Giovedì 9 febbraio 2023

     

    5a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno di Karl Kraus (1874-1936)

    Il segreto dell’agitatore politico è rendersi stupido come i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui.

     

    Preghiera del giorno di Paolo VI (1.a parte)

    O Cristo, nostro unico mediatore, Tu ci sei necessario: per vivere in Comunione con Dio Padre; per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi; per essere rigenerati nello Spirito Santo.

    Tu ci sei necessario, o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Marone eremita

    Marone, monaco eremita, visse in Siria tra il IV e il V secolo. Aveva una capanna di pelli di capra, ma viveva per lo più a cielo aperto e passava il tempo in preghiera, ma quella solitudine non durò a lungo.

    Accorsero a lui discepoli e fedeli che egli esortava alla preghiera e accompagnando i consigli con guarigioni fisiche e psichiche.

    Non meno apprezzata era la sua guida spirituale, al punto che Teodoreto affermò che tutti i monaci di Ciro furono da lui istruiti. Morì verso il 410 e il suo corpo fu sepolto nel monastero di Beth-Maron, nella regione di Apamea.

    Un secolo dopo, per le invasioni arabe, molti cristiani si stabilirono in quella zona montuosa dove ebbe origine la Chiesa che dal santo prese il nome di maronita. Nel medioevo un buon numero di maroniti aderì alla Chiesa cattolica. Ancora oggi S. Marone è venerato nelle regioni montuose di Siria e Libano.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 7,24-30

    Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi.

    Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

    Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

     

    Riflessione del giorno di Erma Bombeck

    Qualcuno mi ha chiesto se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, ma dopo averci riflettuto dico che: “Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.

    Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici solo perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta. Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso. Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.

    Non avrei mai preteso, in un giorno d’estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega. Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata nello sgabuzzino, ma l’avrei consumata a forza di accenderla. Mi sarei stesa sul prato coi bambini senza badare alle macchie d’erba sui vestiti.

    Avrei pianto e riso di meno guardando la tv e di più osservando la vita. Avrei condiviso le responsabilità di mio marito. Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io, il mondo si sarebbe fermato.

    Invece di non veder l’ora che finissero i 9 mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.

    A mio figlio che mi baciava non avrei detto: «Su, basta. Va’ a lavarti che la cena è pronta». Avrei detto: «Ti voglio bene» e non «Mi dispiace». Potendo ricominciare, mi impadronirei di ogni minuto…lo guarderei fino a vederlo veramente, lo vivrei e non lo restituirei mai più.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché viviamo ogni momento della vita come unico, come opportunità per fare e ricevere del bene.

     

    Don’t Forget! Santi e beati della Carità

    Beato Domenico Lentini 1770-1828

    DOMENICO LENTINI nasce nella città Lauria, il 20-9-1770 da Macario e Rosalia Vitarella, di povere condizioni economiche. A 14 anni segue la vocazione al sacerdozio e l’8 giugno 1794 è ordinato sacerdote. Si lasciava guidare dallo Spirito Santo, tanto da essere descritto dai contemporanei come “un angelo all’altare”, anche per le frequenti estasi.

    Don Domenico si dedica con tutte le sue forze alla confessione, evangelizzazione, predicazione e catechesi non solo a Lauria, ma anche nei paesi, del circondario. I quaresimali, le missioni, le omelie, toccano il cuore di tutti, infondendo la fede nei suoi uditori. Intimamente unito a Gesù Cristo Crocifisso, nutre una profonda devozione verso l’Addolorata.

    È di profonda cultura, che mette a disposizione di tutti: per trent’anni ragazzi e giovani affollano la sua povera casa in una vera e propria scuola cattolica. Insegna gratuitamente lettere e scienze, osservando una strettissima povertà volontaria, vedendo Cristo nei bisognosi e donando quanto modestamente possiede: vestiti, pane e il poco denaro.

    Vive in continua penitenza: cibi frugali, mortificazioni corporali, vesti logore, cilicio e flagellazioni, poco sonno e il pavimento per giaciglio. Con queste e altre opere penitenziali si offre a Dio Padre in espiazione dei peccati. E’ dotato di molti carismi di profezia, discernimento spirituale, miracoli. Il 25 febbraio 1828, dopo un’agonia vissuta nel più completo abbandono al volere di Dio, è chiamato a prendere parte alla gioia del Suo Signore.

    I funerali di don Domenico Lentini comincia sono celebrati in Lauria per sette giorni consecutivi e con grande partecipazione di popolo. Il Suo corpo, martoriato da flagelli e digiuni, per tutto il tempo rimane flessibile e caldo, effonde sangue vivo ed è profumato. Si aprono i suoi occhi davanti all’Ostia Consacrata, ai suoi parenti ed amici, ai miscredenti.

    Prodigiose guarigioni e numerose conversioni avvengono presso il suo feretro e la fama di santità si afferma ovunque. Santo della carità in vita, lo è ancor più dopo la morte: non si contano infatti i miracoli e i prodigi che si ripetono in ogni parte del mondo. È beato dal 1997.

     

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