giovedì 31 marzo ’16

    Ottava di Pasqua

     

     nella fotografia un quadro di Gino Severino – ricordi di viaggio

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore Gesù, grazie dei Tuoi doni e del Tuo esempio. Fa’ che non dimentichiamo mai che Tu ci ami per davvero. Fa’ che le persone che incontriamo possano vedere in noi il Tuo amore grande Aumenta la nostra fede, affinché il nostro amore per Te sia proclamato dalle nostre opere, oltre che dalla nostra bocca. Amen

     

    BENIAMINO MARTIRE

    Il diacono Beniamino fu ucciso nel 420 in Persia dove la casa regnante aveva scatenato una lunga e crudele persecuzione contro i cristiani

     

    Vangelo del giorno (Gv 13, 21-33. 36-38)

    I due discepoli di Emmaus riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».  Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.  Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».  Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.  Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».  Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.  Di questo voi siete testimoni.

     

    La Riflessione del Giorno

    Furono le suore i battistrada dell’emancipazione femminile in Italia nel 1800 e -paradossalmente- proprio a causa dell’abolizione degli ordini contemplativi e la privazione della personalità giuridica per quelli «socialmente utili» il che cagionò – altro paradosso – l’aumento delle vocazioni femminili: ben 185 nuove famiglie religiose nacquero in quegli anni. Apripista fu la nobile bergamasca Teresa Eustochio Verzeri (1801-1852) che nel 1830 fondò le Figlie del S. Cuore e nel 1847 andò a chiedere a papa Pio IX, l’inaudito permesso di amministrare personalmente, quale superiora generale, i beni dell’opera. «Le suore furono le prime donne a prepararsi con studi professionali», scrive Lucetta Scaraffia «Anche le prime scuole per infermiere sono state istituite da suore per altre suore». Le suore «si trovavano a dirigere orfanotrofi, scuole, ospedali e a viaggiare spesso, conducendo una vita più emancipata di quella offerta alle donne laiche contemporanee». Nel XIX sec. «le fondatrici di congregazioni religiose hanno amministrato patrimoni, in forte anticipo sul mondo laico». Così un provvedimento che voleva distruggere la Chiesa, in realtà ha aperto alle donne nuove possibilità di realizzazione. Di più: «Per donne di bassa condizione entrare in una congregazione significava un investimento culturale e sociale», cosa negata nel mondo laico. Si pensi, per es. a M. Domenica Mazzarello, analfabeta che scoperta da don Bosco, divenne la fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice. O alla patrona degli emigranti, Francesca Cabrini, che prese il diploma di maestra proprio in una delle scuole della Verzeri.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vocazioni religiose femminili che rischiano l’estinzione in Europa

     

    Don’t forget! Il quadro della settimana – 118° quadro della serie “i 1000 quadri più belli del mondo”

    Cattura

    Luca di Leida: la Chiromante -1508- cm 24×30 cm. Olio su tavola – Louvre Parigi

     

    Il pittore Lucas van Leyden, detto Luca da Leida (1494-1533), è stato un pittore e incisore olandese. Crebbe artisticamente a scuola del padre, dedicandosi presto all’incisione e realizzazione di stampe, acqueforti e xilografie, toccando temi religiosi, mitologici e di vita popolare. Nel 1521 incontrò ad Anversa, Albrecht Dürer, che lo prese sotto la sua ala. In questo quadro il pittore rappresenta una indovina circondata da persone eleganti che richiedono il suo servizio. A quei tempi erano le classi sociali più alte a potersi permettere di consultare le carte per conoscere il futuro; in seguito le cose cambiarono perché i successi delle cartomanti furono così scarsi che la professione precipitò tra i mestieri considerati poco seri. Il nostro quadro rappresenta un’allusione alla vanità dell’amore e del gioco e benché realizzata dal pittore in età assai giovane, mostra già tutta l’abilità di Luca di Leida come pittore e colorista.

    L’opera presenta uno studio accurato della tipologia di ogni personaggio che è ritratto con una sensibilità acuta e vivace: così risulta particolarmente efficace il contrasto fra l’uomo dalla barba e carnagione scura e dallo sguardo penetrante e la cartomante dall’incarnato pallido e i modi eleganti. Come è tradizionale nella pittura fiamminga, i ritratti delle singole persone sono resi con grande attenzione alla realtà e fine indagine psicologica, mentre i dettagli delle stoffe, dei tessuti, delle pellicce e dei vetri sono realizzati con maestria squisita. La scena è tagliata a tre quarti ed è come se invitasse l’osservatore a collocarsi fra i personaggi. Luca di Leida ebbe molta notorietà e sebbene non abbia lasciato allievi, la sua influenza sulla pittura olandese di genere è indubbia e influenzerà artisti di rango come Rembrandt.    

    gingol

     

     

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