Il mondo ha un futuro, non italiano

     

    Le abitudini dei boliviani che vengono a Messa per ricordare i loro morti le conosciamo: elenco dei defunti con tanto di doppio nome e doppio cognome, quadro con la foto, fiori e ceri da sistemare ai piedi dell’altare ecc.

    Ma giorni fa è successo qualcosa di sorprendente. Un tale consegna il biglietto dove al nome di mamma e papà ha aggiunto «che sono stati genitori amatissimi di 9 figli, nonni di 22 nipoti e bisnonni di 23 pronipoti».

    Difatti la chiesa non tarda a riempirsi di boliviani con un nugolo di bimbi che animano il rito a modo loro. Faccio un calcolo: se i figli – tutti viventi – sono 9 e se tutti sono sposati (mi confermano che lo sono) vuol dire che generi e nuore sono altrettanti… e siamo a 20.

    Se a questi si aggiungono i 22 nipoti, siamo a 42. Chiedo: «Quanti nipoti sono sposati o conviventi?». Risposta: «Quelli che hanno almeno un figlio sono una quindicina». Cioè la famiglia ha 57 membri e se aggiungiamo i 23 pronipoti significa che i due genitori (morti tra il 2010 e il 2022) hanno dato vita in due generazioni a una famiglia di 80 persone… delle quali 60 erano presenti alla Messa di suffragio.

    Quando, terminata l’Eucaristia, tutti si sono avvicinati all’altare per la benedizione dei defunti e di ognuno dei presenti, ho tirato un sospiro di sollievo al pensiero che il mondo ha un futuro. Ma temo che non sarà italiano.

     

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