Giovedì 4 settembre 2025

     

    22.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 4 settembre…

    476 – Romolo Augusto, ultimo imperatore romano d’Occidente, è deposto da Odoacre.

    1260 – I ghibellini, guidati da Farinata degli Uberti, vincono la battaglia di Montaperti.

    1666 – Il secondo grande incendio di Londra distrugge quasi completamente la città.

    1797 – A Parigi il Direttorio con l’esercito, organizza il colpo di Stato contro la maggioranza moderata e realista del Consiglio dei 500 e del Consiglio degli Anziani.

    1882 – Thomas Edison inaugura a New York la prima rete d’illuminazione elettrica al mondo.

     

    Aforisma di G. K. Chesterton

    “La famiglia è la prova della libertà, perché è l’unica cosa che l’uomo libero fa da sé e per sé.”

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente, unica fonte di ogni dono perfetto, infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome, accresci la nostra dedizione a te, fa’ maturare ogni germe di bene e custodiscilo con vigile cura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Vergine eremita del XII sec. Rosalia è patrona di Palermo dal 1666 con culto ufficiale. Figlia di un nobile feudatario, Rosalia Sinibaldi visse in quel felice periodo di rinnovamento cristiano-cattolico, che i re Normanni ristabilirono in Sicilia, dopo aver scacciato gli Arabi che se n’erano impadroniti dall’827 al 1072; favorendo il diffondersi di monasteri Basiliani e Benedettini.

    In quest’atmosfera di fervore e rinnovamento religioso, s’inserì la vocazione eremitica della giovane che lasciò la vita di corte e si ritirò in preghiera in una grotta sul monte Pellegrino, dove, morì il 4-9-1160. Nel 1624, mentre a Palermo la peste decimava il popolo, lo spirito di Rosalia apparve in sogno a un cacciatore al quale Rosalia indicò la strada per ritrovare le sue reliquie, e gli chiese di portarle in processione per la città. Così fu fatto: e dove quei resti passavano i malati guarivano, e la città fu purificata in pochi giorni. Da allora, a Palermo, la processione si ripete ogni anno.

     

    Parola di dio Luca 5,1-11

    In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennesaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.

    Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.

    Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

     

    Riflessione di Don F. Rosini

    Serve ancora una guida Spirituale all’uomo d’oggi? (2° parte)

    Come trovare una guida spirituale?

    1. Occorre fare un primo discernimento per vedere chi ti invia il Signore. Ossia: non si tratta di trovare la guida più simpatica, ma la persona in cui riconosci che Dio ti si fa presente.
    2. Pensa ai sacerdoti che conosci e che sono a portata di mano; chi ti sembra un uomo di Dio (parla di Dio, parla con Dio, sapiente delle cose di Dio… e degli uomini).
    3. Meglio uno vicino di uno lontano, meglio se conosce me e il mio ambiente.
    4. Inizia confessandoti da lui e a farti conoscere(chi vuole fare solo la confessione ha diritto a mantenere l’anonimato). Incomincia a dire il tuo nome e a parlare non solo dei peccati: parla dei tuoi sforzi nella preghiera e nel discernimento. Chiedi qualche consiglio e mettilo in pratica. Se le cose vanno bene, con naturalezza un giorno potrai dire: potrebbe essere la mia guida spirituale?
    5. La direzione spirituale è spesso legata al sacramento della confessione anche se ne è distinta per natura. Basti accennare che ciò che viene detto nella confessione non può essere “materia” per la direzione spirituale… anche se il direttore ed il sacerdote sono la stessa persona. Solo la persona diretta può sciogliere questo vincolo e chiedere di “utilizzare” ciò che viene detto nella confessione per la direzione spirituale.
    6. Attenzione, soprattutto per le ragazze potresti intuire che la persona giusta sia una consacrata. Allora si applicano le stesse regole di sopra ma cambiando ciò che deve essere cambiato.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché il Signore conceda alla gente del nostro tempo guide sagge e forti che sappiano aiutare le persone a percorrere le vie del bene.

     

    Don’t Forget! Lettura spiegata Della Divina Commedia

    DIVINA COMMEDIA – INFERNO CANTO 5° 3.a parte

    Abbiamo già visto come, usciti dal Limbo, Dante e Virgilio entrano nel II Cerchio, meno ampio del precedente ma contenente molto più dolore. Sulla soglia trovano Minosse, che ringhia: è il giudice infernale, che ascolta le confessioni delle anime dannate e indica loro a quale Cerchio siano destinate, attorcigliando intorno al corpo la sua lunghissima coda tante volte quanti sono i Cerchi che il dannato deve discendere. Non appena vede che Dante è vivo, lo apostrofa con durezza e lo ammonisce a non fidarsi di Virgilio, poiché uscire dall’Inferno non è così facile come entrare. Virgilio lo zittisce ricordandogli che il viaggio di Dante è voluto da Dio.

     

    I LUSSURIOSI (25-72)

    Superato Minosse, Dante si ritrova in un luogo buio, dove soffia incessante una terribile bufera che trascina i dannati e li sbatte da un lato all’altro del Cerchio. Quando questi spiriti giungono davanti a una «rovina», emettono grida e lamenti e bestemmiano Dio. Dante capisce subito che si tratta dei lussuriosi, i quali volano per l’aria formando una larga schiera simile agli stornelli quando volano in cielo. Dante vede poi un’altra schiera di anime, che volano formando una lunga linea simile a delle gru in volo. Chiede spiegazioni a Virgilio e il poeta latino indica al discepolo i nomi di alcuni dannati, che sono tutti lussuriosi morti violentemente: tra questi ci sono Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena (moglie di Menelao), Achille, Paride, Tristano, in compagnia di più di mille altre anime. Dopo aver sentito tutti questi nomi, Dante è colpito da profonda angoscia e per poco non si smarrisce.

    49-51: ombre portate da la detta briga;
    per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle
    genti che l’aura nera sì gastiga?”.
    52-54: “La prima di color di cui novelle
    tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta,
    “fu imperadrice di molte favelle.
    55-57: A vizio di lussuria fu sì rotta,
    che libito fé licito in sua legge,
    per tòrre il biasmo in che era condotta.
    58-60: Ell’è Semiramìs, di cui si legge
    che succedette a Nino e fu sua sposa:
    tenne la terra che ‘l Soldan corregge.
    61-63: L’altra è colei che s’ancise amorosa,
    e ruppe fede al cener di Sicheo;
    poi è Cleopatràs lussuriosa.
    64-66: Elena vedi, per cui tanto reo
    tempo si volse, e vedi ‘l grande Achille,
    che con amore al fine combatteo.
    67-69: Vedi Parìs, Tristano”; e più di mille
    ombre mostrommi e nominommi a dito,
    ch’amor di nostra vita dipartille.
    70-72: Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
    nomar le donne antiche e ‘ cavalieri,
    pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.

    73-75: I’ cominciai: “Poeta, volontieri
    parlerei a quei due che ‘nsieme vanno,
    e paion sì al vento esser leggeri”
    76-78: “Ed elli a me: “Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega
    per quello amor che i mena, ed ei verranno”.
    79-81: Sì tosto come il vento a noi li piega,
    mossi la voce: “O anime affannate,
    venite a noi parlar, s’altri nol niega!”.
    82-84: Quali colombe dal disio chiamate
    con l’ali alzate e ferme al dolce nido
    vegnon per l’aere dal voler portate;
    85-87: cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
    a noi venendo per l’aere maligno,
    sì forte fu l’affettuoso grido.
    88-90: “O animal grazioso e benigno
    che visitando vai per l’aere perso
    noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
    91-93: se fosse amico il re de l’universo,
    noi pregheremmo lui de la tua pace,
    poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
    94-96: Di quel che udire e che parlar vi piace, noi udiremo e parleremo a voi,
    mentre che ‘l vento, come fa, ci tace.

    49-51: delle anime, trasportate da quella tempesta; allora dissi: «Maestro, chi sono quelle anime castigate così dalla oscura bufera?»

    52-54: «La prima di coloro di cui vuoi avere notizie,» mi rispose allora Virgilio, «fu imperatrice di molti popoli.

    55-57: Fu così dedita al vizio di lussuria, che rese lecito nella sua legge tutto ciò che le piaceva, per eliminare la condanna morale che le spettava.

    58-60 Ella è Semiramide, di cui si legge che fu sposa di Nino al quale poi succedette: governò la terra che ora è governata dal Soldano.

    61-63: L’altra è colei che si suicidò per amore (Didone), e non tenne fede alla memoria del marito Sicheo; poi c’è la lussuriosa Cleopatra.

    64-66 Vedi Elena, per cui si combatté una lunga e sanguinosa guerra, e vedi il grande Achille, che combatté a scopi amorosi.

    67-69: Vedi Paride, Tristano»; e mi indicò col dito più di mille anime, che morirono a causa dell’amore.

    70-72: Dopo aver sentito il mio maestro nominare le donne antiche e i cavalieri, fui presto da turbamento e quasi mi smarrii.

    73-75: Cominciai: «Poeta, parlerei volentieri a quei due che volano insieme e sembrano essere trasportati tanto lievemente dal vento».

    76-78: Mi rispose: «Aspetta quando saranno più vicini a noi: allora pregali in nome di quell’amore che li trascina ed essi verranno».

    79-81: Non appena il vento li portò verso di noi, iniziai a parlare: «O anime affannate, venite a parlarci se Dio ve lo consente!»

    82-84: Come le colombe chiamate dal desiderio volano verso il dolce nido (per accoppiarsi), con le ali ferme e alzate, portate dal desiderio,

    85-87: allo stesso modo i due uscirono dalla schiera di Didone, venendo a noi attraverso l’aria infernale, tanto forte e affettuoso fu il mio richiamo.

    88-90: «O creatura cortese e benevola, che nell’aria oscura visiti noi che tingemmo il mondo di sangue,

    91-93: se il re dell’universo ci fosse amico lo pregheremmo perché ti dia pace, visto che mostri pietà del nostro terribile male.      

    91-93: Noi vi ascolteremo e vi parleremo di ciò che volete, mentre il vento tace come fa in questo punto.

     

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