giovedì 8 ottobre ’20

     

    XXVIIa Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Non accettare i rimproveri o consigli da chi educare non seppe i propri figli.

     

    Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera)

    Padre giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di scelti germogli, perché innestata in Cristo, vera vite, porti frutti abbondanti di vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    REPARATA Martire

    La prima testimonianza del culto di S. Reparata risale al IX sec. Il martirio di S. Reparata sarebbe avvenuto a Cesarea di Palestina sotto l’imperatore Decio a causa del suo rifiuto di sacrificare agli idoli: sottoposta a diverse torture fu infine messa a morte con un colpo di clava.

     

    La Parola di Dio del giorno (Lc 11,5-13)

    Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».».

     

    Riflessione per il giorno (Frammenti di vita)

    Se c’è una storia che smentisce certi consolidati luoghi comuni è quella di B. giovane senegalese di 23 anni approdato in Italia coi barconi e ospite del Patronato da qualche anno. Musulmano, ha 17 fratelli, tutti figli dello stesso padre (morto anni fa) ma di 4 madri diverse. Lui ha ancora mamma, un fratello e una sorella sposata. “Mio padre era molto severo: fin da bambini ci svegliava alle 5,00 per la prima preghiera del giorno. Non ho mai ricevuto una carezza o un dono da lui”. Eppure B. continua ad alzarsi alle 5,00, è fedele alle pratiche e vive una religiosità serena e senza ombra di fanatismo. A 18 anni parte per l’Europa senza avvisare nessuno, per un’avventura rocambolesca e pericolosa che lui racconta come se fosse il più normale dei viaggi e se gli si chiede “Qual è il ricordo più vivo che hai della traversata?” risponde: “Il ricordo di Lampedusa che è un’isola bellissima”. Sebbene zoppichi leggermente, incanta tutti quando gioca al pallone. Dotato di fine senso dell’ironia, va d’accordo con tutti, non critica nessuno e al massimo si limita a prendere in giro con amabilità persone e situazioni. Ha il permesso di soggiorno e l’italiano che l’ha assunto gli vuole bene ed è ricambiato. Insomma B. è un giovane felice. Ma con una storia come la sua, non dovrebbe essere frustrato e risentito?

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per coloro che hanno perduto del tutto o in parte il dono della vista.

     

    Don’t forget!

    Giornata mondiale della Vista

     

    Il ricordo e il grazie…

    Serena Lanfranchi

    Calolziocorte

    Morta il 24 marzo 2020

    Serena Lanfranchi è nata della parrocchia di Sala dove ha frequentato le elementari e poi le medie, proseguendo gli studi all’Istituto Bertacchi di Lecco dove ha conseguito il diploma di geometra. Terminati gli studi ha trovato impiego presso la società Edilsider, come disegnatrice, per vari anni, e poi in alcune concessionarie auto della zona, con la scelta sempre di stare vicino alla residenza dei genitori. Nella parrocchia di Sala aveva vissuto l’oratorio, per tanti anni, come punto di riferimento in cui coltivare le amicizie, partecipando al gruppo del catechismo del diacono Gigi, alla cui recente ordinazione a Bergamo non aveva voluto mancare. Era molto legata anche a Somasca. “Se mai mi sposerò – diceva- quella è la chiesa in cui mi voglio sposare” e in quella chiesa amava andarci, accompagnando i genitori alla Messa. Aveva giocato a pallavolo per tanti anni sul territorio. Aveva una grande passione per la musica, specie se ascoltata dal vivo, ed era impossibile non farsi contagiare dalla sua energia e dal suo entusiasmo. Alla fine di gennaio aveva avuto problemi influenzali, poi la situazione è peggiorata verso la fine di febbraio, tanto che ai primi di marzo era stata ricoverata presso l’ospedale Manzoni di Lecco, con i sintomi del Covid-19. Dopo vari giorni in terapia intensiva, qualche giorno fa si era registrato un miglioramento, ma poi la situazione nelle ultime ore è precipitata e Serena non ce l’ha fatta. Serena è una delle vittime più giovani del Covid (45 anni) e lascia nello sconforto e nell’incredulità i genitori, la sorella, il fratello con moglie e figli, la famiglia e tantissimi amici. Sono stati numerosi post sui social per ricordarla: «Riposa in pace cara amica e cara compagna di spensierate giornate pallavoliste. Ci hai lasciati impietriti e senza parole». «Ricordo il tuo sorriso, Serena, la tua voce mentre giocavamo a pallavolo…ce l’avevi nell’anima il sorriso».  «Aveva tanti amici, era amica unica di tante persone, soprattutto di quelle in difficoltà e cercava di non farle sentire sole». Da una decina d’anni era andata ad abitare, da sola, ma la sua preoccupazione era di stare vicina ai genitori. Una perdita dolorosa quella di Serena che ci lascia però il ricordo di una persona cara che ha fatto e ha raccolto solo del bene.

     

     

     

     

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