Giovedì 22 agosto 2024

     

    XX settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 22 agosto…

    408 – L’imperatore romano d’Occidente Onorio ordina l’assassinio del magister militum Stilicone.

    1780 – La Resolution, nave di James Cook, torna in Inghilterra senza Cook ucciso alle Hawaii.

    1914 – Britannici e tedeschi, in Belgio, si scontrano la prima volta nella prima guerra mondiale.

    1950 – Papa Pio XII pubblica l’enciclica Humani generis

    1962 – Fallisce il tentativo di assassinio del presidente francese Charles de Gaulle.

     

    Aforisma di Papa Benedetto XVI

    “Potere, ricchezza e prestigio non sono valori veri, perché non corrispondono alle attese del cuore.”

     

    Preghiera

    O Dio Padre, che ci hai dato come Madre e Regina la Vergine Maria, dalla quale nacque Cristo tuo Figlio, per sua intercessione concedi a noi la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Il latino “regina” come “rex”, deriva da “regere”, cioè reggere, governare, dominare. Dal punto di vista umano è difficile attribuire a Maria il ruolo di dominatrice, lei che si è proclamata la serva del Signore e ha trascorso tutta la vita nel più umile nascondimento.

    Luca, negli Atti degli apostoli, colloca Maria in mezzo agli Undici, dopo l’Ascensione, raccolta con essi in preghiera; ma non è lei che impartisce ordini, bensì Pietro. E tuttavia in quella circostanza lei costituisce l’anello di congiunzione che tiene uniti al Risorto quegli uomini non ancora irrobustiti dai doni dello Spirito Santo. Maria è regina perché è madre di Cristo, il re.

    Ella è regina perché eccelle su tutte le creature, in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade “, dice Dante nella Divina Commedia. Maria è coronata col doppio diadema di verginità e maternità divina: “Lo Spirito Santo verrà su di te, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. Per questo colui che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 20,1-16

    In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.

    Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

    Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

    Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

     

    Riflessione Maria SS. Regina del cielo e della terra

    Quando un popolo è oppresso, o quando un paese è invaso da un altro, esso è per così dire nelle tenebre. L’angoscia di un individuo è una specie di oscurità. Ogni volta che un popolo o un individuo è nel buio, cerca la luce della liberazione spera ardentemente che un giorno verrà la luce. Quando un popolo cammina nelle tenebre, è portato di solito a dedurre che Dio lo ha abbandonato.

    È una conclusione sbagliata, perché è stato, invece, il popolo ad abbandonare Dio. Quando il popolo si pente, comincia a ritrovare la retta via: può camminare nella luce e avere speranza. Qualche volta, questa speranza di luce si localizza su un bambino la cui nascita può dare corpo e vita alla speranza. Per gli abitanti della Palestina settentrionale, l’invasione degli Assiri era stata oscurità e tristezza, ma la profezia di Isaia sulla nascita di un bambino era capace di infondere speranza.

    L’annuncio della nascita di questo fanciullo si riferiva ad un futuro re, dotato di una notevole saggezza e prudenza, un guerriero che sarebbe stato ritenuto un eroe dal suo popolo. Con la sua potenza avrebbe riportato la pace e così l’oscurità si sarebbe cambiata in luce. La cristianità primitiva ha visto in questo bambino portatore di speranza Gesù di Nazareth.

    Avendo Maria dato alla luce la speranza fatta carne, è onorata come Regina del cielo. Gesù non fu un guerriero né un eroe. Però, insegnò la sapienza. Si dedicò al popolo. Proclamò una pace che il mondo non può dare. Non fu il tipo di re che il popolo si era immaginato, ma trasformò le tenebre in luce.

     

    Intenzione di preghiera settimanale

    Preghiamo perché i tentativi di trovare una via di uscita alle terribili violenze in atto in Terra Santa e in Ucraina producano frutti e facciano breccia nel cuore dei responsabili.

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    Beato Bernardo da offida

    1604 – 1795

    Il beato Bernardo da Offida, religioso cappuccino al secolo si chiamava Domenico Peroni e nacque il 7-11-1604 a Villa d’Appignano nei dintorni di Offida in provincia di Ascoli Piceno. Terzo di otto figli, trascorse l’infanzia in campagna facendo il pastore coltivando i campi. L’esempio di vita dei cappuccini fu per lui un richiamo: così chiese ai suoi familiari e ai frati di poter entrare nel noviziato. Non trovò ostacoli e a 22 anni indossò l’abito.

    Dopo la professione fu inviato a Fermo dove rimase 20 anni e, nel 1650, dopo essere passato per vari conventi, approdò di nuovo a Offida dove rimase tutta la vita. A 65 anni il P. Provinciale gli affidò il compito della questua per i paesi e le campagne. La vita di Bernardo fu semplice nell’umiltà dei servizi ordinari di un fratello laico cappuccino: fu cuoco, infermiere, questuante, ortolano, portinaio, ma egli possedeva in grado eminente tutte le virtù, ma in modo particolare la pazienza e la carità.

    Nemico dell’ozio, quando le occupazioni gli lasciavano tempo libero, ne approfittava per aiutare i confratelli nel disbrigo dei lavori o si recava a pregare in chiesa o nel bosco del convento. In quei tempi gli abitanti del Piceno diverse volte furono afflitti dalla carestia e dalla fame: i poveri accorrevano numerosi alla porta del convento in cerca di un piatto di minestra o di un tozzo di pane e fra Bernardo era con loro prodigo di aiuti nonostante i borbottamenti del cuoco, le sgridate del P. Guardiano e le rimproveri del Provinciale che giunse a chiamarlo ipocrita, e bacchettone e a calpestargli l’orticello che coltivava per sovvenire alle necessità del prossimo.

    Dai confratelli di poca fede era considerato il “dilapidatore” dei beni del convento e invece era convinto che l’elemosina era il mezzo più efficace per attirare sul convento la protezione e la benedizione della Provvidenza divina. Innamorato dell’Eucaristia, aveva un rispetto profondo verso i sacerdoti. Morì all’età di 90 anni il 22 agosto 1694. È il più longevo tra i santi e beati cappuccini. Fu beatificato da papa Pio VI il 25 maggio 1795.

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com