2a settimana di Quaresima
Aforisma di Nicolàs Gòmez Dàvila
“Nulla è più pericoloso che risolvere problemi transitori con soluzioni permanenti”.
Preghiera del giorno
O Dio, che ami l’innocenza e la ridoni a chi l’ha perduta, volgi verso di te i nostri cuori perché, animati dal tuo Spirito, possiamo rimanere saldi nella fede e operosi nella carità fraterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. Domenico Savio
Nasce a Riva di Chieri, Torino, 2 aprile 1842: ancora bambino decide il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano, un desiderio questo accentuato dall’ascolto di una predica di don Bosco. Da questo momento la sua vita fu piena d’amore e carità verso il prossimo, cercando in occasione di dare l’esempio.
A 7 anni è ammesso alla 1.a comunione, cosa rarissima allora e formula 4 propositi: “Mi confesserò e comunicherò sovente; voglio santificare le feste; i miei amici saranno Gesù e Maria; a morte ma non peccati”.
Nel 1856 fonda la Compagnia dell’Immacolata e il 9 marzo 1857 a soli 14 anni, muore a Mondonio di Asti, lasciando un bel ricordo della sua persona ai giovani. Pio XI lo definì “Piccolo, ma gigante dello spirito” e lo beatificò il 5-3-1950 e, dopo altri due miracoli avvenuti per sua intercessione, lo canonizzò il 12 giugno 1954.
Parola di Dio del giorno Luca 16,19-31
Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”.
Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Riflessione Card. Giacomo Biffi
da: “Contro maestro Ciliegia. Commento teologico alle avventure di Pinocchio”
“Quando le gambe gli furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare.” Appena è in grado di reggersi e di camminare, il burattino chiamato a essere figlio cerca di uscire di casa. Il primo gesto autonomo dell’uomo è quello di allontanarsi dal Padre (Dio). Gli pesa così tanto l’amore di chi gli ha dato la vita, che il giorno in cui riesce a sottrarvisi, gli può apparire il giorno della raggiunta maturità.
Essere adulti significa ai suoi occhi poter far senza finalmente di Dio. C’è chi ritiene la Chiesa il grande ostacolo alla religione dell’uomo; c’è chi pensa che siano le scelte politiche della Chiesa. O i ministri della Chiesa o il mancato adattamento degli uomini di Chiesa all’evoluzione della mentalità e del costume, o il linguaggio incomprensibile dell’annuncio. C’è chi reputa troppo arduo per l’uomo d’oggi accettare Cristo come figlio eterno di Dio, Signore e salvatore degli uomini.
E c’è del vero in questi giudizi, ma essi sono ispirati a un eccessivo ottimismo. Prima e più di ogni altra cosa, ciò che opprime l’uomo e rende difficile la religione è il Padre. Ciò che è fastidioso e duro da accogliere è il dovere di ” diventare come bambini”. Perfino a profeti professionisti – come Giona- può capitare di assegnarsi come programma quello di ” fuggire a Tarsis, lontano da Jahvé”: l’uomo, più che di altro, spesso si annoia di Dio.”
Intenzione di preghiera
Per i chierichetti delle nostre parrocchie, perché il loro servizio dell’altare sia fonte di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani
I martiri della Birmania Myanmar
La BIRMANIA (Repubblica dell’Unione del Myanmar) è uno Stato dell’Asia di sud-est.
Occupa parte della costa occidentale della penisola indocinese, si affaccia sul golfo del Bengala e sul mar delle Andamane e confina da ovest a est con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia. Nel 2005 la capitale è stata spostata da Yangon (Rangoon) a Pyinmana. La forma di governo è Repubblica parlamentare sotto controllo dei militari dopo il golpe del 2021.
La superficie del paese è di 676.577 km² (più del doppio dell’Italia) e gli abitanti sono 54.700.000. Il pil pro capite di 1.500 dollari US la colloca agli ultimi posti nel mondo, anche se registra elevati picchi di crescita. La Birmania è un paese multi-religioso. Secondo il governo militare, il buddismo è praticato dall’89% della popolazione. Il cristianesimo invece dal 4% dei birmani, principalmente presso i kachin, chin e i karen, a causa del lavoro missionario nelle loro rispettive aree.
Circa tre quarti dei cristiani del Paese sono protestanti, in particolare battisti; i cattolici compongono il resto. L’islam sunnita è praticato dal 4% della popolazione. Le popolazioni cristiane e musulmane soffrono una vera e propria persecuzione religiosa: il governo militare infatti ha revocato la cittadinanza ai musulmani rohingya e ha attaccato le minoranze etniche cristiane. La persecuzione è evidente nella Birmania orientale, dove più di 3.000 villaggi sono stati distrutti tra il 1996 e il 2006.
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