XXXI Settimana tempo Ordinario
Iniziamo la giornata Pregando (S. Colombano di Bobbio)
«O Signore Iddio, sradicate, estirpate dalla mia anima tutto ciò che il nemico vi ha piantato. Togliete dal mio cuore e dalle mie labbra tutta l’iniquità, datemi l’intelligenza e l’abitudine del bene, affinché in opere e verità io non serva che Voi solo: io sappia compiere i precetti del Cristo e cercare Voi, o mio Dio! Accordatemi la memoria, la carità, la fede. Signore operate in me il bene e donatemi ciò che Voi giudicate essermi utile. Amen»
Martin de Porres
Nato a Lima in Perù, Martino (1579-1639) era mulatto. Entrò come fratello laico fra i Domenicani dove esercitò la professione di infermiere/cerusico. Attinse dalla preghiera la saggezza che ispirava tutte le sue parole, mentre la sua sollecitudine nei confronti dei poveri e dei bisognosi fu così grande da spingere Giovanni XXIII a definirlo “martire della carità”
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Riflessione Per Il Giorno (Svizzera patria dei suicidi?)
In Svizzera il suicidio è la prima causa di morte nei giovani tra i 15 e i 24 anni. In tutto, ogni anno sono circa 1400 gli svizzeri che si tolgono la vita, il doppio di quanti muoiono per incidente stradale. In Svizzera il suicidio assistito è legale dal 1941, se eseguito da un non-medico che non abbia alcun interesse alla morte del soggetto interessato: la legge invece vieta alla classe medica e ai parenti di partecipare direttamente alla morte del congiunto. Molti cittadini stranieri giungono in Svizzera per porre termine alla propria vita in maniera ufficiale e legale; una tale pratica di turismo del suicidio è consentita dal governo svizzero e la possibilità di accedervi viene sostenuta dall’opinione pubblica. Molti individui sofferenti di problemi che potrebbero essere curabili, come ad esempio la depressione, decidono e scelgono liberamente d porre fine alla propria vita, sebbene ciò sia espressamente vietato dalla legge. Per ricorrere all’aiuto di Dignitas associazione svizzera fondata nel 1998 dall’avv. Ludwig Minelli che facilita la “dolce morte” tramite suicidio assistito, è necessario che i pazienti forniscano la prova specifica data dal medico curante e la prognosi per iscritto che la qualifichi quale, per l’appunto, malattia terminale. Alla luce di tutto ciò, è poi giustificata l’invidia di tanti nei confronti della ricca, ordinata e precisa Svizzera?
Intenzione del giorno
Preghiamo per i disabili, per i loro familiari e per chi si adopera per la loro cura e i loro diritti
Don’t forget!
Giornata internazionale disabili |
Quindici anni fa Karol Wojtyla beatificò il martire Ceferino Giménez Malla detto «El Pelé», nato a Benavent de Lérida nel 1861 e fucilato nel cimitero di Barbastro nell’estate del 1936. Nei primi mesi della guerra civile che insanguinò la Spagna fu arrestato per aver difeso un sacerdote; al momento dell’esecuzione stringeva tra le mani la corona del rosario. Si tratta del primo zingaro beato nella storia della Chiesa, proclamato il 4 maggio 1997 da Giovanni Paolo II a Roma. |
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