto e le spalle e lascia in penombra il resto del corpo. La stessa luce irradia il volto di Maria, bellissima popolana dai capelli castani, sottili … |
…sopracciglia scure e volto affilato, presa a contemplare suo figlio. S. Giuseppe è raffigurato di spalle, nella posizione di chi osserva il dipinto, come a coinvolgere direttamente chi guarda: la nuca è coperta dai capelli bianchi e il corpo compie una torsione per rivolgersi al personaggio che si trova dietro di lui (c’è chi dice che fra’ Leone da Assisi, compagno di S Francesco, chi dice che si tratta più semplicemente di un pastore?). S. Lorenzo (titolare dell’oratorio a cui era destinato il dipinto), a sinistra, e S. Francesco (eponimo della compagnia che aveva sede presso lo stesso oratorio) a destra contemplano assorti il bambino. La scena si svolge all’interno di una capanna coperta da un tetto di paglia ed è bilanciata, sulla sinistra, dall’angelo che sopraggiunge tenendo il cartiglio con il “gloria in excelsis”. Il bellissimo dipinto fu purtroppo trafugato la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e non è stato mai più recuperato.
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