Giovedì 30 maggio 2024

     

    VIII settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 30 maggio…

    1431 – A Rouen, in Francia, la diciannovenne Giovanna d’Arco viene bruciata sul rogo

    1635 – Guerra dei 30 anni: viene stipulata la Pace di Praga

    1814 – 1° trattato di Parigi: i confini francesi sono riportati al 1792 e Napoleone esiliato all’Elba

    1989 – Pechino: dimostrazioni p.za Tiananmen: la statua (8 m.) della Democrazia è svelata dagli studenti dimostranti

    1998 – Sisma di magnitudo 6,6 colpisce l’Afghanistan settentrionale, causando circa 5000 vittime

     

    Aforisma di Michele Serres

    “Universale” significa: ciò che è unico, ma si volge però in tutte le direzioni.

     

    Preghiera

    O Dio la cui Provvidenza dispone ogni cosa con certezza e solo in vista del bene, ti supplichiamo umilmente di distogliere da noi ogni cosa nociva e di concederci ciò che può essere di nostro vantaggio. Per il Nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Figlia di contadini, analfabeta, lasciò la casa paterna per seguire il volere di Dio secondo il quale doveva liberare la Francia dagli Inglesi. Presentatasi alla corte di Carlo VII, ottenne dal re di poter cavalcare alla testa di un’armata e, incoraggiando le truppe con la sua presenza, riuscì a liberare Orleans e a riportare la vittoria di Patay.

    Lasciata sola per la diffidenza della corte e del re, Giovanna non poté condurre a termine la lotta contro gli Anglo-Borgognoni; fu prima ferita alle porte di Parigi e nel 1430, in marcia verso Compiegne, fu fatta prigioniera dai Borgognoni, che la cedettero agli Inglesi.

    Tradotta a Rouen davanti a un tribunale di ecclesiastici, dopo estenuanti interrogatori fu condannata per eresia ed arsa viva. Fu riabilitata nel 1456. 

     

    Parola di Dio del giorno Marco 10,46-52

    In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

    Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

    Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

     

    Riflessione da “Meditabondazioni”

    Quelle che solo qualche decina di anni fa parevano assurdità a cui nessuno sano di mente poteva credere sono diventate la norma dalla quale oggi non si può dissentire. Ci sono posti in cui si viene estromessi dalla società; in altri si rischiano multe o il carcere o la morte addirittura, solo per avere affermato e difeso il reale.

    Discorso d’odio, lo chiamano. Si è andati persino oltre quanto ritenevamo possibile: la realtà attuale sembra aver perso ogni contatto con la realtà. La menzogna e l’illusione – ma solo quella propagandata da una certa parte – sembrano ormai essere la cifra accettata ovunque. E fin qui niente di nuovo o strano. Perché stupirsi? È sempre stato così. Ieri e oggi. Ci sono sempre stati stupidi che hanno creduto alle menzogne più assurde.

    Ci sono sempre stati pavidi che non osano reagire di fronte al falso e al violento. Ci sono sempre stati i furbi che stanno dalla parte del più forte. Ci sono sempre stati i violenti, per cui ogni scusa è buona. Ci sono sempre stati quelli che credono di essere giustificati qualsiasi bugia dicano, qualunque abominio sostengano, qualsiasi azione compiano. Il mondo è loro, perché sanno come funziona.

    Ma ci sono sempre stati anche quelli alla ricerca, quelli che non ci stanno, quelli che non confidano negli uomini, ma in ciò che è bello, giusto, vero, e in Colui che è quanto più c’è di vero, bello, giusto ci sia al mondo. Lui non ci ha promesso una vita facile, ma sofferenze, delusioni, tormenti e dolori. La croce insomma. Ma tutto questo con una vita cento volte più bella di quella che stiamo vivendo.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per coloro che producono e diffondono immagini e spettacoli osceni, perché si rendano conto del disastro umano e spirituale che producono nella vita e nell’anima delle persone.

     

    Don’t Forget! DIVINA COMMEDIA di DANTE ALIGHIERI

    4.A PARTE: L’INFERNO

    I Cerchi dal II al IX sono ripartiti in tre zone, dove sono puniti i peccati di eccesso (II-VI), di violenza (VII), di frode (VIII-IX). Suddivisione che è tratta dalla dottrina cristiana e da Aristotele, ed è illustrata da Virgilio a Dante nel Canto XI.

    I peccati vanno dal meno grave al più grave e i peccatori subiscono la pena detta del «contrappasso», ovvero che ha un rapporto simbolico di analogia o contrasto col peccato commesso: così ad es. i lussuriosi sono trascinati da una bufera infernale, come in vita lo furono dalla passione; gli indovini camminano con la testa rovesciata all’indietro, per aver voluto vedere troppo avanti quand’erano vivi; i ladri hanno le mani legate dietro la schiena da orribili serpenti, per averle usate malamente sulla Terra, e così via.

    Molte zone dell’Inferno ospitano varie figure diaboliche. Questi demoni sono custodi di Cerchi o Gironi, e spesso hanno un ruolo attivo nel tormentare le anime che sono dotate di corpo «umbratile», fatto cioè d’aria, che dà loro un aspetto umano e permette di subire tormenti fisici. Nei Cerchi dal II al V sono puniti i peccati di lussuria, gola, avarizia e prodigalità, ira.

    Il VI Cerchio corrisponde alla città di Dite, custodita da vari demoni e nella quale ci sono gli eresiarchi, fra cui gli Epicurei. Il VII Cerchio è diviso in tre gironi: violenti contro il prossimo (predoni e assassini), contro se stessi (scialacquatori e suicidi), contro Dio (bestemmiatori, sodomiti e usurai).

     

    Nel 1° GIRONE scorre un fiume infernale, il Flegetonte, nel 2° c’è una selva, nel 3° un sabbione infuocato da pioggia di fiamme. Tra VII e VIII Cerchio c’è un «alto burrato», un precipizio custodito dal mostro GERIONE.

    L’VIII Cerchio è detto MALEBOLGE e punisce i peccatori di frode contro chi non si fida; è diviso in dieci Bolge, ciascuna destinata a una diversa schiera di peccatori.  Il IX Cerchio è il COCITO, fiume infernale ghiacciato dove sono puniti i traditori. Cocito è diviso in 4 zone concentriche, dette

    1. Caina (traditori dei parenti),
    2. Antenòra (traditori della patria),
    3. Tolomea (traditori degli ospiti),
    4. Giudecca (traditori dei benefattori).

    Al centro di Cocito e della Terra è LUCIFERO, confitto nel ghiaccio e descritto come orrendo mostro: sbattendo le ali produce un vento gelido che forma il ghiaccio di Cocito. Uno stretto budello sotterraneo, detto «natural burella», collega il centro della Terra e il fondo dell’Inferno alla spiaggia del Purgatorio, posto agli antipodi di Gerusalemme.

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