III Settimana del Tempo Pasquale
Preghiera del giorno (S. Juan de la Cruz)
Mio Signore, mio Amato, se non compi quello che io ti chiedo, perché allora ti ricordi dei miei peccati? Fai pure, o Dio mio, riguardo a essi la tua volontà, che è quanto io cerco di più; usa la tua bontà e misericordia e sarai conosciuto in essi. E se tu attendi le mie opere per concedermi ciò di cui ti prego, concedimele e compile tu! E vengano pure le pene che tu desideri accettare da me, ma se tu non aspetti le mie opere, che cosa aspetti, o clementissimo mio Signore? Perché tardi?
Stanislao Vescovo martire
Vescovo di Cracovia, fu pastore sapiente e sollecito. Intrepido sostenitore della libertà della Chiesa e della dignità dell’uomo, difensore dei piccoli e dei poveri, subì il martirio sotto il re Boleslao II. Canonizzato nel 1253, è patrono della Polonia. Le sue spoglie a Cracovia, sono mèta di pellegrinaggio da secoli
Parola di Dio del Giorno (Giovanni 6,22-29)
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, notò che c’era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Riflessione Per Il Giorno (Incipit di romanzi famosi: Umberto Eco)
Incipit de “Il nome della rosa”: “Era una bella mattina di fine novembre. Nella notte aveva nevicato un poco, ma il terreno era coperto di un velo fresco non più alto di tre dita. Al buio, subito dopo laudi, avevamo ascoltato la messa in un villaggio a valle. Poi ci eravamo messi in viaggio verso le montagne, allo spuntar del sole. Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l’abbazia”. Conclusione: “Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i carcerati, soprattutto per i più giovani
Don’t forget!
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