Sul fatto che la Quaresima sia il tempo propizio per la «conversione» sono tutti d’accordo; ma sui modi della conversione i pareri divergono e ognuno fa le cose a modo suo. Come l’operaio che nella mensa dell’azienda aveva comunicato che non avrebbe bevuto vino fino a Pasqua.
Al che uno gli fece notare: «Tu non bevi vino!». E lui: «È vero, ma in Quaresima dirò di no a chi me lo offrisse». O quel penitente che aveva fatto il proposito di non bestemmiare «ma solo fino a Pasqua», aveva chiarito all’esterrefatto confessore.
C’è poi il caso del prete che dopo essere riuscito a portare in chiesa un bel numero di ragazzi, aveva raccomandato loro un po’ di digiuno per il bene dell’anima e del corpo… dopo di che aveva invitato tutti al bar dell’oratorio per un’abbondante colazione a base di cappuccino e brioche.
Ed è commovente vedere come tanti ragazzi prima di andare a scuola nei giorni feriali vadano in chiesa per la breve preghiera di Quaresima insieme al loro curato. Peccato che alla domenica nessuno di loro vada a Messa.
Ma le soluzioni stravaganti non mancano neppure fra chi pratica il Ramadan: uno sorpreso a rubare il monopattino di un altro degli ospiti del Patronato, all’educatore che gli faceva notare che durante il Ramadan un bravo islamico si astiene non solo dal mangiare, bere e fumare, ma anche da liti e da furti, rispose con la massima naturalezza che lui il monopattino l’aveva rubato sì, ma dopo le 18,30, quando inizia la sospensione notturna del digiuno.
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