Che le festività di fine anno siano quelle in cui le famiglie si ritrovano, è una realtà così normale che ha dato origine al proverbio: «Natale coi tuoi, le altre feste con chi vuoi». Ovviamente parliamo delle famiglie italiane, ma quest’anno come mai era successo in precedenza, il fenomeno riguarda anche molti stranieri ospiti del Patronato.
In questi giorni infatti tanti, approfittando delle vacanze natalizie, hanno deciso di tornare per qualche giorno o settimana al loro Paese: per sposarsi o per vedere i figli ormai cresciuti, per controllare se il denaro sia stato speso bene, per riabbracciare genitori, fratelli e sorelle o per piangere sulla tomba del familiare defunto.
Questo ritorno è molto più che un ritrovarsi: è il segno che il giovane partito anni prima con tanti sogni e poche certezze, qualche straccio e pochi soldi, che è passato attraverso il deserto, le galere libiche e le traversate coi barconi, ora torna a casa in aereo e i bagagli al seguito, ma soprattutto con la certezza che la sua famiglia può contare su di lui che le sfide le ha affrontate e le ha vinte.
Non partono senza salutare e fare una foto insieme, che servirà a farci conoscere ai familiari. Noi li abbiamo accolti, ospitati e aiutati a ottenere il permesso di soggiorno, ma tanti bergamaschi hanno dato loro insieme al contratto di lavoro, anche la possibilità di poter ripagare la famiglia di origine e di formarne una nuova, ma soprattutto la consapevolezza di sé come persone autonome, mature e responsabili cioè realizzate e contente.








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