Giovedì 24 febbraio 2022

     

    7.a settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno di Paulo Coelho

    Non ti arrendere mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta.

    Preghiera del giorno

    Fin dal risveglio, prima che gli affanni del giorno mi assalgano, il mio pensiero si volge a te, mio Dio. Grazie per il riposo che mi hai concesso, per le forze che ho ritrovato e che metto al tuo servizio per tutta la giornata.

    In tutto questo giorno mi appoggerò a te che il peccato degli uomini può offendere ma non allontanare, a te che nulla sorprende, poiché tu sei la Provvidenza del mondo.

    Così a te mi rivolgo con sicurezza, in te pongo la mia fiducia. Serviti di me perché si compia il bene. Questo giorno è tuo. Fa’ che io lo trascorra facendo la tua volontà. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nato nel 552, Etelberto da giovane divenne il più potente sovrano anglo dell’epoca. Verso il 588 sposò Berta, la figlia cattolica del re franco Cariberto.

    Dando prova di tolleranza, permise alla sua sposa di continuare a professare la sua fede. Nel 597 accolse la delegazione di monaci inviata da papa Gregorio e guidata da Agostino e concesse loro di stabilirsi a Canterbury con facoltà di predicare e convertire. Etelberto ricevette il battesimo, saggio e prudente, non costrinse i sudditi a seguire la sua scelta, ma favorì quanti lo facevano.

    Il re concesse ad Agostino terreni per edificare la sede episcopale di Canterbury e lo sostenne in un sinodo cui parteciparono vescovi e dottori dalla regione dei Britanni. Etelberto fu un sovrano saggio che procurò benefici alla sua nazione. Morì nel 616 dopo un 50 anni di regno e venne sepolto accanto alla moglie Berta, anch’ella santa.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 9,41-50

    Gesù disse ai discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa.

    Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una màcina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

    E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

    Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

     

    Riflessione del giorno di Giacomo Poretti: è più facile fare il premier che il papà

    Se i figli moderni chiedono: «Papà, cosa preferisci: la pasta o il riso?», loro rispondono: dipende… Papà, ma tu voti a destra o a sinistra? Dipende… Se i figli domandano se bisogna sempre dire la verità, i papà moderni rispondono: dipende… Ma papà bisogna fermarsi per far passare i pedoni sulle strisce? Dipende… Ma papi, è vero che fa male farsi uno spinello? Dipende… Papà, ma a te piacciono le donne, vero? Dipende…

    Mio papà, a cui è sempre piaciuto il risotto, mi ha insegnato cose meravigliose: a fare il presepe, a tifare per l’Inter, a fare il nodo della cravatta, a fare la barba con la lametta, ad andare in bicicletta, a bere un bicchiere di vino d’un fiato, a vestirsi bene la domenica, a essere bravo nel lavoro, ad avere sempre un amico, a portare un mazzo di fiori alla moglie, a ricordarsi dei nonni e dei nostri morti, perché noi senza di loro non ci saremmo, perché Giacomo è figlio di Albino il fresatore, che era figlio di Domenico il mezzadro, figlio di Adriano il ciabattino, figlio di Giuseppe il falegname, figlio di Giosuè lo stalliere…

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché i genitori continuino ad educare nella fede in Dio, nel rispetto al prossimo e nell’onestà della vita i loro figli senza curarsi di un mondo senza più riferimenti.

     

    Don’t Forget! Santi della carità

    BEATA RAFFAELLA YBARRA DA VILLALONGA 

    SPOSA, RELIGIOSA E FONDATRICE 1843-1900

    Nacque in una facoltosa famiglia, il 16-01-1843 a Bilbao in Spagna, i genitori Gabriele Maria Ybarra e Rosaria de Arambarri y Mancebo, erano ferventi cattolici. Già ad undici anni, quando fece la 1.a Comunione, dava segni di pietà straordinaria.

    A 18 anni sposò Giuseppe Vilallonga catalano di ricca famiglia: trascorse i primi 15 anni di matrimonio, dedicandosi alla famiglia che oltre ai figli e al marito, comprendeva i nipoti da lei adottati, i vecchi genitori e altri parenti. Sotto la direzione spirituale del gesuita Francesco di Sales Muruzábal e col consenso del marito, fece i voti di povertà, ubbidienza e castità, che confermò in modo perpetuo nel 1890, aggiungendo quello di abbracciare lo stato religioso, se le condizioni familiari lo avessero permesso.

    Essendo ricca, poté dare vita a molte opere di bene e apostolato. Fondò a Bilbao l’asilo della S. Famiglia, per assistere donne e fanciulli che arrivavano in città senza assistenza e l’Istituto chiamato “Religiose degli Angeli Custodi”, per la preservazione delle giovani abbandonate o pericolanti, che ricevé l’approvazione diocesana nel 1901 e qualche anno dopo quella definitiva della Santa Sede.

    Raffaela Ybarra vedova Valallonga, morì santamente a 57 anni, nella sua casa di Bilbao, il 23-2-1900. Nel leggere la sua biografia sembra di andar indietro nel tempo, quando sante donne per lo più nobili, pur rimanendo a vivere nel mondo e in famiglia, fondavano monasteri che poi sostenevano, magari con l’intento di chiudere i loro giorni, nella pace di questi conventi. E’ stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 30 settembre 1984.

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