Giovedì 5 ottobre 2023

     

    XXVI Settimana Tempo Ordinario

     

    Accadde il 5 – 10 – …

    1450 – Ludovico IX di Baviera fa espellere gli ebrei che rifiutano il battesimo dal suo territorio

    1864 – Calcutta viene quasi completamente distrutta da un ciclone che provoca 60.000 morti

    1944 – In Francia per la prima volta è concesso il voto alle donne

    1948 – Ad Ashgabat, Turkmenistan, un terribile terremoto causa circa 110000 morti

    1954 – Italia, Jugoslavia, Regno Unito e Usa firmano il Memorandum di Londra; Trieste è italiana

    1993 – Papa Giovanni Paolo II pubblica l’enciclica Veritatis Splendor

    2003 – In Somalia viene uccisa Annalena Tonelli, missionaria italiana, nell’ospedale da lei fondato

     

    Aforisma di S. Faustina Kowalska

    Nelle persone ammalate o sofferenti, dobbiamo scorgere Gesù inchiodato in croce e non un parassita o un membro improduttivo.

     

    Preghiera di S. Faustina Kowalska

    Aiutami, o Signore, a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori e ai gemiti del mio prossimo. Aiutami a far sì che la mia parola sia misericordiosa e io non parli mai a sfavore del mio prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono. Amen

     

    Santo del giorno

    Helena Kowalska nacque il 25-8-1905 a Głogowiec in Polonia 3.a dei dieci figli di una coppia di contadini. Lasciata la casa paterna a 16 anni, lavorò come donna di servizio in alcune famiglie finché, nell’agosto 1925, entrò nella Congregazione Suore della B. V. Maria della Misericordia a Varsavia e assunse il nome di Maria Faustina. 

    Impegnata nei più umili servizi in varie case della sua Congregazione, non lasciava trasparire nulla delle straordinarie comunicazioni divine che registrava nei suoi diari, cercando di vivere strettamente unita alla volontà di Dio e confidando nella sua misericordia.

     Malata di tubercolosi, morì il 5-10-1938 nel convento di Cracovia-Łagiewniki, a 33 anni. Il culto alla Divina Misericordia, di cui si è fatta portavoce, si è diffuso nella chiesa universale. Beatificata da Giovanni Paolo II nel 1993, è stata da lui canonizzata il 30-4-2000. 

     

    Parola di Dio del giorno Luca 10,1-12

    Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

    In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

    Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città».

     

    Riflessione di Santa Faustina

    La misericordia di Dio raggiunge molte volte il peccatore nell’ora estrema in un modo singolare e misterioso. Esteriormente si direbbe che ormai tutto sia perduto, ma non è così. L’anima, illuminata dal raggio di una potente ultima grazia, nel momento conclusivo può rivolgersi a Dio con tanta forza d’amore che, in un attimo, riceve da lui il perdono delle colpe e il condono delle pene.

    Esternamente però, non vediamo nessun segno di pentimento, né di contrizione, perché il morente non reagisce più visibilmente. Quanto la misericordia di Dio è inscrutabile! Ma ci sono anime che, volontariamente e coscientemente, respingono perfino l’estrema grazia con disprezzo! Sia detto, dunque, che anche in piena agonia, la divina misericordia depone nell’intimo dell’anima questo momento di chiarezza, mediante il quale l’anima, se vuole, trova la possibilità di ritornare a lui.

    Accade tuttavia che vi siano anime di un tale interiore incallimento, da scegliere consapevolmente l’inferno, rendendo vane non solo le preghiere innalzate a Dio per esse, ma vanificando perfino gli sforzi medesimi di Dio.

     

    Intenzione di preghiera

    Per le 21 vittime dello spaventoso incidente di ieri a Mestre – Venezia e per i loro familiari perché Dio conceda ai primi l’abbraccio del suo Regno e ai secondi la consolazione e la forza.

     

    Don’t Forget! Santi e beati della carità

    Beato Pietro da Imola Cavaliere di Malta + 1320

    Pietro nacque verso la metà del sec. XIII da Giacomo di Antonio, della nobile famiglia ghibellina dei Pattarini, signori di Linaro dal 1137. Era illustre giureconsulto (l’Imolensis) e il suo nome compare in vari documenti imolesi: nel 1289 come index, cioè magistrato, e nel 1299 come artefice principale delle trattative di pace tra guelfi e ghibellini in Romagna; una carta del 1310 fu redatta “in domo ser Petri de Patarenis” cioè nella casa dei Pattarini. Nel 1311, quando i ghibellini furono banditi dalla Romagna, Pietro trovò rifugio a Firenze, dove non mancò di impegnarsi in opere di carità negli ospedali.

    Si fece cavaliere dell’ordine militare di S. Giovanni di Gerusalemme, oggi noto come Ordine di Malta e dopo essere stato eletto Gran Priore di Roma, fece ritorno a Firenze dove diresse la Commenda di S. Giacomo in Corbolino, piccola chiesetta che ancora oggi si affaccia su via Faenza, interamente dedito alle opere di carità e all’assistenza degli infermi. Nel capoluogo toscano concluse la sua vita terrena il 5-10-1320. Proprio a tale secolo risale la pietra tombale (vedi foto al centro) posta in S. Giacomo che reca un’immagine del Beato e l’iscrizione “B. Petrus de Imola Requiescat in pace” e attorno “Hic Iacet D. Fr. Petrus de Imola I. U. Professor Ven. Prior Priorat. Urbis anno DNI MCCCXX qnto Octob. Requievit in Domino”.

    In epoca indeterminata, le sue reliquie furono esumate da quella tomba e riposte sotto l’altare maggiore, in seguito a un miracolo accaduto grazie alla sua intercessione. Reliquie del Beato Pietro sono venerate anche nella cattedrale di Imola, sua città d’origine, dove è anche raffigurato in un quadro e due affreschi. Nell’anniversario della nascita al Cielo, così il Martirologio Romano così lo commemora: “A Firenze, beato Pietro da Imola, che, cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, si prese con pia carità cura degli infermi”.

    (cenni biografici di Pietro Arduino)

     

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