nell’immagine un dipinto di George Bellows
2.a Settimana di Natale |
I proverbi della Bibbia
“Chi teme Dio è costante nell’amicizia” (Siracide)
Iniziamo la Giornata Pregando (S. Elisabetta della Trinità)
O mio Dio, Trinità che adoro, aiutarmi a dimenticare completamente me stesso per stabilirmi in te immobile e sereno come se la mia anima fosse già nell’eternità. Pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai solo, ma che sia lì con tutto me stesso, vigile nella fede e adorante offerta alla tua azione creatrice.
RAIMONDO DI PEÑAFORT
Sacerdote dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani): conoscitore del diritto canonico, scrisse sul sacramento della penitenza e, maestro generale, preparò la redazione delle Costituzioni dell’Ordine; morì in avanzata età a Barcellona, Spagna nel 1276. Oggi si ricorda anche S. Anselmo eremita (sec XII) e S. Crispino Vescovo di Pavia (sec V)
Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 4,12-17.23-25)
Avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
La riflessione del giorno (Frammenti di vita)
A chi non è mai capitato di dimenticarsi di spegnere o di mettere sul silenzioso il cellulare prima di entrare in chiesa? Perciò di solito faccio finta di niente se uno squillo improvviso disturba il rito. Ma quella volta il diligente “Mass servant” africano si era stupito che un altro l’avesse preceduto nel suonare il campanello all’elevazione dell’ostia e del calice, e si era guardato attorno per capire chi stesse cercando di rubargli il mestiere. Ma lo scampanellio era continuato anche a consacrazione finita ed era andato avanti fino al Padre Nostro e allora si capì che i campanelli liturgici non c’entravano e che si trattava della suoneria di un cellulare. A questo punto però accadde un fatto ancor più strano: il proprietario del telefonino decise anche lui di fare come il celebrante e, mentre tutti si agitavano ad aprire borse o a frugare nelle tasche per controllare, lui era rimasto impassibile e concentrato sul rito. Se così facendo sperava di distogliere da sé l’attenzione, ottenne esattamente il contrario: tutti attorno a lui cominciarono a guardarlo in cagnesco e a brontolare, finché il fastidioso squillo decise di zittirsi e lui, senza darlo a vedere, immagino abbia tirato un sospiro di sollievo. Ma spero abbia capito che a volte far finta di niente non è la decisione migliore…
Intenzione del giorno
Preghiamo perché Dio ci doni la virtù della pazienza e della perseveranza nel bene.
Don’t Forget! EVENTI DELL’ANNO 21 DI OGNI SECOLO: ANNO 321
Come già Diocleziano, anche l’imperatore romano Costantino si trovò a dover affrontare il problema della inflazione galoppante che affliggeva l’economia dell’impero: Costantino però decise di fare il contrario del suo predecessore, svalutando completamente la moneta circolante (detta follis) e coniando una moneta d’oro che era piuttosto un lingottino del prezioso metallo. Questa nuova moneta però diventò appannaggio di classi già ricche e potenti; la plebe che poteva disporre solo delle vecchie monete senza valore si ritrovò in miseria. Fu allora che Costantino decise di rivolgersi alla Chiesa affinché provvedesse ai più poveri e la chiesa provvide mettendo in atto quella che sarebbe diventata insieme al culto, la sua attività fondamentale e cioè la carità. L’anno 321 lo potremmo definire come l’anno di nascita della carità e della solidarietà dei cristiani con i più diseredati.
WINCENTY STEFAN FRELICHOWSKI nacque il 22-1-1913 a Chelmza piccolo centro del Nord Polonia: dopo la scuola dell’obbligo, frequentò il ginnasio statale, ottenendo il diploma di maturità nel 1931. Da ragazzo e da giovane partecipava alle attività degli Scout e del ‘Sodalizio Mariano’ e serviva la Messa come chierichetto. A 18 anni entrò nel seminario della diocesi di Chelmno per prepararsi alla missione sacerdotale. Venne ordinato sacerdote il 4-3-1937 e divenne segretario del vescovo; il 1°-7-1938 fu inviato come Vicario nella parrocchia dell’Ascensione a Toru, dove si dedicò all’attività pastorale, conducendo una vita consacrata con semplicità; celebrava la santa Messa con un fervore che meravigliava. E nel pieno del suo apostolato in parrocchia, lo colse lo scoppio della 2.a Guerra Mondiale con l’invasione della Polonia del 1°-9-1939, da parte delle truppe naziste. L’11 settembre venne arrestato insieme ad altri sacerdoti e chiuso nel carcere della città; rilasciato per pochi giorni, venne nuovamente imprigionato il 18-10-1939 e da allora perse definitivamente e senza un perché la sua libertà. Fu rinchiuso in un primo tempo in un vecchio bastione vicino Toru, chiamato Fort VII, dove si adoperò per sollevare il morale dei suoi compagni di prigionia, sostenendo la loro fede. Dopo una breve permanenza nel campo di Nowy Port, venne trasferito, il 10-1-1940 in quello di Stutthof sempre nei dintorni di Danzica, dove fu adibito ai lavori negli scavi. Anche qui riuscì clandestinamente a procurarsi qualche ostia e un po’ di vino e riuscì a celebrare la Messa nel giovedì santo 1940; riuscì a organizzare nel campo momenti di comune preghiera, sia al mattino che alla sera, in onore della Madonna degli Afflitti. Il 9-4-1940 ebbe ancora un trasferimento con altri compagni prigionieri, al campo di Oranienburg–Sachsenhausen presso Berlino; vennero sistemati inizialmente in ‘quarantena’ nel Blocco 20, dove comandava il criminale di guerra Hugon Krey, noto per le sue crudeltà. Wincenty continuò in maniera discreta il servizio apostolico verso i malati, gli anziani ed i giovani, trovando per tutti parole di consolazione e speranza, cercava di sostituirsi ai più deboli, sopportando con dignità le umiliazioni e persecuzioni che il sanguinario capoblocco gli imponeva.
Il 13-12-1940, con altri preti fu di nuovo trasferito a Dachau, dove rifiutò di rinnegare la nazionalità polacca e di firmare la cosiddetta “Deutsche Volksliste”, che avrebbe comportato migliori condizioni di vita; il rifiuto provocò una crudele rappresaglia; venne ricoverato nell’ospedale del campo dove svolse assistenza spirituale verso gli altri ammalati e i moribondi. Vi fu nel 1943-44 un periodo di miglioria nel campo: i prigionieri potevano ricevere pacchi viveri dai familiari e il giovane sacerdote tramite la sua famiglia, poté ricevere ostie e vino con cui celebrava la Messa in vari blocchi, inoltre organizzò una ripartizione dei viveri con quelli che non ricevevano nulla. Nel 1944, per le condizioni disastrose del campo di Dachau, scoppiò un’epidemia di tifo petecchiale; padre Wincenty riuscì a comunicare con i malati degli altri blocchi loro per portare qualche pezzo di pane e il conforto della fede ai moribondi, nonostante i richiami a non rischiare il contagio, che comunque contrasse per la sua generosità. Al tifo si aggiunse una polmonite, che lo stroncarono a soli 32 anni il 23-2-1945, poche settimane prima della liberazione, fra il compianto di tutti gl’internati. Il suo corpo non si sa se fu bruciato nel forno crematorio o sepolto in una fossa comune. Chiudeva così la sua giovane ma intensa vita terrena, per aprirla alla gloria riservata ai martiri. Papa Giovanni Paolo II l’ha beatificato il 7-6-1999 a Toru, sua diocesi.
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