Le persone in Piazza S. Pietro sono la Chiesa

     

    Sarà forse perché per la prima volta nella mia vita il nuovo Papa ha meno anni di me, sarà perché invecchiando si vedono le cose non a partire dall’inizio, ma dal traguardo ormai in vista, sarà per questo e per quello che è capitato a Roma in questi giorni, che mi sento autorizzato a credere che Dio è davvero al centro di tutto; a sperare che la storia cammina verso il compimento, ad amare il mondo, l’umanità, la Chiesa così come sono, non come vorrei che fossero.

    E mi riferisco soprattutto a questa Chiesa, perché se tutti parlano bene di Gesù, anche chi non crede in lui, se molti parlano bene del Papa (di Francesco è certo, di Leone staremo a vedere), pochi parlano bene della Chiesa, anche dentro la Chiesa stessa.

    E invece in questi giorni a Roma e in tutto il mondo le centinaia di migliaia di persone che si sono strette attorno al Papa morto e hanno inondato di gioia Piazza S. Pietro per il nuovo Papa, hanno fatto capire che erano loro la Chiesa, quella reale cioè l’unica che esiste (perché quella ideale esiste solo nelle fantasie e pretese di taluni) e ci dicono che essa è così sorprendente da scombinare le previsioni di vaticanisti e esperti, eleggendo il gringo Robert Francis Prevost come successore di Pietro con il voto di ben più dei ¾ dei cardinali.

    L’omino bianco sopraffatto dall’emozione per un compito superiore alle sue forze stia sereno: la tanto bistrattata Chiesa composta da milioni di uomini e donne gli si è stretta attorno con un affetto e una fede che nessuno dei potenti di questo mondo potrà mai sognarsi di avere, affetto e fede che per di più sgorgano direttamente dal cuore di Gesù.

     

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