Giovedì 25 gennaio 2024

     

    III Settimana del Tempo Ordinario

     

    Accadde il 25 gennaio…

    1327 – Edoardo III diventa re d’Inghilterra e signore d’Irlanda all’età di 14 anni.

    1533 – Enrico VIII d’Inghilterra sposa la seconda moglie Anna Bolena

    1905 – Viene trovato il Cullinan, il diamante più grande del mondo.

    1949 – Prime elezioni in Israele: David Ben Gurion diventa primo ministro

    1959 – Papa Giovanni XXIII indice il Concilio Ecumenico Vaticano II

    1971 – Il dittatore Idi Amin Dada prende il potere in Uganda

     

    Aforismi di S. Teresa d’Avila

    A pregare si impara pregando, come si impara a camminare camminando.

     

    Preghiera

    O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la predicazione del beato apostolo Paolo, dona a noi, che oggi celebriamo la sua conversione, di camminare verso te seguendo i suoi esempi, per testimoniare la tua verità dinanzi al mondo.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    L’importanza della conversione di Paolo è rilevabile dai tre racconti riportati negli Atti degli Apostoli. C’è da dire che i racconti ci forniscono non solo la cronaca dell’esperienza di Paolo, ma anche una importante fase di passaggio nella storia della Chiesa delle origini. Saulo infatti era tra chi approvò l’uccisione di Stefano ed è chiamato a raccoglierne l’eredità, dopo l’incontro con Cristo sulla via di Damasco.

    Da esso nascono la teologia e spiritualità di Paolo, le quali diventano anche per noi il paradigma della nostra vita spirituale e apostolica. La scelta di questa festa come conclusione della settimana di preghiere per l’unità della Chiesa è consona alla dimensione universale di questa conversione.

    Sempre oggi la Chiesa associa la memoria dell’Apostolo a quella di Anania l’«uomo pio secondo la legge cui rendevano testimonianza tutti gli ebrei di Damasco», che il Signore manda da Saulo e che, imponendogli le mani, gli fa riacquistare la vista e lo battezza.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 16,15-18

    In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

    Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

     

    Riflessione di Papa Benedetto XVI

    Dopo l’abbandono dei discepoli nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6) Gesù si rivolge ai Dodici e chiede loro: «Forse anche voi volete andarvene?». E Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,67ss). Sono decisivi due elementi. In primo luogo, che Gesù ha parole di vita eterna.

    Chiarita in questo modo l’essenza della sua dottrina, ne consegue la definizione della natura del suo essere: è il Santo di Dio. La giusta risposta a Gesù è sempre una duplice risposta: riconoscimento del suo essere e riconoscimento di quello che egli dice e fa. Questo vale oggi come allora. La tentazione, oggi, è la medesima di allora. Si è sempre pronti a scegliersi dalle parole di Gesù qualcosa che ci piace. Ma non si è disposti ad accettare lui stesso e, a partire da lui, la totalità della sua testimonianza.

    Ma così si smette di andare con lui e ci si separa così dalla grazia della vita eterna. Con il mio libro Gesù di Nazareth desidero aprire il cuore per decidere di seguirlo totalmente. Insieme alla conoscenza di Gesù, esso intende al contempo suscitare l’amore per lui, per trovare così, aldilà di tutto ciò che è intra-mondano, la via che conduce alla vita.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Oggi si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: preghiamo perché la ricerca di questa comunione non venga mai meno nella chiesa cattolica come nelle altre chiese cristiane.

     

    Don’t Forget!

    La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso. Questa iniziativa è nata in ambito protestante nel 1908 e nel 2008 ha festeggiato il centenario. Dal 1968 tema e testi per la preghiera sono elaborati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per i cattolici.

     

    PERCHÉ SI CELEBRA DAL 18 AL 25 GENNAIO?

    La prima ipotesi di preghiera per l’unità delle Chiese, nasce in ambito protestante alla fine del XVIII secolo; e nella seconda metà dell’Ottocento comincia a diffondersi un’Unione di preghiera per l’unità sostenuta sia dalla prima Assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth (1867) sia da papa Leone XIII (1894), che invita a inserirla nel contesto della festa di Pentecoste. Agli inizi del Novecento, poi, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III scrive l’enciclica patriarcale e sinodale Lettera irenica (1902), in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo.

    Sarà infine il reverendo Paul Wattson a proporre definitivamente la celebrazione dell’Ottavario che lo celebra per la prima volta a Graymoor (New York), dal 18 al 25 gennaio, auspicando che divenga pratica comune. La data tradizionale nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio perché compresa tra la festa della Cattedra di S. Pietro e quella della Conversione di S. Paolo e assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è tempo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste, periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.

     

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