giovedì 3 agosto ’17

    XVII settimana del tempo ordinario

     

    nella fotografia un quadro di Piet Mondrian

     

    Proverbio del giorno (Gilbert Keith Chesterton)

    La vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriero lo scopre.

     

    Iniziamo la giornata Pregando

    O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco. Di te ha sete l’anima mia, come terra deserta, arida, senz’acqua. Al mattino, Signore, fammi sentire il tuo amore: a te innalzo l’anima mia. Fammi conoscere la via da percorrere nel giorno perché confido in te. Amen

     

    Lidia

    Visse nel 1° sec. Era di Tiatira, città della Lidia, in Asia minore. Abitò a Filippi, dove commerciava la porpora. Discepola di Paolo, lo ospitò a casa sua dove nacque la prima Chiesa fondata in Europa dall’apostolo dei gentili.

     

    La Parola di Dio del giorno (Matteo 13,44-46)

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Comunità di bose)

    Nel Vangelo Gesù ci parla dei due frutti tipici del cristiano: 1° frutto: essere sale della terra, essere qualità, portare un senso nuovo al quotidiano. Essere presenza di sapienza, consolazione, saldezza, profondità…e di ilarità, senza prenderci troppo sul serio. Se siamo carichi di supponenza, non possiamo vivere con gli altri le ricchezze delle cose essenziali. Non riusciamo a vivere la beatitudine di un volto, un ricordo, una parola ricevuta e donata. Siamo preda del superfluo, del successo e così non potremo mai dire come Michel Quoist: “Ho pensato Signore a quel povero mattone nel buio della base di un grande edificio, nessuno lo vede ma lui fa il suo lavoro. Che io sia fedele al mio posto nella tua costruzione!”. 2° frutto: essere luce del mondo. Immaginiamo sempre che la luce debba venire dall’alto e abbagli e fughi le tenebre. No. Questa è luce che viene dal basso, viene dal disastro, ci fa aprire gli occhi, ci fa vedere le cose come non le avevamo mai viste, perché eravamo accecati da noi stessi. Fu chiesto ad Alda Merini che cosa avesse scoperto, una volta uscita dal manicomio. Rispose: “Scoprii che avevo ancora gli occhi, e che le lacrime non avevano tolto la vista”. È così: la candela, per fare luce, deve consumarsi.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché siamo sale della terra e luce del mondo

     

    Don’t forget! CANONE BIBLICO: IL TESTO MASORETICO

    I libri della Bibbia – come tutte le opere letterarie della classicità – non ci sono pervenuti nei testi originali, ma in copie che ne documentano l’esistenza, secondo un grado di attendibilità e accuratezza stabilito da un complesso e delicato lavoro critico di analisi e comparazione tra i vari esemplari esistenti di un testo o dell’insieme di testi biblici. Per la prima parte della Bibbia – Antico Testamento – il testo ebraico (e aramaico) si fonda sull’insieme dei codici altomedioevali che costituiscono il Testo masoretico: così chiamato perché, tra il VI e l’XI secolo, un gruppo di scribi detti masoreti aveva raccolto la tradizione manoscritta precedente e proseguito con scrupolo nella conservazione e trasmissione del testo, corredandolo di un prezioso apparato di informazioni e note (“masora”) e avendo cura di aggiungere ai soli caratteri consonantici (l’alfabeto ebraico è composto solo di consonanti) fissati fin dai primi secoli dell’era cristiana una serie di punti e linee indispensabili per la vocalizzazione (le vocali appunto), ossia per stabilire la pronuncia del testo. Si ricorda che la Bibbia ebraica è il solo Antico Testamento ed è composto da 39 libri

     

     

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