3a settimana di Avvento
Cominciamo La Giornata Pregando
Gesù, tu sei la luce che brilla nella notte del mondo. Noi ti attendiamo nella speranza e desideriamo incontrarti presto faccia a faccia, perché tu sei il Dio misericordioso e fedele che viene a giudicare sull’amore, per instaurare il tuo regno d’amore ineffabile. Vieni Signore Gesù, sposo dell’umanità e rendi le nostre famiglie sempre vigili e in attesa della tua venuta. Amen.
GIOVANNI DELLA CROCE
Nato nel 1540 ad Avila, rimase orfano di padre e dovette trasferirsi con la mamma da un luogo all’altro, mentre completava gli studi. Vestito l’abito dei Carmelitani e ordinato prete, nel 1567 si incontrò con S. Teresa che aveva ottenuto il permesso per la fondazione di due conventi di Carmelitani contemplativi (poi detti Scalzi). Nel 1568 fece parte del primo nucleo di riformati e gli furono affidati vari incarichi. Erroneamente incolpato e incarcerato per un incidente in monastero, fu in carcere che scrisse molte delle sue poesie. Morì a 49 anni nel 1591 a Ubeda
Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 21,23-27)
Entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò anch’io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: “dal Cielo”, ci risponderà: “perché dunque non gli avete creduto?”; se diciamo “dagli uominì”, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Riflessione del giorno (Luigi Accattoli)
Anche Papa Benedetto è stato presente quando Papa Francesco ha aperto la Porta Santa. Quella è un’occasione particolare, sia per la rarità (non ci furono Giubilei sotto Benedetto), sia per il tema. «Misericordia» infatti è la parola chiave che unisce i due Papi e indica il punto di continuità tra i due Pontificati. La continuità nel messaggio l’ha segnalata Francesco il 24/10 scorso, in chiusura del Sinodo sulla famiglia, citando le parole che Benedetto aveva pronunciato il 30 marzo 2008: «La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio». Il legame tra la teologia dell’amore di Benedetto e la predicazione della misericordia di Francesco affiora spesso nelle loro parole. «Dio è tutto e solo amore» disse Ratzinger nel 2009. Il Signore è «tutta misericordia e pura misericordia» ha detto quattro anni più tardi Bergoglio. Una convincente continuità nel proporre un Dio-amore all’ umanità di oggi e nell’ affermare che tale debba essere la predicazione cristiana in quest’ epoca.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i dipendenti e i volontari del Patronato S. Vincenzo
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