Giovedì 24 aprile 2025

     

    Ottava di Pasqua

     

    Avvenne il 24 aprile…

    1184 a.C. – Secondo la tradizione, i Greci entrano a Troia servendosi di un grande cavallo di legno

    1547 – Il Duca d’Alba, comandante delle forze imperiali di Carlo V, sconfigge le truppe della Lega di Smalcalda nella battaglia di Mühlberg.

    1792 – Viene composto l’inno nazionale francese: la Marsigliese.

    1945 – Inizia la fase finale della guerra partigiana di liberazione, che porterà il giorno seguente alla presa di quasi tutte le città del nord da parte del Comitato di Liberazione Nazionale.

    2005 – Vaticano: solenne messa di inaugurazione del pontificato di papa Benedetto XVI.

     

    Aforisma dal Libro della Sapienza 10

    “Si leva un coro di lodi alla tua vittoria, o Signore, perché la sapienza ha aperto la bocca dei muti e ha reso eloquente la voce dei piccoli.”

     

    Preghiera Colletta

    O Padre, che da ogni parte della terra hai riunito i popoli nella confessione del tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, nati a nuova vita nelle acque del Battesimo e animati dall’unica fede, esprimano nelle opere l’unico amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di Dio del giovedì dell’Ottava di Pasqua

    Atti 3,11-16; Salmo 8; Luca 24,35-48

    In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».

    Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».

    Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

     

    Riflessione di don Arturo Bellini

    «La vita è bella, ma tutti i giorni io ho in mente il punto di arrivo… Ho sempre presente … la meta attesa e, per la bontà di Dio l’entrata nella vita». Don Giuseppe Vavassori.

    Don Bepo ha attraversato anni difficili. Ma quali sono quelli facili? Ci sono Emmaus ovunque nel mondo …ogni uomo ha la sua Emmaus, ha le sue notti e ombre di morte che gli pesano “dentro”. Anzi l’umanità intera ha le sue Emmaus! Mai come oggi brancola nel buio di guerre, di crudeltà belliche, di divisioni fratricide, di lacerazioni politiche e sociali. «Cristo – ha ricordato il Papa a Pasqua, nel discorso letto dal cardinal Re – ha vinto il peccato e ha distrutto la morte ma, nella nostra storia terrena, la potenza della sua Risurrezione si sta ancora compiendo». 

    «E questo compimento – ha scritto Papa Francesco – come un piccolo germoglio di luce, è affidato a noi, perché lo custodiamo e lasciamo germogliare la speranza della Pasqua nella nostra vita e nel mondo! Quando sentiamo ancora il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella nostra carne e nella nostra società le ferite dell’egoismo o della violenza, non perdiamoci d’animo».

    Egli cammina con noi come ha camminato coi due discepoli di Emmaus…e le parole scambiate e il pane dell’eucaristia condiviso li ha trasformati in pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita. Signore, noi tutti noi tutti siamo pellegrini di Emmaus, noi tutti fatichiamo nell’oscurità della sera, noi tutti siamo stanchi e dubbiosi dopo le cattive giornate.

    Siamo anche noi dei cuori deboli. Vieni, Signore, sul nostro cammino. Fai ardere il cuore pure a noi. Entra con noi a sederti alla nostra tavola e dona anche noi la forza di rialzarci per correre a rivelare a tutti che Dio ci ha creati per la vita… che ai Suoi occhi ogni vita è preziosa!

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per Papa Francesco perché il Signore lo accolga nel suo Regno e gli doni la ricompensa per tutto il bene compiuto e la speranza che ha saputo mantenere viva in tanti poveri ed emarginati.

     

    Don’t Forget! La Resurrezione nell’arte

    MATTIA PRETI: APPARIZIONE DI GESÙ AGLI APOSTOLI

    Anno: 1670 –1975

    Tecnica: Olio su tela

    Dimensioni: 149 × 203 cm

    Museo Nazionale di Siviglia, Spagna

     

     

    Mattia Preti (Taverna di Calabria 25-2-1613 – La Valletta, Malta 3-1-1699) è tra i principali esponenti della stagione matura del barocco italiano e, più in particolare, del caravaggismo e della pittura napoletana del Seicento.

    Soprannominato anche il Cavaliere Calabrese, in quanto nato in Calabria e fatto cavaliere da papa Urbano VIII durante la sua attività nella città papale, fu attivo in particolare a Roma e Napoli, e a Malta, dove lavorò per tutta la seconda parte della sua vita.

    In questo quadro il pittore sa rendere in moto straordinario la sorpresa, anzi il vero e proprio spavento che coglie gli apostoli al vedere Gesù che entra nel cenacolo nonostante le porte siano sbarrate “per paura dei Giudei”. È come se dalla persona del risorto partisse un’onda d’urto che si ripercuote sugli apostoli seduti a mensa: il contrasto fra la stabilità verticale del Signore e il ripiegarsi in senso orizzontale da parte dei discepoli non potrebbe essere più netto ed esprime il conflitto tutto interiore fra i dubbi di questi ultimi e la pienezza di vita e di consapevolezza di colui che ha vinto la morte.

    La mensa è preparata, ma manca colui che prima di morire ha offerto il suo corpo come cibo di vita eterna e il suo sangue come bevanda di salvezza: con lui presente, la cena eucaristica può iniziare.   

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