30a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno (Teresa di Calcutta)
Se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle.
Preghiera del giorno – Mons. Tonino Bello
Ti ringrazio, Signore, per il dono della vita. Ho letto che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare se rimangono abbracciati.
E oso pensare, Signore che anche Tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza di me.
Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con Te. Perché vivere non è trascinare la vita…
Vivere è abbandonarsi all’ebbrezza del vento, è assaporare l’avventura della libertà. E’ stendere l’ala, l’unica, con la fiducia di chi sa d’avere in volo un compagno come Te. Amen.
Santo del giorno
SS. SIMONE E GIUDA APOSTOLI
I loro nomi figurano negli elenchi degli apostoli e le notizie che ci vengono su di loro sono scarse. Di Simone sappiamo che era nato a Cana ed era soprannominato zelota, forse perché aveva militato nel gruppo antiromano degli zeloti.
Secondo la tradizione, subì un martirio molto cruento: il suo corpo sarebbe fatto a pezzi con una sega, perciò è patrono di boscaioli e taglialegna. Giuda è detto di Giacomo: i biblisti traducono alcuni con “fratello” altri invece con “figlio” di Giacomo.
Matteo/Marco lo chiamano Taddeo, soprannome che in aramaico significa magnanimo. Come Simone, egli è venerato come martire, ma non conosciamo le circostanze della morte.
Secondo gli Atti degli Apostoli, però, sappiamo che gli apostoli furono testimoni della resurrezione, e questa è la gloria maggiore di ogni discepolo di Gesù.
Parola di Dio del giorno – Luca 6,12-19
Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli:
Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Riflessione del giorno
Regole Per una Vita Devota di Platone di Kostroma
Comincia a fare i tuoi doveri, sforzandoti di fare tutto per la gloria di Dio. Non iniziare nulla senza preghiera, perché ciò che facciamo senza pregare alla fine si rivela futile o dannoso e le parole del Signore sono vere: “Senza di me, non potete fare niente.”
Imita il nostro Salvatore, che ha lavorato aiutando Giuseppe e sua Madre. Mentre lavori, mantieni un buono spirito, affidandoti sempre all’aiuto del Signore. È cosa buona ripetere la preghiera: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore.”
Se i tuoi lavori hanno successo, rendi grazie al Signore; e in caso contrario, affidati alla sua volontà, poiché Egli si prende cura di noi e dirige tutto al meglio.
Accetta le difficoltà come penitenza per i tuoi peccati, in spirito di obbedienza e di umiltà. Prima di ogni pasto, prega che Dio benedica il cibo e le bevande; e dopo il pranzo rendi grazie a Dio e chiedigli di non privarti delle sue benedizioni spirituali. È bene lasciare la tavola con un poco di appetito.
In ogni cosa, evita gli eccessi. Seguendo l’esempio dei cristiani antichi, digiuna il venerdì. Non essere avido. Sii contento di avere cibo e vestiti, imitando Cristo che si è impoverito per noi.
Sforzati di compiacere il Signore in tutto, in modo da non essere rimproverato dalla tua coscienza. Ricordati che Dio ti vede sempre, e così sii accuratamente vigilante per quanto riguarda i sentimenti, i pensieri e i desideri del tuo cuore.
Intenzione di preghiera per il giorno
Per le vittime degli incidenti stradali: perché tutti, soprattutto i più giovani, guidino con prudenza e rispettino la vita degli altri.
Don’t forget! Santi e beati della carità – JACINTO ALEGRE PUJALS 1874-1930
JACINTO ALEGRE PUJALS nacque da famiglia borghese il 24-12-1874 a Tarras (Barcellona). Deciso di entrare nella Compagnia di Gesù, dovette superare la forte resistenza di sua madre che era rimasta vedova.
Superata ogni difficoltà, nel 1892 entrò tra i gesuiti e nel 1907 fu ordinato sacerdote. Nella comunità è ricordato come un uomo dalla solida pietà e dalle grandi virtù religiose.
Dal 1909 fino alla morte fu destinato alla scuola Sagrado Corazón di Barcellona e alla chiesa annessa in Carrer de Caspe, dove svolse il lavoro pastorale, come insegnante e direttore della Congregazione mariana. Durante il ministero a Barcellona, si dedicò alla direzione spirituale dei giovani e alla catechesi dei lavoratori.
Da sempre si distinse per l’attenzione dei malati, che visitava regolarmente e coi quali si recò in pellegrinaggio più volte a Lourdes. Padre Jacinto fu sempre attento ai poveri, agli emarginati, e agli scartati dalla vita: la sua convinzione era “Per me il mondo intero si riduce ad amare Dio e i poveri per amore di Dio; ma con l’amore delle opere, non delle parole”.
In un viaggio a Roma presentò a Papa Pio XI, le sue preoccupazioni per i diseredati e in un viaggio a Monaco ebbe modo di visitare la Piccola Casa della Divina Provvidenza del Beato Cottolengo a Torino, un viaggio illuminante per il gesuita, che visse i suoi ultimi anni cercando di realizzare a Barcellona la fondazione di un ospedale.
Non riuscì a concretizzare il suo sogno, ma durante l’agonia, si fece promettere dal superiore don Juan Guim la realizzazione del progetto. Padre Jacinto morì il 10-12-1930 a Barcellona, considerato da tutti apostolo della carità e angelo dei malati.
Subito dopo la sua morte, diversi laici di cui era stato direttore spirituale con l’aiuto di don Juan Guim riuscirono a realizzare il desiderio del loro padre spirituale. Infatti nel 1933 venne aperto il primo “Cottolengo di padre Alegre” per accogliere pazienti poveri e incurabili, che non trovano posto in altri ospedali.
Dopo Barcellona, l’esperienza del Cottolengo si è diffusa in varie parti di Spagna e ha raggiunto anche la Colombia. Inoltre il 23 ottobre 1939, nacque a Barcellona la Congregazione religiosa delle Suore Serve di Gesù.
La fondatrice madre Dolores Permanyer i Volart sotto la direzione spirituale di padre Juan Guim realizzò una comunità religiosa la cui missione era di mettersi a servizio dei malati all’interno dei Cottolenghi.
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